Universalitas & Pervasivitas – Il potere temporale e l’attività politico-diplomatica - di A. Pisani

Vai alla pagina: 2

Su di un piano puramente teorico, associare il concetto di “potere temporale” al nome della Compagnia sembrerebbe un’antitesi, legato com’è quest’ordine al voto di povertà, al rifiuto di beni materiali, all’impegno di assistenza ai bisognosi.

Sul piano del pensare comune, invece, questo stesso concetto (così come quello di “astuzia” o quello di “doppiezza”) rientra spesso a far parte del vasto campo semantico del termine “gesuita”.

Ma né la pura teoria, né i luoghi comuni possono essere di molto aiuto per la comprensione di una relazione così articolata e controversa come quella esistente tra l’Ordine e il potere. A prescindere, per ragioni di semplicità, dalle trasformazioni di questa relazione lungo gli assi diacronico e sincronico, si può dire che l’assoluta distanza dal potere e un coinvolgimento talvolta imbarazzante con questo, costituiscono i due termini estremi dell’arco d’azione dei gesuiti nel secolo.

Le due anime, quella dell’assoluta lontananza e quella del coinvolgimento, si manifestano fin dagli esordi della Compagnia: di fronte a un Ignazio, forse il più strenuo difensore del voto di povertà, sta il suo segretario Juan de Polanco che prevede anche la possibilità che i gesuiti ricoprano importanti cariche amministrative. La situazione è però più complessa perché le due anime possono convivere nella stessa persona. Ecco allora Ignazio, sollecitato da un suo confratello (il portoghese Simão Rodrigues de Azevedo [1510 – 1579] che per primo, insieme al navarrese Francisco de Javier, rappresentò l’Ordine in Portogallo) a dare un parere sulla richiesta del re di Portogallo di occuparsi dell’insegnamento della dottrina cristiana all’infante Dom João, dire che se da un lato i principi fondativi dell’Ordine lo avrebbero spinto a declinare l’offerta, questioni di opportunità (non da ultimo il desiderio di non arrecare offesa al re) indicavano esattamente il contrario. E infatti così accadrà, semplicemente invertendo la direzione della strategia di evangelizzazione: “dall’alto” anziché, come previsto nei testi di fondazione della Società, “dal basso”.

Parte della complessità della questione del rapporto tra gesuiti e potere sta proprio in questo, sta nell’estrema difficoltà nell’operare la scelta migliore, la scelta più adeguata per il raggiungimento del fine ultimo della Societas: “aiutare le anime”. Paradigmatico è il caso della confessione, uno dei punti di forza del loro operare e pratica di cui mai cessarono di sottolineare l’insostituibile funzione. Prescindendo dal voto di povertà e dall’impegno preso dai primi gesuiti di costituire un ordine di religiosi itineranti, diventare confessore di un potente presenta non pochi vantaggi poiché, accanto a quello primario e basilare di contribuire alla salvezza della sua anima, si dischiude la possibilità di influenzare le sue scelte: sul piano della politica estera (quando, per esempio, vi sono nazioni confinanti rette da principi riformati o che rischiano di cadere sotto l’influenza della Riforma), sul piano della politica interna (influenzandoli sulla necessità di bandire certi libri o certi sudditi o incoraggiandoli a facilitare il più possibile le “missioni interne” o spingendoli a favorire la Societas nei confronti degli altri ordini), sul piano dell’educazione (sollecitando donazioni e pensioni a contributo della fondazione e/o del mantenimento di un collegio). Ma proprio questi possibili vantaggi sono possibili forieri di sospetti, critiche e attacchi, alcuni fondati, altri no. Ad esempio, sempre nel caso del Portogallo, è senz’altro vero che a un certo punto vi fu una specie di “inflazione” di gesuiti che operavano a corte: per non citare che i più importanti, a un certo punto vi furono tre gesuiti con l’incarico di confessori delle più insigni personalità del regno: Miguel de Torres come confessore della regina, Leão Henriques del cardinale Henrique (che succederà sul trono alla morte del giovane re) e padre Luis Gonzalves de Camara come confessore di Sebastião I. Altrettanto vero è che i gesuiti ebbero un ruolo non poco rilevante nell’impedire l’unione del Portogallo alla Spagna, ma è del tutto falso che furono i gesuiti a spingere, anni dopo, il giovane, devoto e ascetico re Sebastião I nella folle impresa di occupazione militare del Marocco nella quale perse la vita. Per quanto falsa, l’accusa era comunque difficile da rintuzzare, perché le apparenze suggerivano il contrario: fin dall’infanzia, infatti, il giovane re era stato affidato alle cure di padre Luis de Camara e quando morì, nella mischia di Alcàser-Quibir (4 agosto 1578), aveva al suo fianco il gesuita Gaspar Mauricio, suo confessore.

Vai alla pagina: 2

Documenti correlati

* Histoire tragique et memorable de Pierre de Gaverston gentil homme gascon iadis le ...

* Moscouia

* Princeps christianus aduersus Nicolaum Machiauellum, ceterosque huius temporis ...

* Trattato della religione, e virtuti, che tener deue il principe christiano, per ...

* Apparatus ad omnium gentium historiam. Expenduntur historici Graeci, Latini, et alij. ...

* Institutiones linguae Hebraicae ex optimo quoque auctore collectae, et ad quantam ...

* De signis ecclesiae Dei libri 24. auctore Thoma Bozio ... tomus primus [-secundus]

* Della ragion di stato libri dieci, con Tre libri delle cause della grandezza, e ...

* Iosephi Scaligeri elenchus, et Castigatio calendarij Gregoriani a Christophoro Clauio ...

* Chronographiæ libri quatuor: priores duo sunt de rebus veteris populi, & præcipuis ...

* Examen de ingenios para las sciencias. ...

* Monita et exempla politica. Libri duo, qui virtutes et vitia principum spectant

* Memoires et instructions pour l'extirpation des Heretiques, & manutention de l'Estat ...

* Operum medico-chimicorum siue Paradoxorum, tomus genuinus primus \-vndecimus!. ... ...

* Institutiones linguae Hebraicae ex optimo quoque auctore collectae, et ad quantam ...

* Tercera parte de las chronicas de la orden de los frayles menores del seraphico padre ...

* Amphitheatrum honoris in quo Caluinistarum in Societatem Iesu criminationes iugulatae

* De rege et regis institutione libri 3

* De translatione imperij Romani a Graecis ad Francos, aduersus Matthiam Flaccium ...

* Iudicium, De Libro, quem Lutherani vocant Concordiae

* de sectariorum nostri temporis atheismis liber. ...

* Disputationes Roberti Bellarmini Politiani, Societatis Iesu, de controuersiis ...

* Moscouia d'Antonio Posseuino della Compagnia di Giesù, tradotta di latino in volgare ...