UNIVERSALITAS & PERVASIVITAS. IL COSTITUIRSI  E  DIFFONDERSI  DELLA  S.J. E  SUOI ECHI (1540-1773) - Incipit - di A. Pisani

Vai alla pagina: 2

Deus  condidit  mundum,  in quo tamquam ingenti volumine impressit atque expressit,  unde ipsa rerum magnitudo, motus, dispositio, constantia, utilitas, pulchritudo,  temperatio,  varietas  in  admirationem  omnes  raperet,  atque oculos etiam  rudium et  ferorum  hominum attolleret. Hi vero, cum  nossent non potuisse tanti effectionem operis nisi a sublimissima prodiisse maiestate, hanc in mundo quasi in eruditissima schola semper contemplarentur.
[Antonio Possevino  Bibliotheca  selecta, Romae, 1593, pars I, p. 14]

Le due ali della Compagnia sono le sezioni operanti in India e in Germania al soccorso delle anime in Gesù Cristo. Son esse il veicolo del corpo della Compagnia.
[Girolamo Nadal Epistolae, v. IV, 698 (cit. in Mario Scaduto  L’epoca di Giacomo Lainez, p. 174)]


Nell’immaginario collettivo la parola “gesuita” evoca, a torto o a ragione e pressoché indifferentemente dal livello di cultura posseduto, una galassia di connotazioni diverse e divergenti. A seconda che il giudizio morale, ideologico, scientifico o religioso nei confronti della Societas Jesu e dei suoi appartenenti sia pregiudizialmente positivo o negativo, si incontrano valutazioni, e argomenti a loro sostegno, del tipo più disparato: si parla dell’elevato grado di cultura dei gesuiti e persino della loro sapienza, ma anche dello sfruttamento di queste stesse a fini prevaricatori; si parla dell’eccellenza del loro sistema didattico come, per converso, del suo
carattere omologatore; si evidenzia la loro pulsione alla giustizia sociale e, con uguale convinzione, si sottolineano le loro collusioni con l’ordine costituito e con i potenti; i progressi scientifici grazie a loro conseguiti e la loro chiusura all’interno del più anacronistico aristotelismo; la loro comprensione e tolleranza nei confronti di fedi e interpretazioni religiose diverse e il loro ostinato livore inquisitorio; sono ora rappresentati come l’emblema della muta subordinazione al Papato, ora come sorta di movimento eversivo che si serve della Chiesa per conseguire la supremazia; ora i saldi testimoni della fede disposti al martirio, ora gli abili dissimulatori a tutto disposti per il proprio vantaggio... e l’enunciazione delle antinomie valutative nei loro confronti potrebbe continuare ancora a lungo. Tutto e il contrario di tutto, insomma. Di sicuro si può dire una cosa: che mai hanno suscitato, e suscitano, sentimenti tiepidi. O odiati o amati: e questo, come ben si può capire, tutto a scapito dell’oggettività della ricerca storiografica nei loro confronti.

Vai alla pagina: 2