Autori
Titolo completo
Gilberti Genebrardi ...  Chronographiæ libri quatuor: priores duo sunt de rebus veteris populi, & præcipuis quatuor millium annorum gestis: posteriores, è D. Arnaldi Pontaci Basatensis episcopi chronographia aucti, recentes historias reliquorum annorum complectuntur: hac postrema editione accuratius emendati, & ad annum 1609 perducti. ... Subiuncti sunt libri Hebræorum chronologici, eodem Genebrardo interprete
Paese
Francia
Lingua
LATINO
Descrizione fisica

2 pt. (\\24!, 954 \\i.e.955, 1!; 83, \\57! p.) ; 2º

Marca non controllata (Monogramma di Cristo: Laudabile nomen Domini) sui front
Segn.: ā⁶ē⁶A-N⁶O⁸P-Z⁶2A-4I⁶4K⁴;a-l⁶m⁴
Ripetuta nella numerazione le p. 953
Front. principale stampato in rosso e nero

Bianca l'ultima c. della pt.2.

Note

Tit. della pt.2: Chronologia Hebraeorum maior, quae Seder Olam Rabba inscribitur, et Minor, quae Seder Olam Zuta, ..
Data della pt. 2 1608
La pars altera della Chronographia inizia con proprio front. a c 2G1 della pt.1
Segue a c. f1 della pt.2, con proprio front.: Symbolum fidei Iudaeorum ...

L'esemplare reca sul frontespizio nota di possesso manoscritta: Ex dono P. Francisci Mariae Pallavicini.

“La prima opera a stampa in cui si trova sostenuta la derivazione degli americani dagli ebrei è del 1580. Non si tratta, però, di un’opera spagnola, ma della Chronografia del teologo parigino e insigne ebraista Gilbert Génébrard. Nel narrare la ‘estrema calamità’ in cui incorsero le dieci tribù di Israele ‘perché abbandonarono il culto di Dio che aveva loro trasmesso Mosé’, Génébrard esprime l’opinione che queste popolazioni, dopo la prigionia assira, si fossero disperse verso oriente e settentrione, e che da esse fossero derivate ‘le orde della Tartaria1’. Ma – aggiunge – ‘è anche probabile che una parte di esse siano i popoli dell’America o Indie Occidentali’. E ciò per quattro ragioni. La prima, generica, si fonda sull’autorità di un certo Rabbi Selomon, secondo il quale le dieci tribù furono disperse in oriente. La seconda invece fa riferimento alla testimonianza di un contemporaneo, il monaco-cosmografo André Thevet. Nel 1575 costui aveva scritto che in un’isola delle Azzorre erano state trovate pietre sepolcrali con scritte in caratteri ebraici, e aveva scorto in ciò una prova del fatto che ‘il popolo ebreo ha abitato non soltanto nel territorio della Giudea, ma dappertutto in questo grande universo. La terza… è il  passo del IV libro di Esdra dove si parla del percorso delle dieci tribù verso una terra ‘dove non abitò mai genere umano’… La quarta ragione, infine, fa ancora riferimento alla tradizione ebraica e alla Cabala, che, definendo gli ebrei ‘chiusi’, ben s’adatta al carattere insulare o peninsulare dell’America.”
[Note]1 “Cfr. GENEBRARDUS, Chronographiae libri quatuor, 1. I, p. 83. Le ‘prove’ esibite da Génébrard sono queste: ‘Tartar’ in ebraico vuol dire ‘derelitto, deserto’ (come il paese in cui, secondo la Bibbia, si dispersero le dieci tribù); e i tartari praticavano la circoncisione prima ancora che arrivassero i maomettani.” [G. Gliozzi, Adamo e il nuovo mondo, p. 395, nota 79]
Cfr.: G. Gliozzi, Adamo e il Nuovo Mondo, Firenze, La Nuova Italia, 1977,  p. 69-70.

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Tipo pubblicazione
Monografia
Pubblicazione
Lugduni: [editore] sumptibus Ioannis Pillehotte, sub signo nominis Iesu, 1609
Collocazione
2.C.VI.11
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