UNIVERSALITAS & PERVASIVITAS. IL COSTITUIRSI E DIFFONDERSI DELLA S.J. E SUOI ECHI (1540-1773) - Incipit - di A. Pisani

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Proprio perché sui gesuiti si può dire tutto e il contrario di tutto, l’ampio panorama storiografico che tratta del loro pensiero e delle loro vicende è massimamente variegato e contraddistinto dalle valutazioni anche opposte degli storici, inevitabilmente declinati dalle loro passioni, fedi e ideologie. La storia, fortunatamente, non ha la fredda e implacabile imparzialità della logica matematica: la storia è racconto, è memoria, racconto di memorie, memoria di racconti, attraverso plurimi passaggi, ognuno dei quali devia un poco un raggio che forse neppure all’origine era lineare. La storia, certo, è fatta anche di controlli incrociati, di interpretazioni volte a stabilire le finalità e le implicazioni di memorie e racconti, di esami filologici e chimici per stabilire datazioni e luoghi d’origine di documenti... la storia, insomma, è fatta anche di filtri finalizzati a restituire quanto più di linearità sia possibile a quel raggio inevitabilmente distorto. Essendo però storia di uomini raccontata da uomini, e tanto più quando maggiore è la difficoltà di filtrarne le passioni, la storia di fenomeni complessi e controversi quali il gesuitismo presenta serie difficoltà per chi voglia orizzontarvisi senza finire nei vicoli ciechi a cui possono condurre i preconcetti di chi la scrive o sorvolarla talmente dall’alto non potendone afferrare che i tratti più grossolani. Ecco perché, allora, nel caso dei gesuiti forse più che in tanti altri è necessario che, chi voglia farsi una sua idea, chi voglia trarre le  proprie conclusioni su questo Ordine che tanto ha fatto parlare di sé, vada a leggere di persona i documenti che, direttamente o indirettamente, ne tracciano un ritratto. Il gran numero di opere a stampa che i gesuiti produssero a uso interno (le costituzioni, i regolamenti, nonché i libri e opuscoli legati alla loro attività di missionari e di educatori, ecc., si veda la parte relativa agli Atti costitutivi) ed esterno (agiografie, difese e dispute) e il numero ugualmente grande di opere pubblicate a loro discredito dai tanti avversari (si veda Sotto attacco che contiene anche le opere in difesa) consentono inoltre all’uomo di cultura di individuare i parametri per formulare una sua opinione senza dover ricorrere, come deve invece fare lo storico, ai documenti d’archivio, di più difficile accessibilità e, soprattutto, di più difficile “lettura”.

                Nell’accidentato percorso della Societas Jesu si staglia una data: il 21 luglio 1773, quando Clemente XIV stilò il breve di soppressione della Compagnia (Dominus ac Redemptor Noster, intimato ai gesuiti il 16 agosto successivo) allora nel momento del suo massimo fulgore. Fu in seguito a tale soppressione che in quello stesso anno i beni della Compagnia vennero requisiti e, in particolare, che la Libreria del Collegio dei Gesuiti di Genova venne presa in carico dalla Repubblica ligure e da questa, attraverso successivi passaggi, venne a costituire, nel quarto decennio del secolo scorso, il fondo più significativo della Biblioteca Universitaria di Genova. Grazie a questo accidente storico lo studioso, l’uomo di cultura e il semplice curioso possono oggi trovare riuniti nello stesso luogo molti - e forse si potrebbe dire una gran parte - di quei libri e opuscoli utili per formarsi un’idea sulla natura, i compiti e gli scopi della Compagnia. Ancora più interessante poi è il fatto che tra i tanti libri “ereditati” dall’allora disciolta Compagnia si individuano ulteriori indizi delle già note qualità dei suoi appartenenti: a differenza di quanto si potrebbe constatare nelle biblioteche di tanti intellettuali (senza escludere, adottando questo termine,  quella connotazione negativa che, soprattutto nei primi  tempi del suo impiego,  lo accompagnava ) di tutti i tempi e di qualunque schieramento, spesso incapaci e men che meno desiderosi di chinarsi sulle pagine dei loro avversari ma sempre pronti a formulare acritici e infondati giudizi. Ciò che resta dell’antica Libreria del Collegio gesuitico di Genova offre invece un’ampia documentazione di opere scritte a detrimento della Compagnia. Come si potrà constatare la tipologia di queste opere è varia: si va da opere di avversari che combattevano la Compagnia operando sullo stesso piano (sia che si tratti di cattolici avversi  come dom Augustin Calmet, Antoine Arnauld e Caspar Schopp,  che di riformati), ad acrimoniosi pamphlet  (per es.  I gesuiti mercanti)  a veri e propri apocrifi  (opere fatte passare come scritti segreti dei gesuiti) pubblicati per provocare il massimo discredito della Compagnia (per es.  I lupi smascheratiIstruzioni secrete). Questo non solo depone a favore della serietà con cui i gesuiti affrontavano critici e avversari e si apprestavano a controbatterli, ma soprattutto, per quello che riguarda l’odierno utente della Biblioteca, agevola questo stesso nel formarsi  un’immagine maggiormente articolata e definita della Societas Jesu.

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