immagine dall'archivio a.cervis della biblioteca universitaria di genova
Consistenza 
  • Serie 1. Cronache storiche
  • Serie 2. Composizioni, scritti vari
    • Sottoserie 1. Periodo prenapoleonico
    • Sottoserie 2. Periodo napoleonico poesie
    • Sottoserie 2. Periodo napoleonico atti militari
  • Serie 3. Corrispondenza
    • Sottoserie 1: Affari militari e omicidio Conte Tibaldero
    • Sottoserie 2: Arresto del Conte Gaspare Vibo di Prales
    • Sottoserie 3: Arresto del Marchese di Priero
    • Sottoserie 4: Separazione della Contessa Maria Pallavicino Sannazzaro dal marito Vincenzo Sannazzaro d’Ozzano
    • Sottoserie 5: Scioglimento sponsali tra Margherita Pozzo da Perego e il Conte Tibaldero di Rolasco
    • Sottoserie 6: Rilascio del Conte di Rivalba imprigionato nel Castello di Casale
    • Sottoserie 7: Prigionia del Conte Caresana di Carisio
    • Sottoserie 8: Sospensione matrimonio tra Cavalier Franchino Montiglio e figlia sig. Muzio
    • Sottoserie 9: Lettere al Cervis
    • Sottoserie 10: Dopo la Restaurazione
    • Sottoserie 11.: Dopo l’Unità d’Italia
Patrimonio BUGe dal 1927
Consultabile in biblioteca

Carte riguardanti il periodo rivoluzionario napoleonico

  • A cura di Marina Carbone (tirocinio 2007; tutor: Oriana Cartaregia)

    Entrato a far parte del patrimonio della Biblioteca Universitaria di Genova nel 1927 per acquisto da A. Cervis per volere dell’allora direttore Pietro Nurra.

    I contenuti, infatti, di parte dell’acquisto, attengono a tematiche care agli studi del direttore, quali il periodo rivoluzionario napoleonico, siano esse composizioni poetiche o lettere (Serie 1 e Serie 3 Sottoserie 9).

    Le carte furono inventariate nello stesso momento e riportano un unico numero di inventario: 74157 al quale è stato aggiunto un esponente per ciascun documento.

    Non si hanno che poche notizie della famiglia Cervis. In una sottoscrizione in calce ad una richiesta di cittadini del 1794, troviamo un tale Ludis Cervis [74157 (15), Serie 2. sott. 2].
    Dalla lettera 74157 (77) [Serie 1 Sottoserie 2] ricaviamo che un tale De Cervis si trovava nel 1801 Commissario della Guerra del Governo Piemontese a Vercelli.
    Dalle lettere di tale Pietro Caligaris [Serie 3 Sottoserie 9] troviamo Carlo Cervis negli stessi anni (1801-1802) appellato semplicemente amico o ‘speziale’.

    Le restanti parti della documentazione sono quasi tutte relative alla Città di Casale e del territorio del Monferrato.
    Due cronache storiche dei primi del XVIII secolo [Serie 2] e molteplici gruppi di corrispondenza a partire dagli anni ’40 dello stesso secolo [Serie 3 Sottoserie 1-8] indirizzata al Governatore di Casale.

    Sembrano esulare dal resto della documentazione due bifolio del XIX secolo. Il primo relativo al 1834, firmato D’Agliè, in francese; il secondo del 1870, relativo alla ricerca, da parte di destinatario sconosciuto, dello statuto di Gemona.

    La corrispondenza indirizzata al Governatore di Casale, ovvero la Serie 3, è stata raggruppata per soggetto trattato. Ne emergono i casi più disparati, quali carcerazioni nel castello di Casale, divorzi e assassini. Il mittente è per lo più il Primo Ministro del Regno di Sardegna, anche detto Ministro della Real Casa, o plenipotenziario. Talvolta sono allegate lettere autografe del Re di Sardegna [Serie 3 Sottoserie 2,3,6,7].

    Poiché i documenti abbracciano un sessantennio, sono presenti le firme di Carlo Emanuele III (1702-1773), re di Sardegna dal 1730 al 1773 e Vittorio Amedeo III (1726-1796), re di Sardegna dal 1773 al 1796. La consultazione di Vicenzo De Conti (Notizie storiche della città di Casale e del Monferrato, Casaccio e Bagna, Casale, 1841) ha permesso la conferma di nominativi le cui firme restavano riconoscibili in parte e la ricostruzione del quadro storico di riferimento del territorio protagonista.

    L’ipotesi circa la provenienza e storia delle carte è che A. Cervis, venditore del fondo nel 1927, fosse (pro)nipote del Carlo (Ludis?) Cervis che in epoca rivoluzionaria e repubblicana avrebbe ricoperto ruoli sovrapponibili all’ufficio del preesistente governatorato di Casale [vedi serie 2 sott. 2 e serie 3 sott. 9]. Ciò spiegherebbe il possesso di atti amministrativi, poi giunti al discendente in forma ereditaria.