pubblicità dell'hotel colombia attuale sede della biblioteca universitaria di genova

Da molto tempo la sede storica, ancorchè ampliata dal 2003 con le sale di Balbi 38b, non riusciva ad assicurare spazio sufficiente per ospitare le collezioni librarie. Per sanare tale problema, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali acquistò l'ex Hotel Colombia in Via Balbi 40, prospicente la stazione ferroviaria di Piazza Principe.

Questa nuova e prestigiosa dimora, ha permesso alla Biblioteca di ampliare servizi e coagulare progetti e spinte culturali in una zona territoriale cittadina completamente rinnovata.

Tutto il materiale, gli uffici e parte dei servizi che avevano sede in Via Balbi 38b dall'ottobre 2013 si sono trasferiti nella nuova sede.
Da luglio 2014 anche gli uffici che avevano base nella sede storica sono stati trasferiti nella nuova sede che è diventata la sede principale della biblioteca.

L'Ex Hotel Colombia

L'edificio sorge all'estremità di ponente di via Balbi, sul lato verso mare e si affaccia a monte sulla piazza Acquaverde, in posizione d'angolo, antistante la stazione ferroviaria di Genova Principe e nelle immediate vicinanze del Porto Antico, del Centro storico del polo Universitario genovese. Fu costruito fra il 1921 e il 1927, con struttura portante in calcestruzzo armato, per ospitare il Colombia Excelsior, l'albergo più importante della città.

Il Colombia venne inaugurato il 20 febbraio 1929, con una serata danzante: per l’occasione, fu chiamata a suonare l’orchestra del teatro Excelsior di Roma. L’albergo, a sei piani, disponeva d’una magnifica hall con scalone centrale e soffitto a vetrata luminosa; le camere erano oltre 200, nove su dieci con servizi, e dotate per gran parte di telefono, con 12 “suite” tutte con terrazza privata; porte in noce, bagni in marmo colorato, mobilia in barocco genovese e rococò veneziano. Gli impianti tecnici erano davvero all’avanguardia: sei ascensori, sette montacarichi, quattro portavivande, riserva elettrica e moderno refrigeratore d’aria. A disposizione della clientela erano stati forniti dieci numeri telefonici per comunicazioni esterne.

Per completare il quadro della sfarzosa dotazione dell’hôtel si devono aggiungere una sala feste di 275 metri quadrati, più cinque altre sale, tutte pavimentate a parquet in legno lucido, di cui una a forma ellittica ornata da un grande e bellissimo tappeto blu, un terrazzo di 2000 metri quadrati con roof-garden , un bar, un ristorante, una lavanderia e stireria con mangano e sterilizzatore, e, nei fondi, un forno con macchina impastatrice che forniva pane tre volte al giorno e per la colazione anche brioches; il ristorante aveva ogni lusso e comodità: i servizi interni comprendevano un parrucchiere per uomo e per signora, un ufficio di steno dattilografia permanente a disposizione degli uomini d’affari, telegrafo, radiotelegrafia e prenotazione biglietti, cassaforte e cassette di sicurezza, posta pneumatica; agli ordini di un capo manutenzione c’era una nutrita squadra di addetti che coprivano ogni necessità dell’hôtel: falegnami, lucidatori, tappezzieri, meccanici, elettricista, idraulico. Al Grand Hôtel Colombia fu dedicato uno dei 24 pannelli decorativi presenti nei sopraporta dell’atrio della stazione marittima (1930), probabile opera del pittore fiorentino Galileo Chini.

Situato di fronte alla ferrovia e a due passi dalla stazione marittima, il Colombia acquisì pian piano una scelta clientela, fatta di personaggi dell’aristocrazia e del bel mondo, di uomini politici, di finanzieri, di vip del mondo dello spettacolo.
Gli aneddoti e i ricordi di quanto è avvenuto tra i saloni e le camere dell’hôtel si sprecano. Episodi che talvolta hanno, in certi frangenti, assunto qualche rilevanza storica: ad esempio, i tre giorni d’assedio che il Colombia subì tra il 30 giugno e il 2 luglio 1960, quando ospitò nelle sue camere alcuni dei principali esponenti del Movimento Sociale Italiano, tra cui Vittorio Mussolini, convenuti a Genova per il congresso nazionale del partito, e che provocarono lo sdegno dei “camalli” genovesi, la cui reazione violenta fu la scintilla che il 17 luglio portò alla caduta del governo Tambroni. Un secondo assedio, invece, stavolta però d’altro genere, l’albergo dovette sostenere il 25 e il 26 giugno del ’65, quando furono ospiti nelle sue belle stanze al terzo piano, per la prima ed unica volta a Genova, i mitici Beatles.

Per le sue peculiarità fu scelto da più di un regista per ambientarvi alcune scene di film: ricordiamo per tutti Il giorno dello sciacallo di Fred Zinnemann, con Edward Fox, e Profumo di donna di Dino Risi, con Vittorio Gassman, Alessandro Momo e Agostina Belli. In declino già nel corso degli anni Settanta, con la sparizione dei grandi transatlantici da crociera, il 3 marzo 1989 l’albergo cessava definitivamente l’attività, a poco più di sessant’anni dalla sua apertura.

  • Bibliografia:
    • Marino, G. O., Un capolavoro alberghiero. L'Albergo "Colombia" di Genova, "La Rassegna d'Europa e dell'America latina", 5 (1929), n. 2, pp. 62-64
    • Nuova sede della Biblioteca Universitaria nell'ex Hotel Colombia, Genova - Roma : Ferpenta, 2004 - 2011 - 3 volumi
      • volume I: Le motivazioni della scelta, il progetto, l'avvio del cantiere
      • volume II: L'avanzamento dei lavori e le evoluzioni progettuali
      • volume III: La creazione e lo sviluppo della biblioteca
    • V. Zanolla, Il Grand Hôtel Colombia di Genova, “La Casana”, n. 1, 2007, pp. 44-53
    • S. Buttò, Dalla Chiesa al Grand Hotel: la nuova sede della Biblioteca Universitaria di Genova, in "Cities, spaces, libraries: tendenze architettoniche: Giornata di studio del CNBA", Roma, 26 maggio 2011, Auditorium del Goethe-Institut, a cura di Raffaella Inglese; con la partecipazione del Goethe-Institut di Roma - Bologna : CNBA, 2012, p. 107-115.