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600 documenti, per la maggior parte lettere ricevute da Celesia durante lo svolgimento delle sue attività, fra le quali quella di professore di Letteratura italiana presso l’Università di Genova e quella di direttore della Biblioteca Universitaria di Genova.
a cura di O. Cartaregia e M. Carbone
Secondo Costa, la documentazione appartenente a Emanuele Celesia annovera circa 600 documenti.
La maggior parte consiste in lettere ricevute dallo stesso Celesia durante lo svolgimento delle sue numerose attività fra le quali quella di professore di Letteratura italiana presso l’Università di Genova e quella di direttore della Biblioteca Universitaria di Genova.
Quasi tutta questa corrispondenza è stata fatta confluire, secondo scelte biblioteconomiche in voga tra fine Ottocento e inizio Novecento ma seguite in Biblioteca Universitaria fino agli anni Sessanta, all’interno del grande fondo "Autografi", ove se ne perdono le tracce.
Uno sparuto gruppo di lettere (12 pezzi) lo possiamo rintracciare nelle "Lettere ai direttori.
Un recupero informatico degli "Autografi" consentirà l’individuazione di questa corrispondenza che oltre ad avere un valore storico per la ricostruzione della multiforme figura di Emanuele Celesia, presenta testimonianze assai interessanti del periodo risorgimentale genovese. La Cassetta Celesia rappresenta quanto, di quel corposo fondo, non si è potuto inserire nel fondo Autografi o non si è avuto, in passato, il tempo di inserire.
Si tratta di 345 documenti in totale divisi tra:
Infine un Album contenente 470 biglietti da visita, assemblato probabilmente da qualche bibliotecario o dallo stesso Celesia nell’intento di non disperdere materiale autografo, anche se trascurabile da un punto di vista della ricostruzione storica, può essere considerato prezioso perché appartenente a personaggi noti in ambiente ligure e nazionale.
Al piccolo fondo è stata poi allegata una cartella contenente camicie e fogli lasciati da vari bibliotecari che nel tempo hanno abbozzato un’inventariazione della cassetta.
Nel lavoro di inventariazione sono stati individuate due serie di documenti che si è scelto di dividere, all’interno, in ordine cronologico.
Nato a Finalborgo da Vincenzo e Caterina Melzi,conseguì a Genova il diploma di "magistero in belle lettere" e nel 1844 ottenne la laurea in legge. Frenetica fu la sua attività di letterato in versi e in prosa e, soprattutto, la sua produzione comparsa sul periodico "l'Espero", giornale di letterature, belle arti, teatro,varietà, uscito in Genova dal dicembre del 1840 sotto la direzione di Federico Alizeri, al quale era legato da comuni interessi artistico-letterari ma al quale si contrapponeva per differenti opinioni politiche. Politica fu buona parte dell'attività, non solo letteraria, di Celesia: dal '47 al '48 fu infatti fra i protagonisti delle manifestazioni nel quartiere di Oregina e in favore dell'elezione di Pio IX al soglio pontificio. Responsabile della circolazione di canti, inni e versi di esaltazione del ruolo unificatore d'Italia sia del pontefice che di Carlo Alberto di Savoia, si convinse, dopo la capitolazione di Milano dell'8 agosto del 1848, che il governo sabaudo avesse tradito la causa italiana: venne per questo considerato un sovversivo.
La sua attività giornalistica dalla pagine de "l'Eco dei giornali" lo mise in contatto con vari personaggi del Risorgimento italiano. Militò nella Guardia Nazionale come capitano e durante i moti del '49 fu nominato generale del Governo Provvisorio. Scrisse un Diario degli avvenimenti di Genova nell'anno 1848 che, rimasto manoscritto, fu pubblicato a cura del Comune di Genova solo nel 1950. Compreso nell'amnistia concessa da Vittorio Emanuele II dopo i fatti genovesi del 1849, partecipò sempre alla vita politica e culturale cittadina. Negli ultimi anni insegnò letteratura all'Università di Genova e ne diresse la Biblioteca (1865-1889), che conserva ancora oggi suoi documenti e una sua raccolta di autografi.