Autori
Titolo completo
Secreta monita, ou Advis secrets de la Societe de Jesus
Lingua
Francese
Descrizione fisica

191, 1! p. ; 12o

Segn.: A-H12.

Note
In realtà l’opera è stata stampata in Francia nel 1761 (cfr. Pavone Le astuzie dei gesuiti, cap. V, p. 112 in part.).
 
Opera comparsa anonima a Cracovia intorno al 1614. “La semplice scorsa del testo mostrava quale fosse l’intento di chi si era accinto a tale pubblicazione : i Monita, rivelando il vero volto della Compagnia di Gesù, avrebbero dovuto screditarne l’immagine una volta per tutte. Essi mostravano infatti dei gesuiti intriganti, ambigui e interessati esclusivamente a raggiungere i propri interessi, in totale opposizione con quelli che avrebbero dovuto essere i fini di un ordine religioso. […] A sottolineare il carattere espressamente accusatorio, i Monita erano seguiti da alcune testimonianze contro la Compagnia […] L’effettiva opposizione tra i Monita e gli altri ordinamenti era evidenziata proprio nell’epilogo… laddove si invitavano i superiori a mantenere nascoste le istruzioni e a contrapporre ad esse i testi ufficiali, nel caso in cui venissero a cadere nelle mani di esterni. D’altra parte, anche all’interno della stessa Compagnia di Gesù, non era previsto che tali istruzioni fossero conosciute da tutti i membri. La rigida organizzazione gerarchica che contraddistingueva l’ordine si riverberava infatti sulla stessa fruizione dei Monita privata, che potevano essere consultati solo dai gesuiti più fidati, i quali, a loro volta, avevano la possibilità di indottrinare secondo tali principi quei padri con i quali ritenevano di potersi esporre senza pericoli. Le indicazioni contenute nell’epilogo delineavano quindi un percorso ‘iniziatico’ per gli stessi gesuiti, che diventavano così i membri di una sorta di società segreta di cui i Monita costituivano le subdole regole. […] L’accusa di macchiavellismo, che in quegli anni in tutta l’Europa perseguitava la Compagnia di Gesù, otteneva così con i Monita la sua più esplicita conferma. Se si accettava l’autenticità dei Monita privata, l’opportunismo e la doppiezza di cui erano accusati i gesuiti non erano più imputabili al comportamento di singoli soggetti, ma rappresentavano la regola stessa della Compagnia di Gesù, cui tutti i membri dovevano assoggettarsi. I Monita venivano a costituire la prova di un ‘piano diabolico’ di quest’ordine religioso per impadronirsi delle leve del potere. Ciò risultava ancora più evidente dai capitoli che affrontavano il tema del rapporto dei gesuiti con la società e con il principe. Tali capitoli costituivano il centro di tutta la trattazione. Quelli riguardanti la disciplina interna, infatti, erano in qualche modo propedeutici e funzionali alle relazioni che gli ignaziani dovevano instaurare con l’esterno. […] L’operare dei gesuiti assumeva dunque la rilevanza di un vero e proprio ‘complotto’ ai danni della società e degli stati, e i Monita finivano in questo modo per diventare, al di là del loro significato contingente e, forse, delle intenzioni dello stesso autore, un vero e proprio modello per chiunque si accingesse a fondare una società segreta e a complottare per la conquista del potere. Non è un caso che alcuni storici abbiano avanzato l’ipotesi che Weihaupt, fondatore dell’Ordine degli Illuminati di Baviera – creata anche con lo scopo di contrastare l’influenza politico-culturale della Compagnia di Gesù sul suo stesso terreno – si fosse ispirato alle Costituzioni dell’ordine, mediate però dai Monita privata.[…] I Monita privata vennero pubblicati con il luogo immaginario di Notiberga e con la falsa data del 1612. […] Nel 1615… la Compagnia e le autorità ecclesiastiche polacche reagirono concordemente contro l’autore anonimo dei Monita privata. Il primo documento ufficiale di condanna uscì dalla penna del vescovo di Cracovia … [che] indicò come suo presunto redattore Hieronim Zahorowski, parroco di Godziec […] In Polonia vi fu una sostanziale unanimità delle posizioni e la gerarchia nel suo complesso si mostrò compata nella difesa dei padri gesuiti. Quanto a Zahorowski però, nonostante già allora fosse riconosciuto quasi con certezza come l’autore dell’opera, non si riuscì a condannarlo. […]
I Monita privata generalmente noti nel corso del Settecento non furono la versione originale concepita da Zahorovski ai primi del Seicento – che pure continuava a circolare in alcune ristampe – ma un rimaneggiamento della fine del secolo prodotto probabilmente in ambiente giansenista. La prima edizione di quella che viene definita appunto la «versione giansenista» o «moderna» fu pubblicata nel 1676 in un volume miscellaneo olandese, pubblicato anonimo. L’epiteto «giansenista» però le derivò da quella riportata nella… Tuba Magna di Enrico di Sant’Ignazio.”
Cfr.: Capitoli I e VI di S. Pavone Le astuzie dei gesuiti, Roma, Salerno, 2000
 
Tipo pubblicazione
Monografia
Pubblicazione
A Paderborne: 1661
Collocazione
LAURA Q.II.6(1)
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