Dettaglio Scheda - "Lessus in funere domestico eminentiss. ..."

[4] c. ; 4º

Il nome dell'A. a c. A2r
Marca sul front
Segn.: A⁸
Iniz. xilogr.

[Pintard insiste] sul carattere tormentato e nicodemicamente clandestino dei libertini e degli ambienti libertini francesi della prima metà del Seicento, lasciandosi un po’ alle spalle la sua vecchia tesi che egli aveva ripreso già dal Busson (La pensée religieuse française de Charron à Pascal, Paris, Vrin, 1933, p. 22), di un libertinismo francese della prima metà del Seicento, quale attardato, immiserito e quasi retrogrado masso erratico del naturalismo e meccanicismo rinascimentali, ma anche quell’altra tesi, alla prima strettamente connessa, di un libertinismo ormai esauritosi e spentosi verso la metà del Seicento, poiché “ce libertinage militant” des Le Vayer, des Gassendi et des Naudé… fut aussi un libertinage souffrant, - hésitant, embarassé de scrupules et de craintes, et qui n’arrivait à s’exprimer qu’en se reniant”, che era una valutazione negativa del libertinismo come moto intellettuale, segnatamente fallimentare, impastoiato in una impegolante erudizione arida e libresca, scevra affatto di grandi ideali proiettati verso il futuro, per cui, secondo il Pintard, Théophile de Viau, Vauquelin des Yvetaux, Gassendi, La Mothe le Vayer, Naudé, Guy Patin non erano stati che “morts avec l’apparence de vaincu, à l’arrière-garde des armées de la Renaissance”. A ratifica di tale tesi del Pintard, fin quasi ad esasperarne e radicalizzarne la tematica di fondo, venne poi il saggio di L. Febvre, Aux origines de l’esprit moderne..., nel quale lo storico fondatore delle “Annales” bollava gli scettici libertini come portatori di una cultura anacronistica e nemica del nuovo, laddove quella cultura di cui Naudé, La Mothe le Vayer, Elie Diodati e Gassendi erano stati corifei, gli parve contrassegnata da ratage, avortement, et défaite.
Cfr.: S. Zoli,  Dall’Europa libertinina all’Europa illuminista, Firenze, Cardini, 1997, p.34-35.

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