Autori
Titolo completo
Della scienza chiamata cavalleresca libri tre. Opera del sig. marchese Scipione Maffei veronese accademico della Crusca ; Seconda edizione arricchita d'un copioso indice, e dedicata a sua eccellenza il sig. Francesco Grimani Calergi
Paese
Italia
Lingua
Italiano
Descrizione fisica

20!, 417, 35! p. ; 8o

Segn.: a10 A-2D8 2E10.

Note

«Così, sullo sfondo dell’Italia primo-settecentesca, ben diversa appariva e appare, rispetto a intellettuali libertini come il Giannone e Radicati… la posizione di Scipione Maffei di fronte al mito della Cina, specialmente nella sua Della scienza chiamata cavalleresca (Roma, 1710), ove il letterato e uomo di cultura veronese, ben lungi dal lasciarsi sedurre dalle lusinghe ‘libertine’ delle questioni cinesi, quelle che avevano coinvolto l’intellighenzia europea in aggrovigliate dispute teologico-dottrinali che avevano chiamato in causa il giansenismo, il quietismo, il ‘péché philosophique’, il probabilismo, la questione della salvezza degli infedeli, il molinismo, il socinianesimo, l’arminianesimo, l’erasmismo, sia che si trattasse del ruolo ormai perissologico della religione rivelata ai fini di un’autentica eticità dell’uomo, o della validità di una religione naturale o di una morale razionale non più eteronoma, o del problema delle sterminate antichità della Cina, che venivano a sconvolgere la consolidata tradizione della cronotassi biblica, aveva procurato di lasciare (quieta non movere) placidamente inquadrata la cronologia cinese secondo il dettato biblico più ortodosso, ben guardandosi dallo spingersi nelle insidiose lande dello scetticismo e dell’ateismo: ‘Fu computato secondo le lor Memorie migliori che fin da due secoli incirca dopo il diluvio, la Monarchia, e la Scienza loro [Cinesi] avessero cominciamento’. Erano quelli anche gli anni in cui la Chiesa romana aveva preso a stringere i freni e a coartare ogni impulso alla novità religiosa [bolla Unigenitus (1713), a condanna del giansenismo; bolla Ex Illa Die (1715) di condanna dei riti cinesi], mentre sempre più si acuiva la sua azione repressiva e censoria nei confronti delle correnti filosofiche razionalistiche provenienti d’Oltralpe, culminata nella condanna del Saggio sull’intelletto umano di Locke (1734). Al Maffei… era importato di più valorizzare la Cina in senso cosmopolitico e preilluministico, poiché il mito maffeiano della Cina morale nella polemica contro il duello, nella Scienza chiamata cavalleresca (1710), non era stato un mito all’apice della sua parabola, e sia pure con prodromi tardo-cinquecenteschi, bensì un mito ancora ad uno stadio embrionale, almeno per l’Italia, germinato dal coassiale convergere tra la pubblicistica gesuitica apologetica della Cina e di Confucio e la letteratura ‘laica’, cioè non ecclesiastica, europea, talché l’incontro del Maffei con la Cina, simboleggiata da Confucius Sinarum Philosophus (1687), vero monumento in 4° della letteratura gesuitica sulla Cina, ben noto al Maffei, e l’epopea illuministica del Regno di Mezzo, nella quale quel mito morale dell’Empire de Milieu, rampollato già nel seicento in Europa, ma soltanto nei primi lustri del Settecento, in Italia, col Maffei, si sarebbe tramutato in mito etico-politico per le più peculiari tendenze socio-economico-amministrativo-politiche, e non già filosofiche, del più empirico illuminismo italico, rispetto alla Francia e all’Europa, nel suo più congeniale convertirsi in un pragmatico assolutismo conservatore. »
Cfr.: Sergio Zoli, Dall’Europa libertina all’Europa illuminista, Firenze, Nardini, 1997,  p. 518-519.

 

Vai al record dell'edizione nel catalogo online della biblioteca

Tipo pubblicazione
Monografia
Pubblicazione
In Venezia: [editore] per Luigi Pavino, 1712
Collocazione
LAURA BB.III.6
Correlati