Autori
Titolo completo
Imago primi saeculi Societatis Iesu a Prouincia Flandro-Belgica eiusdem Societatis repraesentata
Descrizione fisica

[8], 952, [24] p. : ill. calcogr. ; fol

Front. calcogr. disegnato da Philip Fruytiers ed inciso da Cornelis Galle.

Note

Pubblicato sotto la direzione dell’agiografo Jean Bolland, è il primo libro in cui viene diffusa ed esaltata l’attività missionaria della Compagnia, ed è in questo libro che per la prima volta il termine missiones viene impiegato per indicare espressamente le missioni lontane. In quest’opera, che traccia un quadro della Compagnia a un secolo dalla fondazione, l’attività missionaria occupa un posto decisamente importante, fatto del resto normale se si pensa che, in quegli anni, già si potevano annoverare cinque province gesuitiche in Asia e sette in America.
La “filosofia” dell’impegno missionario dei gesuiti è bene sintetizzata nel seguente passo dell’Imago : “[La S.J.] non muros, non oppida expugnat sed humanam voluntatem… Haec barbaros, haec reges, haec populos amica violentia capit, suisque vinculis non invitos, sponte captivos trahit, non alia re acque quam hac servitute sua laetos.” [p. 394]


Composed by faculty and students at the Jesuit College of Antwerp to mark the centenary of the Jesuit order, the Imago primi saeculi remains the fore-most document of the anniversary jubilee sanctioned by Father General Muzio Vitelleschi and celebrated worldwide between 27 September 1639 and 31 July 1640. The lavishly illustrated book is a work of mixed genre, consisting of a prose history of the order, with chapters on its founding, propagation, missionary activity, tribulations, vindication, and the Flemish-Belgian Province (instituted in 1612), each of which is glossed by emblems made up of imprese, mottos, and epigrammatic poems expounding the order's distinctive sense of its guiding principles and vocation. Oratorical set pieces, poems, and epitaphs punctuate the text, giving evidence of the rhetorical and literary formation of the order's scholastics. Salviucci Insolera's excellent monograph on the genesis and fortuna critica of the Imago situates this magnificent yet little-studied book within the cultural ambit of the Jesuit College and the artistic community of Antwerp, focusing respectively on the place of emblems and allegorical images within the collegiate curriculum; on the composition of emblemata sacra by the most gifted student academicians training in classical letters and rhetoric; and on the designers, engravers, and publishers of Antwerp, among them Philippe Fruytiers, Abraham van Diepenbeck, Cornelis Galle, Michael Natalis, and Balthasar Moretus, who collaborated with the Jesuits in the production of the Imago and its Dutch edition, the Afbeeldinghe van d'Eerste Eeuwe, likewise issued in 1640.
Cfr.: L' Imago primi saeculi (1640) e il signicato dell'immagine allegorica nella Compagnia di Gesù: Genesi e fortuna del libro (review)
Walter S. Melion, From: "Renaissance Quarterly", Volume 60, Number 4, Winter 2007, pp. 1370-1372 | 10.1353/ren.2007.0389

http://muse.jhu.edu/login?auth=0&type=summary&url=/journals/renaissance_quarterly/v060/60.4melion.pdf


Nel 1640 fu pubblicata dalla Compagnia di Gesù l’Imago primi saeculi Societatis Jesu, per celebrare il primo centenario della propria esistenza. La Compagnia era allora all’apice del suo potere. La strategia di evangelizzazione poggiante sulle missioni, inaugurata quasi nolente Societate Jesus, aveva dato frutti notevolissimi, ad Oriente come ad Occidente, tra i Cinesi come tra i selvaggi americani. Se la tattica missionaria era stata affinata dapprima in Oriente, da Francesco Saverio a Roberto de’ Nobili, fu in America meridionale, con Acosta, che i gesuiti misero a punto una strategia e una auto-rappresentazione della propria azione evangelizzatrice, che ruotava, come essi stessi dissero, sul ripudio della conquista militare, a favore della conquista spirituale. Questa impostazione, inizialmente strategia missionaria specifica ad un’area del continente americano, divenne simbolo della condotta di tutta la Compagnia di Gesù: nell’Imago si parlò di un impero di un genere assolutamente nuovo, superiore e diverso da quelli romano e spagnolo, appunto perché la soggezione che esigeva non poggiava sulla coazione, ma sulla convinzione. Il modello di questa relazione di direzione e dipendenza religiosa e politica stava nelle riduzioni gesuitiche del Paraguay. Per indagare questo nuovo e moderno genere di potere politico e religioso discuterò, quindi, in primo luogo cosa fosse in effetti la vita politica e civile delle riduzioni; in secondo luogo, quali furono le difese e le critiche che si ebbero fin dalla metà del XVII secolo di quella esperienza. Vita religiosa degna della chiesa gerosolimitana, ovvero schiavitù completa, perché capace di arrivare fin dove la schiavitù classica non arrivava, ossia nella coscienza degli individui? Il potere spirituale, per adoperare una formula di Comte, era condizione di libertà, o presupposto di una nuova servitù?

Cfr.: G. Imbruglia (Università di Napoli L’Orientale) Una servitù moderna? Il caso delle riduzioni gesuite e il potere spirituale, in XXXIII Convegno Internazionale G.I.R.E.A.- Dipendenza ed emarginazione nel mondo antico e moderno. Dépendance et marginalisation de l’antiquité à l’âge contemporaine. Napoli-Ascea 30 settembre-3 ottobre 2009 - Abstracts, p. 11: http://www.dptromano.unina.it/prof/GIREA09_SitoWeb/GIREA09/Abstracts.pdf
 

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Tipo pubblicazione
Monografia
Pubblicazione
Antuerpiae: [editore] ex Officina Plantiniana Balthasaris Moreti, 1640
Collocazione
2.E.IV.2
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