[12], 557, [7] p. ; 12°
Insegna dei Gesuiti sul frontespizio
Iniz. e fregi xilografici
Segn.: †⁴ A-Z¹² 2A⁶
Manuel de Sà morì ad Arona il 30 dicembre 1596.
Opera pubblicata per la prima volta a Venezia nel 1594 (e messa all’Indice nel 1603), decisamente più radicale ed esplicita del famoso, e parimenti condannato, De rege et regis institutionis di Juan de Mariana, col quale condivideva la liceità di ricorrere in determinati frangenti al regicidio. “E interessante notare come Pasquier [nel suo Catéchisme, nda], riprendendo due articoli dell’opera di Sa – presenti nell’edizione veneziana del 1595 ma soppressi in quella parigina del 1601 – intervenisse sul testo di uno degli articoli per avvalorare la sua tesi sui gesuito monarcomachi. L’articolo di Sa che recitava : «Crimen lesae majestatis non incurrit, qui non est principi subditus», veniva infatti trasformato nel seguente : «Clerici rebellio in regem, non est crimen lesæ majestatis, quia non est subditus regi», dove all’indeterminatezza del soggetto in Sa, si sostituiva il «clericus», più direttamente identificabile con il gesuita. Pasquier prendeva Sa ad esempio per dimostrare che tutti gli atti contro i sovrani compiuti dai gesuiti, o quantomeno sotto la loro diretta influenza, non erano imputabili a casi specifici di insubordinazione, ma erano una diretta conseguenza del dibattito teorico che si era sviluppato all’interno della Compagnia. Erano – in altre parole – l’espressione della vera essenza dell’ordine.”
Cfr.: Sabina Pavone, Le astuzie dei gesuiti, Roma, Salerno, 2000, pp. 218-219.