Autori
Titolo completo
Ioan. Bodini andegauensis galli  De republica libri sex, latine ab avctore redditi, multo quam antea locupletiores. Cum indice locupletissimo
Paese
Germania
Lingua
LATINO
Descrizione fisica

[16], 1221, [83] p. ; 8o

Segn.: )?(8 A-4G8 4H4 4I-4N8.

Su front. stampato in rosso e in nero marca xil. del tip. (il Tempo)
Cors. ; gr. ; rom
C. 4H4 bianca

Note

Uno dei temi fondamentali di De la republique...  è quello climatologico esposto nel pseudoepigrafo trattato di Aristotele indirizzato ad Alessandro Magno, erroneamente interpretato da  Ruggero Bacone in forza di una fallace  traduzione e che poi tornò in auge all’epoca del libertinage érudit  con funzione essenzialmente scristianizzante e dissacrante. Per altro verso questa stessa opera di Bodin si presta a uno ‘sfruttamento’ da parte dei cosiddetti ‘libertini eruditi’ a causa delle lodi, all’epoca e in certi contesti molto in voga, della società cinese [Nota 1], vista come un esempio di prudenza, di immobilità ideale e persino di tolleranza in paradigmatica contrapposizione all’intolleranza e alle violenze indotte, in Europa, dalla presenza di confessioni religiose risolutamente contrapposte. Ed è proprio in certi recessi, seppur non esclusivamente, dell’ambiente dei ‘libertini’ che la memoria della pratica speculativa e operativa delle attività cabalistica e alchemica poté, in qualche modo, conservarsi. L’intrinseca ambiguità dell’opera di Bodin non sfuggì però all’attenta vigilanza dell’Inquisizione. Ecco quanto risulta da una lettera individuata da John Tedeschi (Il giudice e l’eretico.. Studi sull’Inquisizione romana Milano, Vita e Pensiero, 1997, p. 165-66) tra i documenti dell’Inquisizione fiorentina : (t. 2, f. 163) “ ... Con questa occasione si fa intendere a V. R. come sin dall’anno 1591 per ordine della felice memoria di Gregorio XIII fu proibita la Repubblica di Giovanni Bodino in qualsivoglia lingua che si trovasse, o fusse stata tradotta, come opera ripiena di errori et empietà, ancoraché si dicesse di essere stata corretta et emendata. Per il che V. R. farà diligentia et ordine espresso che non se ne legga, ne se ne tenghi alcuna, e trovandosene le facci tutte brugiare. Et appresso sono state prohibite tutte le altre opere sue sino che siano reviste o espurgate dalla Sacra Congregatione sopra l’Indice de’ Libbri Prohibiti, et anco la Demonomania. Per il che ella le sospenda tutte sino ad altro ordine, ne permetta che si vendano o concedano... Di Roma a XI di Marzo 1592. Di V. R. come fratello, Il Cardinale di Santa Severina [Giulio Antonio Santorio, cardinale di Santa Severina (1532 - 1602)]”.

Nota 1: Un vivo interesse per l’Oriente, e per la Cina in particolare, è infatti manifestato da  Jean Bodin  per il quale i cinesi sono definiti “les plus ingénieux hommes et les plus courtois du monde” e dal pacifista Eméric Crucé (Nouveau Cynée, ou discours d’Estat représentant les occasion et les moyens d’établir une paix général et la liberté de commerce pour tout le monde Paris, 1623). Dice ancora Zoli (Dall’Europa libertina all’Europa illuminista p. 237) : “... sarà da rilevare che quella sulla Cina, da parte della cultura ‘laica’, nella Francia del Seicento, fu una letteratura di sapore non solo genericamente orientale o orientaleggiante dai risvolti sfumatamente eterodossi, bensì una letteratura sostanzialmente libertina o quanto meno sinologico-orientale, ma di sapore libertino, nel senso e nella misura in cui venne a maturare e a incastonarsi nel vivo della esperienza storico-culturale del libertinage érudit, in quel suo primigenio germinare, nell’epoca richelieuiana, e in seguito mazzariniana e del Roi Soleil, con tutte le metamorfosi che il libertinage érudit avrebbe subito tra la prima metà e la seconda metà del Seicento, e dal tardo Seicento al primo Settecento.”  Nel contesto di queste metamorfosi, non da ultimi si devono rilevare da un lato quegli addentellati con il fenomeno rosacrociano e ciò che questi rappresentò nell’ambito alchemico e, per un altro verso, quei prodromi della scienza moderna che si manifestarono nella Royal Society of London (come nelle altre che di lì a poco videro la luce sul continente), e dall’altro lato per l’influenza che tali metamorfosi ebbero sull’affermarsi, nella seconda metà del Seicento, di quelle teorie pre-adamitiche sulle quali già si erano pronunciati, tra gli altri, quei significativi personaggi legati al contesto magico cabalistico e alchemico quali Giordano Bruno e   Paracelso.
 

A proposito di Jean Bodin è anche interessante citare l’opinione di Giorgio Galli : “Richelieu conosceva bene la cultura esoterica dell’ambiente di Maria de’ Medici, sua protettrice nel 1616 e negli anni immediatamente successivi, e forse ne rimase anche influenzato. Di lui si potrebbe dire, come di Bodin [sott. agg., nda], grande persecutore di “streghe” e al tempo stesso tra i maggiori pensatori politici e teorico dello Stato moderno, che combatteva una cultura, nella quale forse era stato in qualche misura coinvolto, anche per sottrarsi alle accuse di esserlo stato. Si può supporre... che Richelieu (come forse Bodin) si sia interessato di cultura esoterica sino a che la base del suo potere fu l’ambiente della regina madre, salvo mutare questo atteggiamento e combattere questa cultura quando sarà percepita come un pericolo per l’ordine che si accinge a istituzionalizzare...”
Cfr.: G. Galli, La politica e i maghi, Milano, Rizzoli, 1995, p. 15.   
 

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Tipo pubblicazione
Monografia
Pubblicazione
Francofurti: [editore] impensa haeredum Petri Fischeri, 1609
Collocazione
3.SS.VII.5
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