295 p. ; 8°
Opera stampata probabilmente in Toscana: cfr. Parenti, p.17
Segn.: A-T8
«Che i Monita venissero interpretati e utilizzati all’interno di un ben più grande dissidio fra Stato e Chiesa risulta evidente dal fatto che una delle più importanti edizioni settecentesche, pubblicata con una lunga introduzione attribuita all’abate piemontese Luigi Capriata con il titolo de I lupi smascherati, circolò...a Roma a partire dal 1760, provocando violente reazioni da parte delle autorità ecclesiastiche e l’arresto del famoso libraio Niccolò Pagliarini, accusato di essere lo stampatore del pamphlet...
La traduzione dei Monita privata era infatti accompagnata da un dettagliato resoconto delle malefatte compiute dai gesuiti in Portogallo, anch’esse valutate alla luce delle Istruzioni segrete... Si riproponeve quindi il caso del gesuita Malagrida, accusato di aver complottato contro la vita del re Giuseppe I.
Accanto ai Monita, tornava dunque alla ribalta l’altra tipica accusa contro la Compagnia: quella di essere tout court dei monarcomachi e di aver complottato in più di un’occasione contro la vita dei sovrani loro ostili... [Dalla introduzione del Capriata trapela il ] clima fortemente ostile che circondava i gesuiti anche in una città come Roma che, per elezione, aveva sempre costituito il caposaldo della Compagnia e, conseguentemente, per sottolineare come dalle accuse astratte si passi all’invettiva diretta e personale.
Il legare gli assunti teorici dei Monita ad esempi concreti non era completamente nuovo, ma non si era mai arrivati ad un tale livello di diffamazione che testimonia del contesto rovente in cui i Lupi smascherati vennero pubblicati. Questo libello ebbe infatti una grande fortuna e venne tradotto anche in tedesco da Friedrich Le Bret, esponente della scuola storica di Göttingen, autore della Geschichte von Italien, nonché editore e traduttore del Sarpi.»
Cfr.: Sabina PAVONE Le astuzie dei gesuiti Roma, Salerno, 2000, p. 127-130.
Vai al record dell'edizione nel catalogo online della biblioteca