Autori
Titolo completo
De christiana expeditione apud Sinas suscepta ab Societate Iesu ex P. Matthaei Riccii eiusdem Societatis commentariis, libri 5. ... Auctore P. Nicolao Trigautio Belga ex eadem Societatis
Paese
Francia
Descrizione fisica

[16], 608 [i.e. 628, 12] p., [1] c. di tav. ripieg. : front. calcogr. ; 4º

Segn.: ā⁴ē⁴ A-4L⁴
Ripetute nella numerazione le p. 606-608
Bianca l'ultima c

Front. calcogr. sottoscritto De Fornazeris J.

Note

Opera scritta sulla base delle note e delle riflessioni di p. Matteo Ricci, sebbene “le aggiunte e le modifiche apportate dal Trigault snatur[i]no in parte il testo originale… Comunque a partire dal momento della sua pubblicazione la versione di Trigault ebbe un enorme successo : in pochi anni furono pubblicate traduzioni in tedesco (Ausburg, 1617), spagnolo (Siviglia, 1621), italiano (Napoli, 1622), inglese (Londra, 1625).” Cfr.: Oriente Libri cinesi e giapponesi della Biblioteca Nazionale: Biblioteca Nazionale Centrale, Roma 13 marzo – 13 aprile 1996, Roma, Bardi, 1996, scheda n° 23.

De christiana expeditione apvd Sinas was the work which first conveyed Ricci’s accomodation policy to a wide European audience. It was the fruit of two collaborators who never met – Ricci and the Belgian Jesuit Nicholas Trigault … Fr. Trigault arrived in Macao in 1610, but Ricci died in Peking on May 11th 1610 and Trigault didn’t reach the capital until December of 1611. In response to a request from the General of the Society of Jesus, Claude Acquaviva, Ricci had begun to write in Italian a history of Christianity relatively late during his residence in China – that is, in the years 1608-1610 – though whether he intended the work to be published is uncertain. The manuscript was found in Ricci’s desk after his death. In order to insure its survival, a copy in Italian was made as well as a translation into Portuguese. Late in 1612, the new mission superior, Fr. Longobardi, appointed Trigault as procurator whose task was to return to Europe in order to promote Jesuit mission interests. Trigault stated that his first thought upon being selected for this office was of translating and publishing Ricci’s manuscript. Trigault was regarded as a skilled Latinist whereas Ricci’s literary Italian had become rusty from limited use in the nearly thirty years since leaving Italy. So it appears that part of Trigault’s contribution to this work was to improve its literary quality.”

Cfr.: David E. Mungello Curious Land. Jesuit Accomodation and the Origins of Sinology Honolulu, Hawaii University Press, 1989, p. 48.

Contrariamente alla maggior parte delle opere di gesuiti sulla Cina e le sue tradizioni, il libro di Trigault non sopravvaluta la situazione cinese, descrivendola invece con tono assai disincantato, al punto addirittura di soffermarsi con attenzione sulle numerose superstizioni caratteristiche dei cinesi di ogni categoria sociale. Ė bene ricordare che questo atteggiamento di Trigault era reso possibile dal fatto che la Compagnia non era ancora coinvolta nella lunga controversia sui Riti cinesi e dunque non ancora aveva adottato l’esasperata strategia di difesa di tutto quanto concernesse la Cina e, soprattutto, non ancora cercava in maniera sistematica di ricondurre tradizioni e credenze cinesi ad analoghe forme della tradizione giudaico-cristiana.
Fu in questo periodo, durante il generalato di Claudio Acquaviva, che a Roma si incrociavano diversi tipi di problemi riguardo l’attività missionaria. Da un lato c’era un progetto di congregazione secolare nel quale Juan Bautista Vives si poneva come figura centrale tra i vari ordini al fine di concretizzare il suo progetto di seminario. C’erano poi i progetti, da parte di ognuno dei vari ordini, di fondazione di seminari a Roma al fine di formare personale specializzato nella missione apostolica e, fatto non meno importante, di slegare l’evangelizzazione dal controllo delle potenze coloniali. “Questi progetti si incrociavano con altre richieste di un intervento diretto del pontefice nelle materie missionarie che venivano da istanze completamente diverse. Ad esempio, in una prospettiva soprattutto teorica, Tommaso Campanella auspicava nel Quod reminescentur (1615-18) un ruolo di coordinamento del papa dell’azione missionaria portata avanti dalle potenze civili. Molto più concretamente, il gesuita Nicolas Trigault, tornato dalla Cina per reclutare missionari, sosteneva la necessità della ripresa del funzionamento della Congregazione clementina ‘de fide propaganda’ [fondata da Clemente VIII su probabile ispirazione di un memoriale del gesuita Possevino, e riunitasi per la prima volta l’11 agosto 1599] per poter organizzare meglio presso la diocesi la raccolta sistematica di fondi per le missioni, sempre legate all’alea del finanziamento delle corone. Il 6 gennaio 1622 Gregorio XV fondò la Congregazione de Propaganda Fide…”
Cfr.: Giovanni Pizzorusso La Compagnia di Gesù, gli Ordini regolari e il processo di affermazione della giurisdizione pontificia sulle missioni tra fine XVI e inizio XVII secolo in: I gesuiti ai tempi di Claudio Acquaviva. Strategie politiche, religiose e culturali tra Cinque e Seicento Brescia, Morcelliana, 2007, p. 55-85.

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Tipo pubblicazione
Monografia
Pubblicazione
Lugduni: [editore] sumptibus Horatii Cardon, 1616
Collocazione
2.E.Vbis.52
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