XLIV, [8], 407, [1] p. ; 12º
Iniz. xilogr
Segn.: *-2*¹² A-R¹² S²
Front. stampato in rosso e nero
Opera attibuita a Giulio Clemente Scotti; cfr. Biographie universelle ancienne et moderne, XXI, p. 210
“[…] questo celebre testo, di dubbia attribuzione, perlopiù attribuito al gesuita piacentino Giulio Clemente Scotti (1602 – 1669), uscito poi dall’Ordine, apparso per la prima volta nel 1645. In esso, sotto le sembianze di un viaggio immaginario, si descrivono le presunte volontà egemoniche della Compagnia nella sfera politica; sotto travestimento religioso i Gesuiti ambirebbero soltanto allo stabilimento di una monarchia universale sotto il loro controllo. Il testo propone anche una riforma dell’Ordine e lo sradicamento dei suoi abusi nella sfera religiosa e secolare […] In epoca più recente, G. Spini, in Ricerca sui Libertini, cap. III/p.217 e segg., propende per l’attribuzione a Melchior Inchoffer (1548 – 1648), sulla scorta dell’Aprosio e del Naudé: ‘Il vero autore della Monarchia sarebbe stato l’Inchoffer, amico tanto di quell’Allacci, cui fu dedicata l’operetta, quanto di quello Scotti, che fuggendo a Venezia (proveniente da Roma) recò evidentemente il manoscritto con sé e ne curò la pubblicazione’.”
Cfr.: Catalogo De Societate Jesu (da p. 94, n. 244) edito dalla Libreria antiquaria Soave – Torino. - http://woodstock.georgetown.edu/library/lib_files/De_Societate_Jesu.pdf
Vai al record dell'edizione nel catalogo online della biblioteca