La Direttrice Maria Concetta Petrollo si rivolge al pubblico della nostra biblioteca postando sul profilo Facebook  la seguente lettera:

Lettera aperta ai frequentatori della biblioteca universitaria di Genova

Rispondo, con questa lettera, agli interrogativi sullo stato dell’arte della biblioteca, interrogativi che giungono dagli abituali frequentatori della biblioteca universitaria di Genova e dai cittadini di questa meravigliosa, concreta, lavoratrice, seria e culturalmente vivace, città.
Niente è drammatico come il fatto di impedire la consultazione dei volumi e dei documenti conservati nelle biblioteche: il nostro lavoro, quello di amministratori pubblici, dovrebbe, sempre, muoversi nella direzione di favorire il funzionamento dei servizi pagati , e profumatamente, dalla collettività, nel nostro caso la lettura delle nostre fonti, con ciò intendendo quanto da noi viene tutelato e custodito affinché sopravviva nei secoli, garantendo che sia mantenuta la memoria storica del nostro Paese. 
E dunque vorrei subito sottolineare che il mio personale impegno è quello di procedere in questa direzione, l’unica che qualifica la mia funzione . Vado quindi a spiegare quali sono i vincoli che hanno creato l’assurda situazione di avere una sede chiusa ( Via balbi 3) ed una sede nuova ( Via balbi 40) solo parzialmente aperta.
Non sto a ripetere qual è stato il lavoro da me svolto in questi quasi tre anni di direzione, era mio dovere e l’ho fatto nel modo che ritenevo più efficace e quello che ho fatto ed il suo significato ( aprire finalmente la nuova sede dopo anni di chiusura, chiudendo la sede, onerosissima di via Balbi 38 dove si era in affitto, e riportando alla dignità di raccolta “fondante” i Fondi gesuitici depositati nel magazzino, inibito al pubblico di via XX Settembre ) è sotto gli occhi di tutti.
I vincoli attuali sono:
• Una mai tranquilla legislazione sulla sicurezza grazie alla quale gli amministratori pubblici sono costretti a continuamente redigere nuovi progetti, cambiare gas, modificare disegni, movimentare scaffali, ampliare spazi e rivedere impiantistica e vie di fuga, tutto ciò in un momento in cui non ci sono più risorse economiche, almeno per i Beni culturali, legislazione che ha portato, nel caso in questione, alla chiusura di via Balbi 3.
• La lentezza delle procedure amministrative che sta portando solo ora all’arredo delle sale di consultazione di via Balbi 40 e che non ha avuto, finora (!!) finanziato la scaffalatura a compactus del deposito librario di via Balbi 40, in mancanza della quale i volumi depositati nel deposito Lips Vago di via Balbi 3, circa 12mila metri lineari, ma stiamo nuovamente verificando metro alla mano, rimangono prigionieri dello stesso, inagibile.
• La mancanza di manutenzione( dal 2004, data, mi si dice, di chiusura dei lavori di restauro, ma non ne sono sicurissima, resta il fatto che tutti voi avrete ben visto da quando non c’erano più maestranze al lavoro nell'immobile) della nuova sede che ha portato, essendo essa chiusa e non funzionante, al deperimento ed al mancato controllo sulla funzionalità dell’immobile che, solo ora, lavorandoci dentro, può essere vista in tutti i suoi aspetti.
• La scarsità dei fondi su cui si può contare per il funzionamento della nuova sede ( scarsità che impone che siano altri soggetti, se interessati, a farsi carico delle spese di adeguamento, restauro e funzionamento della vecchia sede).

Come tutti potete immaginare questi non solo vincoli da poco e non sono sicuramente affrontabili solo con lo sforzo, inesausto e continuo del Ministero attraverso la Direzione regionale della Liguria, ma, credo che, in questo particolare momento, debbano coinvolgere tutta la comunità, le comunità genovesi, in sostegno civile che si affianchi al lavoro amministrativo e politico.
Su questo tema del dialogo operativo con l’Associazionismo e la Comunità degli studenti e dei frequentatori della biblioteca e con l’Università degli Studi di Genova, mi pongo, per quanto può valere, sicuramente a disposizione, convinta che molto possa la comune azione degli uomini di buona volontà.

Maria Concetta Petrollo
(direttrice della Biblioteca)