Incontro con Adriana Antolini, Dario Arnaldi, Luigi De Gennaro, modera Lino Nobili
Ogni notte, quando ci addormentiamo, sprofondiamo progressivamente nel sonno. La nostra coscienza svanisce per riemergere nei nostri sogni, di cui non sempre conserviamo il ricordo al nostro risveglio. Tuttavia, per quanto sembriamo staccati dal mondo e pressoché privi di esperienze sensoriali, mentre dormiamo impronte e memorie di vita, anche profonde, si disegnano nel sonno e nei nostri sogni. Oggi sappiamo che il sonno interviene nel consolidamento dei ricordi fin dai primi giorni di vita, quando i nostri circuiti neurali subiscono rapidi e importanti processi di evoluzione. Un processo che prosegue fino all’età più avanzata, quando la nostra cosiddetta capacità mnesica si riduce. Nel sonno, e nel sogno, si consolida quanto appreso durante la veglia, che si tratti di schemi motori o di esperienze emozionali di varia natura, piacevoli e non. Questo processo influisce significativamente sulla nostra efficienza e, in generale, sulla qualità di vita delle nostre giornate. La quantità e la qualità della nostra veglia, viceversa, lasciano a loro volta impronte nel sonno, che riusciamo a studiare attraverso tecniche di analisi elettrofisiologiche e metaboliche dell’attività del nostro cervello. Studi recenti hanno mostrato che è anche possibile vedere le impronte dei nostri sogni nel momento del sogno stesso, senza contare che oggi sappiamo che le nostre caratteristiche genetiche lasciano impronte specifiche e ben riconoscibili sulla struttura del nostro sonno.
In collaborazione con Università degli Studi di Genova - Dipartimento di Neuroscienze Riabilitazione Oftalmologia Genetica e Scienze Materno-Infantili
Conferenza nell'ambito del Festival della Scienza 2023
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