Ministero della Cultura - Direzione Generale Biblioteche e Diritto d’Autore
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Responsabile: Paolo Giannone
La partecipazione femminile alla vita di Genova
Lo storico Daniele Zucconi dialoga sulla partecipazione alla vita di Genova delle Donne con Antonello Mura, partendo da una nota di un cronista contemporaneo, Fazio degli Uberti, fino alla diretta loro partecipazione alla edificazione delle Mura del Barbarossa.
Io dico che i demoni dello InfernoNon son sì neri, come stan dipinteLe donne quivi, che più non ne scerno,Che gli occhi e i denti sì son forte tinte.(dal Dittamondo di Fazio degli Uberti)
Il Dittamondo è un lungo poema scritto da Fazio degli Uberti verso la metà del XIV secolo. Anche se la critica non è unanime nell’affermare il valore poetico dell’opera rimasta incompiuta, il poema si può considerare come una sorta di enciclopedia del sapere medievale che, tra i vari argomenti d’interesse, racchiude una storia di Roma e del suo impero vista con gli occhi disincantati di un’anziana donna. Negli ultimi anni, il Dittamondo ha suscitato l’interesse di specialisti della Roma medievale, soprattutto per le informazioni topografiche ed archeologiche in esso contenute. Discendente da una famiglia fiorentina di tradizione ghibellina, Fazio degli Uberti, probabilmente nato a Pisa all’inizio del XIV secolo, era favorevole ad una restaurazione imperiale. L’articolo di Juan Carlos D’Amico è incentrato sull’analisi specifica di una serie di versi che trattano della nascita e dell’evoluzione del Sacro Romano Impero così come delle vicende di alcuni dei più importanti imperatori medievali. L’analisi include anche una serie di versi di altre poesie minori che riflettono l’ideologia imperiale del tempo e suggeriscono una proposta politica ben specifica per il futuro della penisola italiana.