Approfondimento storico
“La Strega”, con le sue due prosecuzioni “La Maga” (24 luglio 1851- 18 novembre 1856) e “La Vespa” (25 novembre 1856-26 febbraio 1857) costituì il segno della vivacità della stampa genovese nel “decennio di preparazione”, della sua carica politica e partecipativa, democratica – di ispirazione mazziniana -, in questo caso satirica. Fu un giornale illustrato appartenente al filone della carta stampata umoristica che iniziò ad utilizzare il disegno come antesignano della vignetta fin dalla testata (si pensi, in riferimento, a “Il Fischietto” con i fendenti firmati da Francesco Redenti). Secondo Della Peruta, “La Strega” si impose “senza possibilità di confronto su altre iniziative del genere tentate nella “città ligure”, dai democratici “Fra Burlone” (20 dicembre 1849-9 maggio 1850), “Il Diavolo zoppo” (7 maggio-29 maggio 1850), “L’Inferno” (27 maggio - 21 luglio 1850), “L’Arlecchino” (4 dicembre 1850-29 gennaio 1851) e il più tardo “Il Cannocchiale” (29 novembre 1858-17 gennaio 1859).
Fu dominante anche per diffusione, nonostante i sequestri, la scomunica di Pio IX e il divieto di circolazione in tutti gli Stati tranne che in quelli sardi: con l’identità della “Maga” nel 1853, secondo i dati trasmessi dalla Direzione delle poste all’Intendente, a Genova, superò sia l’ufficiale “Gazzetta di Genova” sia il mazziniano “L’Italia e Popolo” – dati riportati da Montale –. Le sue pubblicazioni sarebbero cessate quando la battaglia intrapresa, con punte di aggressività accesa, sarebbe stata resa vana dalla crisi della democrazia risorgimentale e dallo spostamento graduale dell’opinione pubblica sulle posizioni del concorrente “Il Movimento” e su un più generale lealismo sabaudo. Sulla fondazione come sui suoi collaboratori (emigrati politici, secondo Balestreri) non si hanno documenti certi, e la ricerca storiografica ha stabilito che il foglio sorse a pochi mesi dai fatti del ’49 per iniziativa degli avvocati Luigi Priario e Giacomo Borgonovo. Nicolò Dagnino, il tipografo, editore di gran parte degli scritti mazziniani, funse da direttore ufficiale. |