Camillo BENSO conte di CAVOUR (Torino 1810-1861)

 

Nasce il 10 agosto 1810 a Torino da famiglia nobile. Indirizzato alla carriera militare, a sedici anni esce dall'Accademia militare con il grado di sottotenente del genio.
Negli anni successivi si dedica all'agricoltura e alle scienze economiche e sociali. Partito per l'Inghilterra, nel 1835 pubblica un "Extrait" dell'inchiesta inglese sulla tassa dei poveri. Tornato in Italia, rivolge i suoi interessi alla pratica di nuovi sistemi di conduzione e coltivazione. Partecipa inoltre a diverse imprese e sodalizi, tra cui l'Associazione Agraria.
Nel 1847 fonda il giornale "Il Risorgimento", che esaltava l'indipendenza del Paese anche senza il Papa, e la concessione della libertà economica, religiosa e politica.
Nel giugno del 1848, viene eletto deputato.
Nel 1850, essendosi messo in evidenza nella difesa delle leggi Siccardi (promosse per diminuire i privilegi riconosciuti al clero, prevedevano l'abolizione del tribunale ecclesiastico, del diritto d'asilo nelle chiese e nei conventi, la riduzione del numero delle festività religiose e il divieto per le corporazioni ecclesiastiche di acquistare beni, ricevere eredità o donazioni senza ricevere il consenso del Governo) Cavour viene chiamato a far parte del gabinetto D'Azeglio come ministro dell'agricoltura, del commercio e della marina. Successivamente viene nominato ministro delle Finanze. Con tale carica assume ben presto una posizione di primo piano, fino a diventare presidente del Consiglio il 4 novembre 1852. Tenta di fare del Piemonte un paese moderno, dando impulso ai commerci, all'istruzione, all'esercito; avvia grandi opere pubbliche e riordina l'amministrazione dello Stato.
Una delle imprese che dimostrano la sua abilità, è l'organizzazione della spedizione dei Mille, che si conclude con l'annessione dell'Umbria e delle Marche, giungendo poi alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1861.

Muore il 6 giugno dello stesso anno, logorato dalla fatica. Cavour è considerato uno dei più grandi tra le figure della storia d'Italia, per la sua fede nella libertà, per la visione della realtà politica e per il suo genio diplomatico.


Bibliografia: H. Hearder, Cavour, 1994 (Ediz. Ital. Cavour. Un europeo piemontese), Bari, 2000; A. Servidio, L'imbroglio nazionale: unità e unificazione dell'Italia (1860-2000), Napoli, 2000; D. Mack Smith, Cavour. Il grande tessitore dell'unità d'Italia, Milano, 2001; L. Del Boca, Indietro Savoia! Storia controcorrente del Risorgimento, Milano, 2003; R. Romeo, Vita di Cavour, Bari, 2004; G. Di Fiore, Controstoria dell'Unità d'Italia: fatti e misfatti del Risorgimento, Rizzoli, Milano, 2007; Camillo Benso conte di Cavour, (a cura della Commissione Nazionale per la pubblicazione dei carteggi del Conte di Cavour), Epistolario, 18 volumi, Firenze, 1970-2008 (varie edizioni di alcuni volumi); M. Della Luna, Basta con questa Italia. Secessione, rivoluzione o emigrazione?, Bologna, 2008; A. Cabiati, Cavour. Fece l'Italia, visse con ragione, amò con passione, Treviso, 2010; Camillo Benso conte di Cavour, Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Camillo_Benso,_conte_di_Cavour>  (ultima consultazione 17.08.2010).



ritratto di Camillo Benso conte di Cavour
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