Antiche guide topografiche di Roma per pellegrini e viaggiatori dei secoli XVI-XVIII

Piccola esposizione in occasione dell'anno giubilare

A cura di Alberta Bedocchi e Oriana Cartaregia

30 marzo - 30 aprile 2000

con aggiunte del gennaio 2016

Più di altri centri dell'Occidente Roma conobbe nell'Alto Medio-evo abbandono e spoliazioni. Saccheggi, epidemie e carestie ne ridussero sensibilmente l'abitato. Antichi e nobili edifici vennero abbandonati, boschi e campi invasero antiche aree urbane. Sebbene semi distrutti e sottoposti a spoglio sistematico per il riuso dei loro materiali edilizi, gli antichi monumenti di Roma imperiale restavano tuttavia ancora visibili e le loro rovine destavano ammirazione a confronto con la povera edilizia medievale.

Ma se la presenza di questi resti fu incancellabile all'occhio di abitanti e visitatori durante tutti i 'secoli bui' del Medio Evo, della loro reale identità si perse quasi del tutto la memoria ed essa si andò confondendo con gli elementi leggendari e favolosi dell'immaginario medievale.
 

Il configurarsi di Roma come centro spirituale della cristianità e la presenza nella città di memorie sacre al culto cristiano (la tomba di Pietro, le reliquie di molti martiri, le catacombe) presero ad attirare intanto pellegrini da tutta Europa, in un flusso che, a partire già dal IV secolo, non conoscerà interruzioni nonostante i rischi del viaggio e la crescente insicurezza delle strade. Si faceva intanto strada l'idea del destino provvidenziale di Roma, le cui premesse erano poste proprio nell'antica grandezza della città. Le rovine di Roma imperiale diventano così il punto di innesto delle due realtà, la testimonianza concreta della continuità storica in un disegno provvidenziale.

Nascono allora, ad uso dei pellegrini, elenchi di siti notevoli per la presenza di reliquie e memorie sacre. Dai semplici elenchi delle sepolture più venerate, come le Deposizioni dei vescovi e dei martiri e i Cataloghi cimiteriali, si passa via via agli Itinerari che guidano i pellegrini da un cimitero all'altro di Roma, come la Notitia ecclesiarum urbis Romae, testi compilati forse a Roma per uso locale ma presto portati all'estero, trascritti e tramandati per l'uso e la conoscenza dei numerosi pellegrini d'oltralpe. In essi viene conservata anche memoria degli antichi edifici pagani, siti e centri urbanistici o sacrali della Roma antica: archi, acquedotti, obelischi, teatri, i colli, il Campidoglio, il Foro. Roma diventa così luogo di pietre che si ammantano di saghe, leggende, fatti miracolosi alla luce dei quali vengono identificate.

Risale probabilmente al XII secolo la più antica redazione di un vero e proprio itinerario romano che illustra, accanto ai luoghi di culto, anche i principali monumenti pagani seguendo un ordine topografico che si basa sullo schema degli antichi Cataloghi regionari: è il testo dei Mirabilia urbis Romae, redatto forse dal canonico Benedetto a Roma negli anni 1140-43 e poi riprodotto da molti autori italiani e stranieri con aggiunte, modifiche e rimaneggiamenti per meglio adattarlo allo scopo di guida per visitatori. Nei successivi XIV e XV secolo alla parte topografica del testo vennero affiancate liste di reliquie e indulgenze, e in questa forma l'opera passò alla stampa.

Nel frattempo i più mirati e critici studi degli umanisti andavano elaborando una conoscenza dell'antico che alle saghe e leggendarie memorie medievali sostituiva la testimonianza degli autori classici. Nasceva l'antiquaria, che alle fonti letterarie cominciava ad affiancare l'analisi dei reperti antichi: uno dei suoi campi d'elezione fu, naturalmente, l'antica topografia di Roma e l'identificazione dei suoi monumenti. Le basi di questi studi furono posti dall'umanista Flavio Biondo con l'opera Roma ristaurata.

Sulla scia di Flavio Biondo altri umanisti antiquari nel XVI secolo si interessarono in maniera 'scientifica' dell'antica topografia di Roma e la neonata stampa favorì la diffusione delle loro opere: Andrea Fulvio (Antiquitates urbis Romae), Pirro Ligorio (Libro delle antichità di Roma), Bartolomeo Marliani (Urbis Romae topographia). Questo fervore di studi portò ad una più precisa conoscenza dei resti dell'antica Roma e dei suoi siti antichi, che ebbe anche un riflesso nell'editoria delle guide per pellegrini, alla cui diffusione aveva nel frattempo fortemente contribuito l'istituzione degli anni giubilari, e la cui produzione non conoscerà da lì in poi interruzione.

E' possibile così seguire, lungo tutti i secoli XVI e XVII, un duplice filone di guide topografiche: quello per così dire 'colto', che si basa più scientemente sugli studi degli antiquari, fino a confondersi con essi, e un filone più 'popolare', che ripete lo schema e in parte il testo dei Mirabilia, anche se ne elimina le ingenuità più palesi. La dicotomia verrà superata nel XVIII secolo, quando una fiorente editoria 'turistica' produrrà guide di Roma che si presentano ormai come veri e propri bedeker moderni, attenti agli aspetti storici e artistici, documentati anche con numerose illustrazioni.

Che cosa intendiamo per:

Antiche guide topografiche di Roma per pellegrini e visitatori dei secoli XVI-XVIII?

Si tratta di opere che 'percorrono' con carattere di continuità l'editoria popolare e quella più colta, dal XVI al XVIII secolo (e oltre, naturalmente), e che hanno lontani precedenti in una tradizione manoscritta medievale, a sua volta traente origini dall'età tardo antica. Sono itinerari devozionali nati in concomitanza al diffondersi della pratica del pellegrinaggio a Roma in età altomedievale, e rinsaldata dall'istituzione delle scadenze giubilari. Le guide manoscritte medievali sono oggi note attraverso 'famiglie' di codici già sufficientemente indagate, e vengono generalmente indicate con il termine di Mirabilia (o Mirabilia Romae) perché, oltre all'illustrazione dei siti notevoli per il pellegrino (reliquie sacre, indulgenze, chiese illustri), contengono annotazioni sulle altre 'meraviglie' di Roma, cioè i resti e le memorie dell'antica Roma caput mundi ingenuamente amplificati con leggende sacre e profane, nell'intento di dimostrare che tutto a Roma era straordinario, monstruosum, mirandum, admirabile, come doveva convenirsi alla capitale della cristianità. Il prototipo di queste guide sembra risalire ad un testo di Benedetto Canonico della prima metà del XII sec., a sua volta basato sugli itinerari tardo antichi, come l'Itinerario di Einsiedeln (VIII sec.), che avevano continuato a mantenere memoria degli edifici pagani e delle epigrafi, secondo un interesse per le antichità, che a Roma non si era mai spento. Nell'epoca di passaggio dai codici alla stampa, su questa tradizione periegetica si innestarono gli studi degli umanisti, che utilizzarono questi testi come fonte documentaria per tentare di ricostruire la topografia dell'antica Roma e identificarne i monumenti superstiti. Cominciò allora un lavoro critico sui Mirabilia, che portò all'espunzione delle leggende più fantasiose e alla formulazione di ipotesi critiche più fondate, sulle quali si basò in seguito la disciplina archeologica. Da quel momento (metà del XVI sec.) le guide di Roma per viaggiatori si sdoppiano in due diversi filoni: le guide 'popolari' per i pellegrini interessati soprattutto agli aspetti cultuali (nelle quali, tuttavia, continuano ad essere descritte le 'meraviglie' della Roma profana, comprese le nascenti collezioni di statue antiche delle più illustri casate nobiliari) e le guide 'colte', in cui l'indagine storico-critica assume importanza preponderante. Questo secondo tipo di guide si va sempre più intrecciando e talora confondendo con il trattato a carattere archeologico, tanto che non sempre è facile stabilirne con precisione la tipologia: In ogni caso, al centro della trattazione resta pur sempre la topografia di Roma e topografico è l'andamento della descrizione.

Gli esemplari posseduti dalla BUG permettono di seguire con apprezzabile chiarezza queste fasi.

XVI secolo

A) Guide 'popolari', sul modello dei Mirabilia, ma con interpolazioni critiche umanistiche:

FAUNO Lucio, Delle antichità della citta di Roma …con quanto gli antichi o' moderni scritto ne hanno, Venezia, M. Tramezzino, 1553 [12], 160, [22] c., 8°   [2 N I 43]

Questa descrizione della topografia di Roma antica procede secondo l'antico schema dei Regionari. Contiene una premessa generale sulle origini di Roma e i successivi ampliamenti dell'abitato e illustra, nell'ordine, mura, porte, strade, colli e zone limitrofe con le loro emergenze archeologiche, il fiume Tevere, i ponti e gli acquedotti. L'autore (forse l'umanista di Gaeta Giovanni Tarcagnota) basa la sua ricostruzione essenzialmente sulle fonti letterarie, in particolare Varrone e Publio Vittore: l'uso del dato archeologico è marginale e la sua analisi sommaria, tranne nel caso delle epigrafi, riportate per intero e con un breve commento critico in appendice. Il testo comprende anche una breve dissertazione sulla localizzazione del Foro romano, allora ancora sconosciuta, con una confutazione delle tesi di Pirro Ligorio su questo stesso tema.

copia digitale della Bibliotheca Hertziana di Roma


 MAURO Lucio, Le antichità della città di Roma … Appresso, tutte le statue antiche, che in Roma in diversi luoghi, e case particolari si veggono …, Venezia, G. Ziletti, 1562 [24], 315 p., 8°   [2 L XI 27]

Sintetica guida di Roma secondo lo schema dei Regionari (porte, colli, luoghi della città piana, Circo Flaminio, Campo Marzio, Trastevere e Vaticano), basata su materiali documentari già noti e consolidati nella tradizione umanistica. Il compilatore elenca gli edifici antichi, descrive le chiese con le loro peculiarità cultuali, e finisce con l'indicazione delle catacombe. Le descrizioni dei resti archeologici sono generiche, quelle delle epigrafi sono più precise, ma generalmente è scarsa l'attenzione ai problemi connessi all'identificazione degli edifici antichi. Nella lunga serie delle guide cinquecentesche di Roma antica e moderna, questa di Lucio Mauro si segnala per l'appendice di Ulisse Aldrovandi con la prima rassegna descrittiva di statue antiche delle collezioni romane, che sarà fondamentale fonte di riferimento per gli studi sulla statuaria antica e per il collezionismo rinascimentale.

copia digitale della Bayerische Staats Bibliothek di Monaco di Baviera


CONTARINI Luigi, L'antiquita, sito, chiese, corpi santi, reliquie et statue di Roma …, Napoli, G. Cacchi, 1569 [2], 176, [4], 365 c., 8°   [4 T I 51]

Il libro consta di due parti distinte, di cui la seconda è una rassegna delle nobili famiglie napoletane in omaggio al dedicatario, Antonio d'Aragona duca di Montalto. La prima parte, invece, è una sintetica guida ai luoghi 'mirabili' di Roma, esposta nella forma di un vivace dialogo fra due nobiluomini veneziani, Aleandro Leon e Lodovico Bembo. Quest'ultimo, appena tornato da un viaggio a Roma e Napoli, viene pregato dall'amico di raccontargli ciò che di notevole ha visto nella capitale della cristianità. Dopo un breve (e canonico) excursus sulla storia di Roma dalle origini all'età moderna, la descrizione della città si snoda, secondo la tradizione dei Mirabilia, dalle Sette Chiese giubilari (S.Giovanni in Laterano, S.Pietro, S.Paolo fuori le mura, S.Maria Maggiore, S.Lorenzo al Verano, S.Sebastiano, S.Croce in Gerusalemme), alle altre chiese notevoli della città, delle quali vengono forniti ragguagli inerenti la fondazione, i restauri e le modifiche successive, le reliquie e le altre cose notevoli, compresi reperti antichi o ritenuti tali, descritti con la consueta meraviglia acritica delle guide medievali. Il dialogo-guida si conclude con una sintetica rassegna delle statue più notevoli, antiche e moderne, contenute nei palazzi pubblici e privati romani.

copia digitale della Bayerische Staats Bibliothek di Monaco di Baviera


B) Topografie antiche di Roma e studi a carattere antiquario-topografico

MARLIANI G. Bartolomeo, Urbis Romae topographia, Roma, V. e L. Dorico, 1544. 122 p., ill., fol.   [2 B VIII 8]

Questo testo, di grande importanza per la storia degli studi sull'antica topografia di Roma, fa parte delle trattazioni erudite sull'identificazione degli antichi siti, secondo le linee tracciate da Flavio Biondo e Andrea Fulvio. Questa seconda edizione (il libro uscì la prima volta nel 1534) è accompagnato da una pianta di Roma antica orografica e icnografica, la prima di questo genere, elaborata sulla base di rilievi eseguiti appositamente, e di cui il testo rappresenta sostanzialmente il commento. In esso Marliani descrive gli antichi siti per zone, dal colle Capitolino al Quirinale, finendo con l'elencazione dei ponti e delle vie consolari e soffermandosi sulla descrizione e l'antica funzione dii alcuni monumenti e siti rilevanti: gli obelischi, il Circo Massimo, le colonne Traiana e Antonina, la statua del Laocoonte e altri. Il libro è illustrato da xilografie che riproducono edifici e qualche statua antica, tra cui il Laocoonte.

copia digitale della Bayerische Staats Bibliothek di Monaco di Baviera


LIGORIO Pirro, Libro … delle antichità di Roma …, Venezia, M. Tramezzino, 1553. [4], 51 c., 8°   [2 P I 17]

Questa breve ma vivace trattazione sull'ubicazione di teatri e circhi di Roma antica era nata come pubblicazione preliminare della monumentale enciclopedia antiquaria (Antiquitates) che Ligorio stava compilando da tempo e che poi fu mai pubblicata. Il trattato è costituito da due sezioni: una prima parte dedicata all'individuazione di circhi e teatri dell'antica Roma, e le Paradosse, ossia le confutazioni dell'Autore alle ipotesi di altri studiosi sull'identificazione di determinati siti e monumenti antichi. Agile, discorsivo e pervaso da vis polemica umanistica, il testo consente di comprendere il metodo di questo celebre antiquario, che fra i primi a combinare testimonianze letterarie, riscontri sul terreno e fonti archeologiche, soprattutto, ma non esclusivamente, monetali.

copia digitale della Bayerische Staats Bibliothek di Monaco di Baviera

BIONDO Flavio, Roma ristaurata, et Italia illustrata …tradotte …per Lucio Fauno, Venezia, D. Giglio, 1558 [8], 241, [11] c., 8°   [2 P VII 54]

Dopo le favolistiche descrizioni dei Mirabilia, fu Francesco Petrarca ad aprire la via alla tradizione scientifica degli studi sull'antica topografia romana e i fatti storici ad essa connessi. Su questa strada altri umanisti, animati dall'intento di esaltare questa città sentita come provvidenziale sintesi di potere temporale e spirituale, riservano nuova attenzione ai suoi resti antichi. Nascono così le descrizioni di Nicolò, di Leon Battista, Poggio. Ma è Flavio Biondo (Forlì 1392-Roma 1463) ad analizzare per primo gli antichi monumenti di Roma con vero e proprio metodo archeologico combinando le notizie delle fonti letterarie, antiche e medievali, con i dati epigrafici e numismatici, gli antichi Cataloghi regionari tramandati dai codici e l'analisi diretta delle strutture. In questa sua indagine Biondo è animato da un profondo intento morale: l'imperativo etico di preservare i resti e le memorie del passato di una città a cui la Provvidenza aveva affidato il compito di guida spirituale e temporale dell'umanità tutta. Instaurare gli antichi monumenti per Biondo significa prima di tutto identificarli, al di l à delle fantasiose attribuzioni delle tradizionali guide popolaresche, studiandone anche la funzione e la storia. Nella Roma instaurata la descrizione della città procede in senso topografico, ma con frequenti digressioni e un certo disordine espositivo, come di chi sia pressato da un'urgenza di dire. L'ultima parte è preceduta da una fervida esaltazione della Roma antica e moderna, vera e propria sintesi dei principi spirituali che guidarono gli studi archeologici di Biondo e di tanti altri umanisti: occorre operare affinchè non si perda la memoria degli antichi siti e monumenti di Roma pagana, perché la grandezza passata di questa città non contraddice, ma anzi conferma la provvidenzialità del suo destino.

copia digitale della Osterreichische Nationalbibliothek di Vienna

MARLIANI G.Bartolomeo, Urbis Romae topographia …, Venezia, G. Francini, 1588. [8], 176, [8] c., ill., 8°  [2 N I 49]

Edizione ampliata della Vrbis Romae topographia del Marliani del 1544, con aggiunte di Girolamo Ferrucci. Le xilografie con rovine e ricostruzioni di edifici antichi derivano dalle illustrazioni delle edizioni veneziane Varisco dell'analogo Le antichita della citta di Roma di Bernardo Gamucci.

copia digitale della Bayerische Staats Bibliothek di Monaco di Baviera

XVII secolo

A)

Ritratto di Roma antica nel quale sono figurati i principali tempij, teatri, anfiteatri …, Roma, A. Fei, 1633 [18], 370 p., ill., 5 tav., 12°   [2 H I bis 83]

Questa guida di Roma antica, opera del compilatore ed editore Pompilio Totti, appartiene al genere dei bedeker antiquari seicenteschi, più scientifici e accurati delle guide popolaresche di derivazione dai Mirabilia del secolo precedente. L'autore trae le sue informazioni sugli antichi siti dell'Urbe dagli studiosi moderni, come Bartolomeo Marliani e altri antiquari. Nonostante il piccolo formato e la sinteticità delle descrizioni, il libro è ricco di illustrazioni con ruderi e ricostruzioni di monumenti, monete e statue, a prova della sua funzione di vera e propria 'guida turistica', in cui l'immagine ha già assunto la doppia valenza di mezzo di conoscenza e di tramissione del ricordo. Particolarmente interessanti sono alcune vedute di antichi monumenti nel loro aspetto seicentesco e alcuni oggetti antichi di collezioni private.

copia digitale della Bibliotheca Hertziana di Roma

Roma antica e moderna, nella quale si contengono chiese, monasterij, hospedali, compagnie, collegij …tempij, teatri, anfiteatri … pitture, scolture & i nomi de gli artefici … Roma, G. Fei, 1660 [30], 796 (ma 806) p., ill., 16°   [1 A I 67]

Guida di Roma appartenente al genere delle periegesi di carattere erudito. È divisa in tre parti: una descrizione delle chiese, una guida per itinerari suddivisa in tre giornate e una dettagliata descrizione dei monumenti e dei siti antichi, con una sintetica rassegna delle statue più celebri. L'opera deriva dall'analoga guida Ritratto di Roma redatta da Pompilio Totti ed è ampiamente illustrata da piccole xilografie con edifici e monumenti.

copia digitale della Bayerische Staats Bibliothek di Monaco di Baviera

MARTINELLI Fioravante, Roma ricercata nel suo sito, et nella scuola di tutti gli antiquarij …, Venezia, G.P. Brigonci, 1664 178, [14] p., 12°  [2 N I bis 40]

Breve guida di Roma, per itinerari suddivisi in dieci giornate. Gli itinerari illustrano diverse zone della città (Borgo Vaticano, Trastevere, da Strada Giulia all'isola di S.Bartolomeo, da S.Lorenzo in Damaso al Monte Aventino, dalla piazza di Pasquino per li monti Celio e Palatino, da S.Salvatore del Lauro per Campo Vaccino, dalla piazza di S.Apollinare per il monte Viminale e Quirinale, dalla piazza Nicosia alle terme Dioclettiane, da piazza Borghese a Porta Pinciana) e si concludono con la visita delle Nove Chiese e l'elenco di Porte, Monti e Rioni, seguito da quello delle piazze e delle strade principali. Guida di carattere divulgativo, ebbe numerose edizioni.

B)

DONATI Alessandro, Roma vetus ac recens utriusque aedificiis ad eruditam cognitionem expositis …, Roma, M. Manelfi, 1638 [10], 404, [14] p., 1 carta top. rip.ta., ill., 4°   [2 R V 15]

Descrizione della topografia antica di Roma e delle sue emergenze archeologiche. Nell'ultima parte sono descritti anche i più notevoli edifici moderni costruiti dai papi. La materia non è disposta in senso topografico, come tradizionalmente nelle guide di derivazione dai Regionari, ma in ordine cronologico-storico, dalla città romuliana agli ampliamenti dei Cesari. La seconda parte (libri II e III) contiene invece la descrizione di edifici e siti antichi in ordine topografico. L'analisi dei reperti (soprattutto epigrafici) è essenzialmente di tipo erudito, basata sulle fonti letterarie. Le illustrazioni riguardano ricostruzioni ipotetiche dell'antica topografia romana e monete romane con raffigurazioni di edifici.

DONATI Alessandro, Roma vetus ac recens utriusque aedificiis ad eruditam cognitionem expositis …, Roma, F. De Rossi, 1648 [10], 404, [14] p., 1 tav. rip.ta, ill., 4°  [2 D III 29]

copia digitale della Bibliotheca Hertziana di Roma


MINUTOLO Giulio, Romana antiquitas dissertationibus historico-criticis illustrata …, Roma, G. Komarek, 1689 [16], 447 p., 16°  [2 N I 9]

Il libro analizza la topografia e gli antichi edifici di Roma, con attenzione alle tipologie architettoniche (mura, case, templi, fori, basiliche ...) e alle tecniche costruttive. La materia è suddivisa in sette dissertazioni, ognuna conclusa da un Syllabus Authorum, elenco ragionato delle fonti letterarie moderne sui singoli argomenti delle dissertazioni. L'opera costituì fonte di riferimento per le successive topografie di Roma antica del XVIII secolo.

copia digitale della Bibliotheca Hertziana di Roma

XVIII secolo

A)

Roma antica distinta per regioni, secondo l'esempio di Sesto Rufo, Vittore e Nardini … Roma, Bernabò e Lazzarini, 1741 2 vol., tav. rip.te, front. con incis., 16°   [3 L III 57-58]

Guida storico artistica di Roma, con descrizione separata di Roma antica e Roma moderna. Suddivide la città' nelle quattordici regioni di Sesto Rufo e Aurelio Vittore e considera, fra le fonti moderne, Marliani, Donati, Minutolo e Montfaucon. Molte illustrazioni, con ricostruzioni di edifici antichi della città'.

copia digitale della Bibliotheca Hertziana di Roma


Roma antica, e moderna, o sia nuova descrizione della moderna città di Roma, e di tutti gli edifizj notabili …, Roma, G. Zempel, 1745 3 vol. , ill. e tav. in parte rip.te, 8°   [2 N I 54-56]

Guida di Roma antica e moderna, con una parte trattatistica nel terzo tomo. Appartiene al genere delle topografie antiquarie, ma si presenta assai rinnovata rispetto alle tipologie tradizionali: la descrizione procede per rioni, ma considera simultaneamente gli edifici antichi e i moderni, con attenzione agli aspetti artistici. Il testo è illustrato da molte figure con riproduzioni di monumenti, reperti e ricostruzioni, in parte copiate da opere a stampa precedenti, in parte originali. Solleva dubbi la figura del presunto compilatore Gregorio Roisecco, forse confuso con il più tardo editore Nicolò Roisecco.

copia digitalizzata da Hathi Trust Digital Library sull'originale del The Getty Research Institute


Roma antica, e moderna o sia nuova descrizione di tutti gl'edificj antichi, e moderni, tanto sagri, quanto profani della città di Roma …, Roma, G. Roisecco, 1750 3 tomi., tav. e ill., 8°   [2 P V 38-45]

Edizione della topografia antiquaria del Roisecco completamente rinnovata rispetto alla precedente del 1745. L'ordine dei rioni segue la riorganizzazione attuata da Benedetto XIV e il testo presenta correzioni e nuove informazioni su edifici, monumenti e artisti. Opera assai più accurata della precedente edizione, ha le caratteristiche di una guida moderna. Incerta l'identità del presunto compilatore, Gregorio Roisecco.

copia digitalizzata da Hathi Trust Digital Library sull'originale del The Getty Research Institute

Roma antica, e moderna o sia nuova descrizione di tutti gl'edifizj antichi, e moderni sagri, e profani della città di Roma …, Roma, N. Roisecco, 1765 3 vol., tav. e ill., 16°   [3 M II 1-3]

copia digitale della Bayerische Staats Bibliothek di Monaco di Baviera
T.1 
T.2 
T.3 


B)

FICORONI Francesco, Le memorie più singolari di Roma, e sue vicinanze notate in una lettera … all'illustrissimo Signor Bernard Inglese …, Roma, G.M. Salvioni, 1730 30 p., 1 incis. nel testo, 4°   [Misc. C 134 10]

Breve elenco di antichità di Roma e dintorni, in forma epistolare. Nella prefazione l'editore afferma di aver pubblicato questa lettera perché molti dei monumenti che vi sono indicati "non si trovano inseriti nelle relazioni stampate".

copia digitale della Bayerische Staats Bibliothek di Monaco di Baviera


OVERBEECK Bonaventura, Degli avanzi dell'antica Roma … Londra, T. Edlin, 1739 [6], vii, 401 p., 8°.   [2 N IX 43]

Edizione italiana del libro del pittore fiammingo Bonaventura Overbeeck, revisionata dal letterato Paolo Rolli. Il testo, nato come commento ad una serie di incisioni di rovine romane tratte dai disegni dell'Overbeeck e di altri artisti, analizza gli antichi monumenti suddividendoli per classi di costruzioni (porte, templi, basiliche, mausolei e sepolcri, archi, obelischi e colonne, terme, acquedotti, ponti, teatri e anfiteatri, mura) e contiene notazioni tecniche, fra cui il rilevamento delle misure e osservazioni sui materiali costruttivi, i riusi e i restauri successivi. Le note del Rolli, ben distinte da quelle originali dell'Overbeeck, si basano sulle indicazioni degli studiosi contemporanei e correggono annotazioni erudite e attribuzioni..

FICORONI Francesco, Le vestigia, e rarità di Roma antica …, Roma, G. Mainardi, 1744. [12], 195, [8], 77 p., I t. [12], 195 p.; II t. [8], 77 tav. in parte rip.te, ill., front. con vignetta, 4°   [3 L VII 13]

copia digitale della Universitätsbibliothek Heidelberg

ESCHINARDI Francesco, Descrizione di Roma e dell'agro romano fatta già ad uso della carta topografica del Cingolani … accresciuta e corretta dall'abate Ridolfino Venuti, Roma, G. Salomoni, 1750 [16], 401 p., 4 tav. rip.te, front. con vign., 8°   [2 R IX 12]

Edizione rinnovata del commento di Francesco Eschinardi alla carta topografica seicentesca delle tenute dell'agro romano, disegnata dall'urbinate Giovanbattista Cingolani. Pubblicata per la prima volta nel 1696, questa periegesi antiquaria che descrive vestigia, memorie, e avanza ipotesi identificative dei siti urbani, nel 1700 era un "Libretto divenuto rarissimo e ricercato da i Forastieri", i quali potevano "con molti libri fare il giro interiore di Roma, ma nessuno libro ritrovato comodo ... se non questo piccolo libro" (Prefazione): la richiesta determinò questa nuova edizione con correzioni e aggiunte di Ridolfino Venuti. Il testo è corredato da una breve trattazione di antichità romane e topografia antica cittadina.

copia digitale della Bibliotheca Hertziana di Roma


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