a cura di Giancarlo Morettini (2015)

Il Fondo Laura entra a far parte del patrimonio della biblioteca per disposizione testamentaria dell’avvocato Pietro Laura, morto il 19 gennaio 1938. Ultimo rappresentante di una famiglia di avvocati, morto senza eredi, è figura ancora poco conosciuta. Di lui sappiamo, per tracce trovate tra i suoi libri, che studiò presso il prestigioso R. Liceo Galileo Galilei di Pisa. Nel testamento, del 20 ottobre 1937, oltre a istituire sua erede universale la Regia Università di Genova, stabilisce «che sia destinata una sala o il locale conveniente disponibile nella Biblioteca Universitaria, a contenere e conservare la mia scelta biblioteca di gran valore, comprendente circa ventimila volumi, eliminando con cautela quelli che avesse doppi e che credesse di scartare, notando che ci sono opere in lingua ebraica, cinese, giapponese, araba, greca, latina, armena, inglese, francese, spagnuola, portoghese, tedesca, slava ecc.[...] I libri che credesse scartare potrà, ove lo stimi, cederli con un corrispettivo o senza al comune di San Remo per la biblioteca civica che sta formando, e se non li desiderasse, trattando come sopra, destinarli alla biblioteca Lercariana o altre di Genova». A questo primo testamento, che indicava quindi circa 20.000 volumi, se ne aggiunge un secondo che, come riferisce il 5 maggio 1938 l’allora direttore della biblioteca Pietro Nurra al Ministero dell’Educazione Nazionale, eleva il numero a 30.000 volumi ma, a detta dello stesso Nurra, potrebbero essere circa 40.000. È il Ministro dell’Educazione Nazionale in persona, con lettera del 13 maggio 1938, ad autorizzare l’accettazione del cospicuo lascito.  

Consistenza
Attualmente il fondo, conservato massimamente nella Sala Laura, è costituito da circa 10.500 volumi e 2.250 opuscoli di carattere prevalentemente filosofico, religioso e letterario, nonché numerosi documenti manoscritti tradizionalmente attribuiti al Fondo Laura, ma in realtà di incerta origine, in quanto rinvenuti in una cassa indicata come facente parte del lascito Laura, ma in realtà contenente anche materiale sicuramente non pertinente. Se dubbia risulta la consistenza iniziale del lascito, pare comunque essersi persa traccia di un numero consistente di volumi. Infatti, nel luglio 1938 così descriveva il lascito l’allora direttore Pietro Nurra: «si tratta di 40.000 volumi scelti per rarità e bellezza, e fra di essi figurano quasi tutte le edizioni dei grandi tipografi italiani del ‘600, quelle illustrate del ‘700 e dell’800, molte pubblicazioni del periodo romantico inglese e francese, una raccolta di libri riguardanti la Liguria, e diverse migliaia di opere moderne di storia, archeologia, arte, musica, letteratura italiana e straniera. Non mancano esemplari di seducenti legature francesi e nostrane; grandi atlanti illustrati degli editori veneziani, libri rari e curiosi di cabalistica e di alchimia, collezioni di giornali illustrati, opuscoli e stampe, e infine un forte gruppo di manoscritti e autografi». Probabilmente tale materiale è rimasto in biblioteca ma, per vari motivi legati al periodo bellico, non è più stato riconosciuto come facente parte del lascito Laura. Del resto, ancora il 23 febbraio 1942 Gino Tamburini, direttore della biblioteca, scrivendo al Ministero, afferma che “la recente donazione dell’avv. Laura (circa 30.000 pezzi tra volumi ed opuscoli) [...] è in corso di sistemazione”. Oltre ai manoscritti con collocazione Ms. Laura, i manoscritti attribuibili al lascito Laura sono anche Ms. G.VI.22 (Orazioni ad uso delle scuole di carità del borgo di Pre. Genova, 1793) e Ms. C.V.35 (Registro nel quale, su commissione degli eredi, furono trascritte le copie di atti notarili spettanti il testamento e le colonne del Banco di S. Giorgio di Eliano Spinola, 1698-1758).
Alcune fotografie di Pietro Laura sono state rintracciate nelle raccolte fotografiche in corso di inventariazione.

Bibliografia
Fonti manoscritte: BUGe, Archivio, Fascicolo “Laura”

SONZINI, Valentina Il Fondo Laura della Biblioteca universitaria di Genova: un fondo di persona, in "AIB Studi", v.60, n°2 (2020), p. 451-460 (https://aibstudi.aib.it/issue/view/1170)