Costantino RETA (1814-1858)

 

Regio corriere, si dedicò con successo al giornalismo. Collaborò alla Biografia iconografica degli Uomini celebri che fiorirono dal X secolo ai nostri giorni negli Stati del Re di Sardegna, (Torino, 1845); a "L'Eridano", rivista scientifica e letteraria ed a vari altri giornali, fra cui "Il Risorgimento" di Cavour.
Militò nelle fila della più accesa democrazia nella città di Torino, dove fu segretario del Circolo Nazionale.
A Genova partecipò alle manifestazioni politiche e ai moti del marzo-aprile del '49 per i quali fu escluso dall'amnistia di Vittorio Emanuele II e condannato a morte in contumacia.

Nelle lettere che si propongono, entrambe indirizzate a Emanuele Celesia ed entrambe successive ai moti del '49, scrive da esiliato in cerca di una patria sostitutiva. Nella prima, da La Valletta il 31 luglio 1849, scrive tra l'altro: «Non vorrei dolermi di quest'inaudita persecuzione se fossi solo a soffrire. Vedendo però che i miei innocenti bambini stentano, che mia moglie piange e soffre, passo i miei giorni in uno stato indicibile d'angoscia...». Nella seconda missiva, da Ginevra il 21 settembre 1851,  dimostra una grande amarezza per le accoglienze festose tributate da Genova a Vittorio Emanuele II che viene definito «loro bombardatore».

Bibliografia: G. Bustico, Giornali e giornalisti del Risorgimento, Milano, 1924.

ritratto di Costantino Reta


apre file pdf (1,26 MB) su lettera di C. Reta a E. Celesia, La Valletta il 31 luglio 1849

apre file pdf (727 KB) su lettera di C. Reta a E. Celesia, Ginevra 21 settembre 1851