Luigi Mercantini (Ripatransone 1821 - Palermo 1872)

Figlio del cagliese Domenico Mercantini, servitore e uomo di fiducia di monsignor Luigi Ugolini, e della ripana Barbara Morelli, di antica famiglia artigiana, il poeta nacque a Ripatransone nel 1821.

Nel 1824 si trasferì con la famiglia a Fossombrone al seguito del vescovo. Studiò nel seminario fossombronese; nel 1841 divenne bibliotecario della Biblioteca comunale, per assumere poi l?insegnamento di retorica ad Arcevia.
Si sposa nel 1845 con Anna Bruni; la moglie muore però dopo soli otto mesi per una malattia incurabile. Segnato da questo evento, Mercantini nondimeno si accende di entusiasmo per le riforme di papa Pio IX, salito al soglio pontificio nel 1846.
Nel 1849 partecipa alla difesa di Ancona assaltata dagli austriaci, e dopo la presa della città va in esilio nelle isole ioniche di Corfù e Zante. Là conosce altri noti esuli come Daniele Manin, Niccolò Tommaseo e Gabriele Pepe.

Rientra in Italia nel 1852. Si stabilisce a Torino dove fa parte degli ambienti patriottici piemontesi. Nel 1854 diviene docente di letteratura italiana nel Collegio femminile delle Peschiere; si risposa un'altra volta con Giuseppa De Filippi, giovane pianista di appena vent?anni. Dal matrimonio avrà cinque figli.

Nel 1856 diviene direttore di quello che potrebbe considerarsi come antesignano dei periodici femminili, "La Donna"; vi collaborano, tra gli altri, Niccolò Tommaseo e Francesco Dell'Ongaro.

Nel 1858 fa la conoscenza di Giuseppe Garibaldi, ed è Garibaldi stesso che lo invita a comporre un inno. Nasce così la Canzone Italiana, musicata da Alessio Olivieri, assai più nota come Inno di Garibaldi (Si scopron le tombe, si levano i morti).
Busto e targa in onore di Luigi Mercantini sono visibili a Ripatransone



ritratto di Luigi Mercantini

Nel 1860 fonda un quotidiano, il "Corriere delle Marche" (l'odierno "Corriere Adriatico"); viene nominato docente di storia e di estetica all'Accademia delle Belle Arti di Bologna. Viene anche eletto deputato, ma la sua elezione viene annullata.

Nel 1865 è nominato docente di Letteratura italiana presso l'Università di Palermo. A Palermo fonda il giornale "La Luce" e continua a scrivere versi; nel capoluogo siciliano muore il 17 novembre 1872, e tuttora vi si trova la sua tomba.

Bibliografia: G. Falzone, Luigi Mercantini professore : con documenti inediti, Palermo, 1947: G. Munafò, Il poeta di Garibaldi: la vita e l'opera di Luigi Mercantini, Siracusa [ecc.], 1957; B. Lavagnini, Solomos e l'inno di Garibaldi, Roma, 1965; F. Bonasera, La tomba di Luigi Mercantini in Palermo, Faenza, 1966; G. Settimo, I congiunti e gli amici ripani di Luigi Mercantini, in: Iº centenario della morte di Luigi Mercantini, numero unico a cura di Enrico Liburdi, Civitanova Marche, 1972; I° Centenario della morte di Luigi Mercantini (1821-1872). Ripatransone, AP 2-3 giugno 1973. Atti del Convegno studi mercantiniani e cerimonie ufficiali, San Benedetto del Tronto, 1975; G. B. Furiozzi, Luigi Mercantini politico: dieci lettere inedite ad Ariodante Fabretti, "Bollettino della deputazione di storia patria per l'Umbria", v. 73, fasc. 2; G. Falzone, Lettere di Luigi Mercantini a Giuseppe Pitré, Palermo, 1979; G. Giampieri, Sapri e dintorni. Spigolature : poesia e amor di patria, Pistoia, 2002;    Luigi Mercantini, Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Mercantini> (ultima consultazione: 31.07.2010).

ingrandisce in nuova finestra l'immagine di lettera di L. Mercantini del 13 maggio 1860 (c.1r più busta)