Angelo GENOCCHI (Piacenza 1817 - Torino 1889)


Cominciò come giurista laureandosi nel 1838 nella Facoltà giuridica che, dopo i moti del 1831, era stata spostata da Parma a Piacenza; e, dopo aver brevemente esercitata l'avvocatura, nel 1846 divenne titolare di Diritto romano nella Facoltà stessa. Dopo la reazione seguita ai moti del 1848 emigrò a Torino e si mise a studiare privatamente matematica, frequentando le lezioni del Plana e del Chiò, e cominciò la serie delle sue pubblicazioni matematiche. Nel 1858, spinto dal Chiò, concorse per l'Algebra e Geometria complementare all'Università di Torino e, vinto, nel 1859 divenne titolare di questa cattedra. Ma poi, dopo qualche cambiamento intermedio, dal 1863 in poi, insegnò Calcolo fino alla morte, facendosi supplire, negli ultimi anni, dal Peano che poi gli successe.
Fu socio dell'Accademia delle Scienze di Torino, che presiedé dall'85 alla morte, e di varie altre. Poco prima di morire era stato fatto Senatore del Regno. Un suo busto trovasi nell'atrio dell'Accademia di Torino e una lapide con medaglione nei loggiati dell'Università.
 
I suoi lavori più notevoli, che hanno spesso carattere critico, riguardano la teoria dei numeri, quella delle serie, gli integrali euleriani ecc., ma oggi è soprattutto ricordato per il Genocchi-Peano: il trattato che rispecchia il suo corso universitario, completato però dalle aggiunte dell'allora suo assistente Peano che ne formano la parte più notevole. Tuttavia Genocchi - che di molte di queste aggiunte aveva preso conoscenza solo a pubblicazione avvenuta - in un primo tempo, non le aveva molto gradite e non aveva nascosto il suo malcontento al riguardo.

ritratto di Angelo Genocchi

Bibliografia: Angelo Genocchi, nel sito La matematica italiana 1800 ? 1950 della Società italiana di Storia delle matematiche - Dipartimento di Matematica dell'Università degli Studi di Torino
<http://www.dm.unito.it/sism/m_italiani/biografie/tricomi/genocchi.html> (ultima consultazione 14.07.2010); Angelo Genocchi, Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Genocchi> (ultima consultazione 14.07.2010); Angelo Genocchi e i suoi interlocutori scientifici : contributi dall'epistolario, a cura di Alberto Conte e Livia Giacardi, Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 1991; Per la costruzione dell'unità d'Italia : le corrispondenze epistolari Brioschi-Cremona e Betti-Genocchi, a cura di Nicla Palladino, Anna Maria Mercurio, Franco Palladino, Firenze, 2009.

LETTERE DI INTERESSE RISORGIMENTALE


N. Ingr.: 67987

Cassetta Loria busta n. 12/101
Bifolio di carta avorio chiaro; mm 155x110
Luogo e data: Torino ; 20.04.1885
Regesto: sulle agitazioni studentesche a Torino. Riferisce le opinioni di Hermite sui fatti studenteschi e chiede a T. se sa indicargli quale sia quell'amico di Mazzini che fu sacrificato alla causa della libertà del quale parla Hermite.

Cassetta Loria busta n. 12/102
Bifolio di carta avorio chiaro; mm 215x135
Luogo e data: Torino; 10.05.1885
Regesto: D'Ovidio si é dimesso da rettore. Accenna alla proposta di riforma universitaria del Cremona: è favorevole a una facoltà politecnica ma non alla fusione di Matematica e Lettere T. risponde a G. sul quesito della lettera precedente: si tratta di F.Orsini.

Cassetta Loria busta n. 12/103
Bifolio di carta avorio chiaro; mm 215x135
Luogo e data: s.l. [Torino]; s.d. [1885]
Regesto: [Data e luogo si desumono dal contesto]. Lamenta la pigrizia scrittoria di T. L'amico di Mazzini che Hermite intendeva é Ruffini. Sostiene che D'Ovidio é divenuto il capro espiatorio dei fatti studenteschi.

Cassetta Loria busta n. 12/104
Bifolio di carta avorio chiaro; mm 215x135
Luogo e data: s.l. [Torino]; s.d. [1885]
Regesto: dice di non aver trovato nel libro di A. Vannucci I martiri della Libertà italiana, che T. gli ha inviato, la lettera di Mazzini a Ruffini citata da Hermite. Ha fatto qualche articolo bibliografico. Esprime grande amarezza e pessimismo.

Cassetta Loria busta n. 12/105
Bifolio di carta avorio chiaro; mm 215x135
Luogo e data: Torino; 22.06.1885
Regesto: sta ancora cercando di trovare la lettera citata dall'Hermite. Critica Piuma che essendo ricco
continua ad affannarsi per divenire prof. ordinario. Ironizza sulla campagna in Africa.