12], 215, 1] c. ; 8o
Segn: A⁸ B⁴ ²A-2D⁸.
Marca tip. sul front.(Z980) e in fine (Z982).
L'esemplare reca sul frontespizio note di possesso manoscritte.: Collegij S. Romuli Soc.tis Iesu Insc.s Cat. e Tomaso Baliano.
Pedro Cieza de León fu uomo di coscienza e di valore. Nella sua breve vita ebbe modo di conoscere le atrocità della conquista, e di pentirsi profondamente di ciò che aveva visto e di cui era stato partecipe. Cieza giunse giovanissimo nel Nuovo Mondo, combatté dapprima in Colombia, quindi assistette alla colonizzazione del Perù, dove ebbe modo di incontrare Domingo de Santo Tomàs. Ma il suo lavoro principale fu quello di storico e cronista, uno dei primi e più acuti osservatori della realtà sociale e della straordinaria natura degli altipiani andini. Nella sua opera più nota, Cronica del Perù, descrisse i costumi e le tradizioni incaiche, e l’impatto che questa raffinata cultura ebbe con i primi conquistatori, di cui non esitò a descrivere le crudeltà ed i sorprusi verso le popolazioni indigene. L’importanza della sua opera sta anche nei dettagli geografici e nella descrizione accurata di numerose specie animali e vegetali sconosciute agli europei… Rientrato in patria, Cieza de León volle conoscere Las Casas, ed i due rimasero da allora molto legati. Nel suo testamento (del giugno del 1554, Cieza sarebbe morto lo stesso anno, a soli 34 anni) si dichiarò pentito ed angosciato per aver preso parte a tante guerre sanguinose ed aver inflitto sofferenze a popolazioni che non avevano alcuna colpa. Donò agli indigeni una cospicua parte del suo patrimonio come ricompensa per il denaro sottratto dagli encomenderos. Finanziò cento messe per le anime degli indiani che aveva conosciuto in ogni angolo d’America, e lasciò in eredità a frà Bartolomé la parte ancora incompiuta del suo ultimo trattato storico. Questo, in termini sintetici, il suo sferzante giudizio sulla conquista:
‘Non è un dolore da poco constatare come questi Incas, pagani e idolatri, abbiano saputo conservare tanto ordine nel governo e la conservazione di territori così immensi, mentre noi che siamo cristiani abbiamo distrutto tanti regni, perché dovunque sono passati i cristiani… ne consegue che tutto va in rovina’.
Cfr.: M. Ponz de Leon, Un uomo di coscienza. Vita e pensiero di Bartolomé de las Casas, Rimini, Il Cerchio Iniziative Editoriali, 2009.
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