[52] c. ; 4°
Cors. ; rom.
Segn.: A-N4
Fregi xil.
“…l’immagine onirica dell’India non comprende per l’europeo del Medioevo soltanto elementi spaventosi o devianti dal normale corso della natura. Il mito comporta infatti anche una più rassicurante versione cristiana, destinata a perdurare nell’età moderna. Quelle terre erano state evangelizzate dai primi venerati discepoli di Cristo. San Matteo, San Bartolomeo e soprattutto San Tommaso vi avevano fondato comunità cristiane che attendevano l’ora fissata dalla provvidenza per ristabilire i contatti con i fratelli dell’Occidente e prestare loro soccorso nella lotta contro gli infedeli. I primi viaggi dei navigatori portoghesi, riconoscendo lo sviluppo costiero dei paesi bagnati dall’Oceano Indiano, avevano cominciato a risvegliare l’Occidente da quel lungo sogno. Mentre le tenebre si andavano lentamente diradando, dissolvendo a poco a poco i fantasmi più terrificanti, l’aspetto cristiano e missionario di quel sogno sembrava finalmente avviarsi a diventare realtà. La propaganda delle potenze colonizzatrici alimentava intenzionalmente quella speranza, giustificando con la realizzazione degli ideali missionari le sue conquiste. I re portoghesi, comunicando ai pontefici la notizia delle loro vittorie in Africa e in Asia, sottolineavano l’acquisto di nuovi fedeli ubbidienti al vicario di Cristo. L’umanista Damião de Goes, presentando al Bembo la sua storia della conquista di Diu, ricordava esplicitamente la somiglianza tra le imprese portoghesi e veneziane per la difesa e propagazione della fede, ma lamentava l’indifferenza delle altre nazioni cristiane di fronte alla lotta che i due popoli marinari stavano conducendo contro Turchi e Mori.”
Cfr.: D. Pastine La nascita dell’idolatria. L’Oriente religioso di Athanasius Kircher Firenze, La Nuova Italia, 1978, p. 3.