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IL PROGETTO: I tempi delle donne, i tempi della città

Rapporto di ricerca

Luglio 2004

logo Coordinamento Donne Lavoro Cultura logo Comune di Genova logo Biblioteca Berio logo Biblioteca Universitaria di Genova logo ditta Poliedra - Torino




INDICE

Obiettivi della ricerca e caratteristiche del campione

Tempi di cura e di lavoro

Condizioni famigliari e scelta dell'orario

Soddisfazione e significato del lavoro

Soddisfazione e orientamento verso il lavoro e scelta dell'orario

I servizi per la famiglia e la conciliazione

Alcune considerazioni finali

I focus group

Allegato: Tabelle


OBIETTIVI DELLA RICERCA E CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE

La ricerca della quale si presentano qui i risultati più significativi è stata condotta nell'ambito del progetto "I tempi delle donne, i tempi della città". Finanziato dalla Regione Liguria con fondi della Misura E del P.O.R., il progetto è rivolto al personale delle Biblioteche Universitaria e "Berio" di Genova ed ha l'obiettivo di sostenere la permanenza nella vita attiva delle donne, anche in presenza della maternità o di altri incarichi di cura familiare, attraverso la diffusione di strumenti di conciliazione tra lavoro e famiglia.

L'attività di ricerca è stata realizzata attraverso la somministrazione di un questionario al personale delle biblioteche coinvolte nel progetto, allo scopo di rilevare gli orientamenti delle lavoratrici e dei lavoratori verso alcune ipotesi di cambiamento dell'orario di lavoro. Con il questionario si è voluto rilevare non soltanto il "gradimento" verso questa o quella ipotesi di cambiamento, ma anche l'influenza che le condizioni familiari e lavorative esercitano sulle scelte relative all'orario.

I dati raccolti attraverso il questionario e la loro elaborazione saranno "restituiti" al personale delle biblioteche e oggetto di discussione nel corso di alcuni focus group. Sarà successivamente riunito un tavolo di lavoro che, con la presenza di dirigenti e rappresentanti dei lavoratori delle biblioteche, valuterà possibili sperimentazioni in tema di organizzazione dell'orario di lavoro.

I questionari sono stati distribuiti - nel settembre 2003 - a tutto il personale della Biblioteca Universitaria e della Biblioteca "Berio", composto complessivamente da 197 unità. I questionari restituiti sono stati 99, pari al 50,3% dei distribuiti.

Il campione effettivo, costituito dalle lavoratrici e dai lavoratori che hanno compilato correttamente il questionario è risultato essere composto da 94 persone, 73 donne e 21 uomini.

La composizione di detto campione per stato civile, età, titolo di studio e reddito familiare è riportata nella Tab. 1 . Le figure professionali più presenti sono quelle delle/gli assistenti e delle/degli addette/i, seguite da collaboratrici/ori, dirigenti e funzionari e da bibliotecarie/i e istruttrici/ori. (Tab. 2 )

Si tratta di un campione certamente rappresentativo dell'universo delle lavoratrici e dei lavoratori delle biblioteche coinvolte nella ricerca. Occorre tuttavia osservare come la sua ridotta dimensione consiglia una certa prudenza nel condurre estrapolazioni di carattere statistico.

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TEMPI DI CURA E DI LAVORO

I tempi di cura

Le lavoratrici e i lavoratori che hanno risposto al questionario dedicano settimanalmente alla cura della famiglia e della casa circa 52 ore. Di queste, 10,5 sono dedicate ai figli e 5 all'assistenza di congiunti malati o non auto sufficienti, più di 11 sono impegnate per la pulizia e la manutenzione della casa, 20 ore circa occorrono per fare la spesa, cucinare, lavare e stirare, 3,3 per espletare pratiche burocratiche e 2,9 per accudire gli animali domestici. (Tab. 3 )

Nel considerare questi dati - simili a quelli rilevati da altre recenti ricerche - occorre tuttavia considerare tre fattori. Il primo: la quantità complessiva di ore dedicate settimanalmente alla famiglia ed alla casa - e la loro ripartizione tre le diverse attività - variano in ragione della dimensione e della composizione del nucleo familiare: soprattutto la presenza di figli piccoli o di parenti bisognosi di cure influenza, accrescendolo in misura considerevole, il carico di cura dei componenti adulti della famiglia. Occorre poi sottolineare che le attività di cura non sono solitamente distribuite in misura equa tra tutti i componenti adulti e "validi" della famiglia, ma ricadono in modo prevalente sulle figure femminili. La posizione ricoperta da ciascun componente all'interno della famiglia, infine, è determinante per l'attribuzione ad esso degli obblighi verso la famiglia stessa: i compiti di cura assolti dalle figlie sono - per quantità e tipo - differenti da quelli della madre e delle nonne; così come diversi sono i compiti dei figli maschi rispetto a quelli di padri e nonni.

Tutto ciò fa sì che la quantità di ore dedicate alla cura della famiglia e della casa, quando non sia ulteriormente disaggregato, attraverso l'introduzione delle variabili relative al genere, alla composizione della famiglia ed alla posizione ricoperta in essa, sia un'informazione scarsamante utile.

Le ore settimanalmente dedicate dalle lavoratrici alle attività di cura della famiglia e della casa sono più di 55, mentre i loro colleghi indicano un impegno più contenuto, pari a 41,4 ore. Tra le attività considerate, gli uomini superano le donne, sia pure in stretta misura, nel fare la spesa, nell'espletare pratiche burocratiche e nell'assistere i parenti. Le donne sono al contrario più impegnate dei loro compagni nel pulire e manutenere la casa, preparare i pasti, lavare, stirare e accudire gli animali domestici. E' tuttavia nella cura dei figli che il divario di genere è più marcato: le donne dedicano a quest'attività 12 ore medie settimanali, oltre il doppio di quelle date dagli uomini (5,2).

La quantità di tempo dedicato dalle donne e dagli uomini alla famiglia ed alla casa testimonia del permanere di una distribuzione diseguale degli oneri di cura, che gravano ancora prevalentemente sulla popolazione femminile. In questo quadro, un dato positivo è rappresentato dalla ripartizione, sostanzialmente uniforme, degli impegni di assistenza verso i parenti. Rimane, al contrario, squilibrata, a svantaggio delle donne, la distribuzione dei compiti "domestici" - come pulire e riordinare la casa, lavare, stirare e cucinare - e, in misura ancora più marcata, quella delle attività di cura dei figli.

Squilibrio che è indirettamente confermato da un altro dato: quasi il 48% delle donne dichiara di non avere alcun aiuto nella cura della casa, mentre questo accade, per gli uomini, solamente nel 24% circa dei casi. All'inverso, il 57% degli uomini che accudiscono la casa può contare sulla collaborazione della coniuge, mentre l'aiuto dell'uomo alla propria compagna c'è solamente nel 27,5% dei casi.

Nubili e celibi dedicano meno tempo alla cura della famiglia e della casa (39 ore medie settimanali) di coniugate/i (56,4) e di separate/i e vedove/i (50,5). Tale differenza è prevalentemente data dall'impegno per i figli - ai quali le/i coniugate/i dedicano più di 13 ore settimanali e le/i separate/i e le/i vedove/i 10,8 ore - e da alcuni compiti domestici, come pulire, ordinare la casa, lavare e stirare. Per contro, nubili e celibi spendono un maggior numero di ore settimanali per assistere parenti ed espletare commissioni burocratiche.

Lo stato civile influenza in misura elevata la quantità di tempo dedicato dalla popolazione femminile ai compiti di cura. Mentre i celibi dedicano ai lavori domestici più ore delle nubili, queste ultime, una volta coniugate o conviventi, vedono quasi raddoppiato il tempo che deve essere dedicato alla famiglia ed alla casa, che passa da circa 37 a oltre 60 ore settimanali. Per gli uomini, al contrario, il passaggio dal celibato alla convivenza porta una sia pur lieve riduzione degli impegni, che passano da 43,4 a 41,2 ore settimanali.

 Il tempo dedicato alla cura cresce considerevolmente in presenza di bambini e di ragazzi fino a 15 anni o di parenti bisognosi di assistenza. Nel primo caso, le ore settimanalmente impiegate dalle lavoratrici per far fronte alle necessità familiari sono più di 72, contro le 50 circa spese dalle loro colleghe che non hanno figli minori di 15 anni. Tale crescita è dovuta naturalmente al maggiore impegno per i figli, ma anche per riordinare, pulire, cucinare, lavare, stirare e fare la spesa. Si riducono un poco, nel contempo, gli impegni volti alla manutenzione della casa, all'espletamento di pratiche burocratiche e all'accudimento degli animali domestici.

La presenza di figli rappresenta, in ogni caso, indipendentemente dalla loro età, un fattore di crescita degli impegni domestici, che richiedono alle lavoratrici più di 66 ore settimanali di lavoro.

In presenza di parenti bisognosi di assistenza, le ore settimanali dedicate dalle donne alla cura della famiglia sono 74, a fronte delle 49,2 spese da chi non è chiamato a occuparsi di congiunti in condizione di fragilità. Oltre che alla crescita del tempo dedicato ai parenti stessi, vi è, in questi casi, un aumento delle ore utilizzate per lavare, stirare, fare la spesa, cucinare e seguire pratiche burocratiche.

La crescita degli oneri di cura conseguenti alla presenza di figli con meno di 15 anni o di parenti bisognosi di assistenza tende a ridurre il divario normalmente presente tra i generi. Sebbene la quantità non elevata di dati raccolti sulla popolazione maschile non consenta formulazioni certe, pare che, in questi casi, il tempo dedicato dagli uomini nell'assolvimento di attività di cura della famiglia sia molto vicino a quello impiegato dalle loro compagne. In ogni caso si assisterebbe ad una forte contrazione del divario normalmente osservabile.

grafico n.1

* statisticamente non significativo

Grafico 1 - Ore settimanali dedicate alla famiglia e alla casa per genere, stato civile, figli e parenti bisognosi di assistenza

 

I tempi di lavoro

Il 22,4% del personale interpellato ha un orario di lavoro part time. Si tratta quasi totalmente di personale femminile: le donne che utilizzano il part time sono oltre il 27%, contro il 4,8 degli uomini. (Tab. 4 )

La scelta del part time è motivata, in misura preponderante, con la necessità di far fronte agli impegni familiari: tra le ragioni indicate prevalgono nettamente quelle di voler assicurare più tempo ai figli, ad altri parenti e alla casa. Meno di un quinto delle persone interpellate ha dichiarato di avere scelto il part time per poter disporre di più tempo libero. Molto limitati sono i casi nei quali l'orario di lavoro più contenuto è imputabile alla decisione di svolgere altre attività professionali o sociali, o a motivi di salute. Il 13,6% delle lavoratrici e dei lavoratori con orario part time, infine, ha indicato altre ragioni, tra le quali è probabilmente da includersi anche l'impossibilità di ottenere un lavoro a tempo pieno. (Tab. 5 )

Il più frequente ricorso al part time riduce la quantità media di ore settimanali svolte dalle donne in ambito lavorativo. Queste ultime hanno un impegno lavorativo extradomestico medio di 31,6 ore settimanali, contro le 35,1 dei loro colleghi.

Le coniugate e le conviventi lavorano mediamente fuori casa 31 ore settimanali, leggermente meno delle nubili (32 ore) e delle separate e vedove (33,5). Le donne con figli hanno un impegno lavorativo extradomestico di 30,7 ore, pari a quello delle donne con parenti bisognosi di assistenza, mentre quelle con figli minori di 15 anni hanno un impegno lavorativo extradomestico di 28,6 ore.

Si evidenzia nettamente, da questi dati, la tendenza delle donne a ridurre l'impegno lavorativo retribuito con il crescere dei compiti di cura della famiglia. Inverso pare essere il comportamento maschile: sono gli uomini coniugati a lavorare di più (36 ore settimanali medie) rispetto ai celibi (33,3).

Per recarsi al lavoro e tornare alla propria abitazione, oltre il 37% delle persone interpellate dichiara di impiegare più di 60 minuti, il 15,3% tra 45 e 60 minuti e il 17,3% tra 30 e 45 minuti. Non molti hanno tempi di viaggio compresi tra 15 e 30 minuti (il 22,4%) e inferiori a 15 minuti (7,1%). Il tempo medio utilizzato per andare e tornare dal lavoro è quindi pari a circa 45-50 minuti.

Il mezzo di trasporto di gran lunga preferito per compiere il tragitto tra casa e lavoro è l'autobus, utilizzato dal 47% circa delle lavoratrici e dei lavoratori, seguito dal treno e dalla propria auto (entrambi scelti dal 10,4% delle/gli interpellate/i), dal treno più l'autobus (8,3%) e dall'auto più l'autobus (7,3%). Meno utilizzati sono motocicli, e auto come passeggero. Nel 12,5% dei casi, infine, non è utilizzato alcun mezzo di trasporto. (Tab. 6 ) Le donne impiegano più tempo degli uomini per andare al lavoro e rientrare a casa. I secondi dedicano mediamente a questi spostamenti circa 3,5 ore settimanali, senza apprezzabili differenze tra coloro con diverso stato civile, con o senza figli o parenti da assistere. Le donne si spostano tra casa e lavoro impiegando complessivamente circa 4 ore settimanali: di poco più fortunate sono le nubili (3,5 ore), mentre sono svantaggiate quelle con figli (4 ore) e, ancora di più, quelle parenti da assistere (4,5 ore).

 La somma del tempo medio settimanale dedicato al lavoro extradomestico, ai viaggi per andare e tornare dal lavoro e agli impegni di cura della famiglia e della casa indica come, a queste attività, le donne dedichino complessivamente quasi 91 ore settimanali, a fronte delle 80 circa dei loro colleghi. I dati disponibili mostrano inoltre come l'impegno di questi ultimi non si modifichi significativamente con il cambiamento di stato civile. E' assai probabile che il tempo da loro dedicato alla cura della famiglia e della casa cresca in misura rilevante in presenza di figli con meno di 15 anni e di parenti da assistere, ma il limitato numero di casi considerati non consente conclusioni certe a questo proposito.

grafico n.2

* statisticamente non significativo

Grafico 2 - Ore settimanali dedicate al lavoro domestico, extradomestico e ai viaggi tra casa e lavoro per genere, stato civile, figli e parenti bisognosi di assistenza

 

L'impegno femminile registra, al contrario, una crescita rilevante (da 72,3 a 95,6 ore settimanali) con il matrimonio o la convivenza, quando una lieve riduzione del lavoro extradomestico è ben lontana dal compensare la crescita dei compiti di cura della famiglia e della casa. In particolare, il lavoro tra le mura domestiche cresce quando la presenza di figli minori di 15 anni o di parenti bisognosi di assistenza fanno sì che le ore complessivamente impegnate ogni settimana crescano ulteriormente: nel primo caso a 105 e nel secondo a oltre 109. Si assiste nel contempo ad una ulteriore riduzione del lavoro extradomestico, che anche in questo caso non è tuttavia equivalente alla crescita di quello dedicato alla famiglia. (Tab. 7 )

La percezione, da parte delle lavoratrici interpellate, del tempo disponibile per sé è evidentemente correlata ai bisogni della famiglia e alla posizione ricoperta all'interno di essa. Le coniugate e le conviventi dichiarano di non "riuscire a fare tutto" nel 60% dei casi, superate solamente da separate e vedove (61,5%); mentre solamente il 41,7% delle nubili hanno lo stesso problema. Per contro, solamente il 13,3% delle coniugate (e il 15,4% di separate e vedove) dicono di avere una discreta quantità di tempo, contro il 50% delle nubili. L'81,5% delle donne che hanno figli con meno di 15 anni non sono in grado di "fare tutto", contro il 40% delle loro colleghe senza figli o con figli più grandi. Queste ultime hanno tempo libero nel 22,7% dei casi, mentre solamente il 3,7% delle prime gode di questa possibilità. (Tab. 8 )

In parziale controtendenza sono i dati relativi alle lavoratrici che devono assistere parenti in difficoltà, che, mentre dichiarano di non avere tempo libero, solo nel 60% dei casi dicono di non riuscire a fare tutto, a fronte del 64,4% delle loro colleghe che non hanno i loro stessi problemi familiari. L'interpretazione di questo dato - che è verosimilmente funzione di altre variabili familiari, come la compresenza-assenza di figli e parenti bisognosi di assistenza - richiederebbe un approfondimento che non può tuttavia essere fatto con i dati disponibili.

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CONDIZIONI FAMILIARI E SCELTA DELL'ORARIO

Lo stato civile, la presenza di parenti bisognosi di cure e, in misura maggiore, la presenza di figli piccoli o molto giovani influenzano la scelta del part time da parte delle donne. I dati raccolti evidenziano che l'orientamento verso un lavoro extradomestico a orario parziale è più frequente quando le condizioni familiari sono tali da comportare un elevato impegno di cura da parte delle lavoratrici.

E' ragionevole ipotizzare che tali condizioni non influenzino solamente la scelta tra part time e full time, ma anche gli orientamenti verso l'organizzazione degli orari di lavoro, la loro distribuzione nel tempo ed i margini di flessibilità concessi.

Tra le ipotesi di cambiamento dell'orario sottoposte, attraverso il questionario, all'attenzione delle lavoratrici e dei lavoratori, quelle che hanno raccolto maggiori consensi sono state, nell'ordine, la flessibilità settimanale e quella giornaliera, il part time verticale e il telelavoro. Consensi più contenuti, anche se ancora significativi, hanno avuto la possibilità di fruire di un maggior numero di permessi non retribuiti, la banca ore, la possibilità di incrementare l'orario (e proporzionalmente la retribuzione), la flessibilità mensile, il part time personalizzato e il job sharing. Più modesto - intorno o al di sotto del 10% delle risposte - il "gradimento" per il term time, la riduzione d'orario e i turni. (Tab. 9 )

grafico n.3

Grafico 3 - Scelta d'orario per genere

 

Sono dati che evidenziano, in primo luogo, una richiesta di flessibilità che si manifesta in diverse forme, che vanno dalla flessibilità - intesa come possibilità di "spostare" l'orario di lavoro nell'arco della giornata o della settimana - alla banca ore, che consente di accumulare ore aggiuntive di lavoro da recuperarsi in altri periodi (o viceversa). Si evidenzia, accanto a questa, una domanda di riduzione del tempo lavorativo, anch'essa avanzata attraverso modalità differenti: dal part time al job sharing, al term time ai permessi non retribuiti. Si colgono infine alcune ulteriori richieste attinenti l'organizzazione degli orari (i turni), il telelavoro e la possibilità di accrescere lavoro e retribuzione.

La scala delle preferenze circa i cambiamenti d'orario è in parte differente a seconda che si considerino le lavoratrici o i lavoratori.

Le ipotesi di cambiamento che prevedono o comportano una riduzione dell'impegno lavorativo raccolgono un'adesione prevalentemente femminile, con l'unica eccezione dal job sharing, verso il quale gli uomini mostrano maggiore interesse.

La richiesta di maggiore flessibilità vede la partecipazione di entrambi i generi, anche se si osserva un interesse più ampio verso le forme "tradizionali" di flessibilità da parte degli uomini, mentre le donne paiono maggiormente interessate alla banca ore. Sono le donne che esprimono una più ampia richiesta di turni, anche se in misura di poco superiore ai loro colleghi.

Significativa è, al contrario, la differenza di "gradimento" verso il telelavoro: ampio quello degli uomini, molto più contenuto quello delle donne, che temono verosimilmente, in misura ben maggiore dei loro colleghi, l'isolamento domestico e la commistione tra lavoro retribuito e lavoro di cura.

Infine, la possibilità di accrescere orario di lavoro e retribuzione risulta essere più richiesta dagli uomini che dalle donne, in coerenza con lo stereotipo che attribuisce ai primi il compito di assicurare il reddito familiare.

Occorre inoltre domandarsi quale influenza abbiano, sulla scelta d'orario, le caratteristiche e le condizioni della famiglia di appartenenza. Quanto cioè la necessità di provvedere o meno alla cura di figli o di parenti bisognosi di assistenza, e la posizione ricoperta all'interno della famiglia, siano fattori che influiscano sulle scelte che le lavoratrici e i lavoratori hanno evidenziato circa i cambiamenti d'orario loro proposti.

Per dare una risposta al primo di questi interrogativi è stato utilizzato, sulla base dei dati raccolti attraverso i questionari, un indice del "carico di cura", elaborato sulla base di tre elementi: il numero dei figli facenti parte del nucleo familiare, la loro età e la presenza in famiglia di parenti bisognosi di assistenza. Il raffronto tra questo indice e le scelte d'orario mostrano come le persone con carico di cura più elevato scelgano più frequentemente modalità di orario che consentano la riduzione dell'impegno lavorativo, come la riduzione dell'orario di lavoro, il term time e il part time personalizzato. L'unica eccezione è costituita dal part time verticale, preferito dalle/i dipendenti con carico di cura basso. (Tab. 10 )

Queste/i ultime/i vorrebbero, più frequentemente delle/i loro colleghe/i, avere la possibilità di incrementare orario e retribuzione.

Un orario di lavoro più flessibile raccoglie in misura pressochè uniforme l'interesse delle due classi considerate, con l'eccezione della flessibilità giornaliera, che raccoglie maggiori consensi da coloro che hanno un carico di cura medio o alto.

La possibilità di fruire di una riduzione d'orario, del job sharing, del term time e del part time personalizzato risulta essere più gradita da chi ha maggiori impegni di cura. Lo stesso vale per la banca ore, per la quale tuttavia il differenziale di gradimento espresso da chi ha un carico di cura alto e le altre persone interpellate non è elevato. Per quanto riguarda i turni e il telelavoro le differenze di orientamento non paiono al contrario apprezzabili.

Quando si consideri unicamente la popolazione femminile si osserva una maggiore influenza del carico di cura nel determinare le scelte d'orario: rispetto alla popolazione totale è più alta la percentuale di donne con carichi di cura elevati che vorrebbero ridurre l'orario e avere più flessibilità giornaliera, un maggior numero di permessi non retribuiti e la possibilità di turnare; si riduce, al contrario, la quantità relativa di lavoratrici che, avendo compiti di cura più contenuti, mostrano le stesse preferenze. Le donne mostrano inoltre una minore propensione dei loro colleghi verso l'incremento d'orario, la flessibilità settimanale e mensile e il telelavoro; mentre sono maggiormente interessate alla banca ore e al part time personalizzato.

Analogamente a quanto avviene per le persone con carichi di cura elevati, le/i coniugate/i scelgono ipotesi di cambiamento che comportano una riduzione dell'impegno lavorativo più frequentemente di nubili, celibi, separate/i e vedove/i. (Tab. 11 )

Per quanto riguarda le donne, le coniugate, rispetto all'insieme della popolazione dello stesso stato, mostrano maggiore interesse verso la riduzione d'orario, il part time verticale, il term time e il part time personalizzato; sono al contrario meno attratte dalle diverse forme di flessibilità, dall'incremento dell'orario, dal telelavoro e dal job sharing.

Accanto al carico di cura ed allo stato civile, occorre infine considerare il reddito familiare quale terza variabile potenzialmente influente sulle scelte d'orario delle lavoratrici e dei lavoratori. Se il carico di cura determina l'entità dei compiti da assolvere all'interno del contesto familiare, la dimensione del reddito disponibile concorre significativamente a circoscrivere - o ad allargare - le possibilità di risposta della famiglia stessa ai propri bisogni. Il reddito è inoltre importante in quanto consente, o impedisce, ai componenti del nucleo familiare di scegliere modalità di orario di lavoro che comportano una riduzione della retribuzione, e quindi del reddito stesso.

Tra le lavoratrici ed i lavoratori interpellati, quelle/i che dispongono di un reddito famigliare medio-alto (superiore a 45.000 Euro annui) sono più propensi delle/dei loro colleghe/i a scegliere cambiamenti che comportino la riduzione dell'impegno lavorativo, come il part time verticale, il job sharing e il term time. In controtendenza il dato relativo alla riduzione d'orario, che pare più gradita alle persone con reddito famigliare medio-basso. Queste ultime sono, nel contempo, più interessate delle/dei loro colleghe/i alla banca ore, ai turni e, sia pure in misura contenuta, ad incrementare orario e retribuzione. Si osserva inoltre un maggiore gradimento verso i permessi non retribuiti da parte di chi può contare su un reddito familiare medio-alto. (Tab. 12 )

L'analisi per genere dallo stesso dato non aggiunge elementi significativi, fatto salvo il fatto che conferma un minore interesse delle donne verso le diverse forme di flessibilità, il job sharing e il telelavoro, ed una maggiore propensione della stessa popolazione verso la riduzione dell'impegno lavorativo e l'impiego di una banca ore. Da rilevarsi che nessuna donna con reddito familiare medio-alto ha dichiarato di essere interessata ad incrementare l'orario di lavoro.

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SODDISFAZIONE E SIGNIFICATO DEL LAVORO

La soddisfazione verso il lavoro Le lavoratrici e i lavoratori interpellati danno complessivamente un giudizio positivo del loro lavoro, attribuendo ad esso, su una scala da 1 a 10, un "voto" pari a 6,8. Più soddisfatti sono gli uomini (7,4) rispetto alle donne (6,7). (Tab. 13 )

Considerando le fasce di età, il punteggio più elevato viene dalle lavoratrici e dai lavoratori meno giovani (7,5), seguite/i da quelli di età compresa tra 40 e 49 anni (6,7) e da quelli con meno di 39 anni (6,4).

Più soddisfatte/i si dichiarano nubili e celibi (7,7), seguite/i, a pari merito da coniugate/i, separate/i e vedove/i (6,6).

Più soddisfatti sono anche coloro che hanno carichi di cura più bassi: le parsone senza figli danno al loro lavoro un buon 7,2, mentre quelle con figli si fermano a 6,5; meno distante è il giudizio di chi ha figli con non più di 15 anni (6,4) da quello di coloro che non hanno figli di quell'età (6,6); le lavoratrici e i lavoratori che hanno parenti bisognosi di aiuto, infine, esprimono il "voto" peggiore tra quelli dati (6,1), contro il 7 delle/i loro colleghe/i che non devono assistere uno o più congiunti.

Tra le persone che occupano i differenti ruoli all'interno delle biblioteche, i più soddisfatti sono di gran lunga i dirigenti ed i funzionari, che premiano il loro lavoro con un 8,2, seguiti da bibliotecarie/i e istruttrici/istruttori (7), assistenti e operatrici/operatori (6,6), collaboratrici e collaboratori (6,5) e addette/i (6,1). (Tab. 14 )

  Quando si consideri non più il giudizio complessivo, ma quello attribuito ad alcuni specifici fattori di soddisfazione - o insoddisfazione - verso il proprio lavoro, si rileva come siano ritenuti particolarmente soddisfacenti: il rapporto con in colleghi (giudicato favorevolmente dall'84,2% degli interpellati), la sicurezza del posto di lavoro (83,7%), i contenuti del lavoro svolto (79,1%) e l'orario di lavoro (74,8%). Valutazioni meno favorevoli, ma pur sempre sufficienti, sono date alle modalità di lavoro (66,7%) e al clima generale presente nell'ambiente lavorativo (62%). Insufficiente è al contrario il giudizio sulle possibilità di crescita professionale (40,2%) e e sulla retribuzione (38,5%). All'ultimo posto si colloca infine la possibilità di carriera, che è giudicata soddisfacente solamente dal 32,6% delle persona interpellate. (Tab. 15 )

Se è vero che le lavoratrici sono, in termini generali, rispetto ai loro colleghi, meno soddisfatte del loro lavoro, questo vale per alcuni soltanto dei singoli fattori considerati: la sicurezza del posto, le modalità di lavoro, il clima organizzativo e la retribuzione. In tutti gli altri casi le donne si dichiarano più soddisfatte degli uomini, anche se in misura molto contenuta. Solamente per quanto riguarda la possibilità offerta dal lavoro di crescere professionalmente, il giudizio dato dalle lavoratrici è significativamente migliore di quello dai loro colleghi.

Correlando la valutazione complessiva data dalle/gli interpellate/i e quella relativa ai singoli fattori di soddisfazione, si evidenzia non solamente il "peso" che questi ultimi hanno nella formazione del giudizio complessivo, ma anche la funzione da essi esercitata nella formazione del giudizio stesso. Mentre alcuni dei fattori considerati evidenziano un andamento simile a quello della soddisfazione generale, per altri il trend è differente. I giudizi riguardanti contenuti del lavoro e clima interno alle organizzazioni sono particolarmente bassi per le persone poco soddisfatte, mentre crescono al di sopra del livello complessivo di soddisfazione per coloro che dichiarano di essere molto soddisfatti. Pare dunque che tali fattori concorrano in misura più significativa di altri a determinare il giudizio complessivo delle lavoratrici e dei lavoratori verso il proprio lavoro. Il giudizio relativo alla retribuzione è, per le persone molto soddisfatte, notevolmente inferiore a quello complessivo; mentre non si discosta da quest'ultimo per coloro che si dichiarano poco soddisfatti. La retribuzione eserciterebbe, in latri termini, un effetto "depressivo" solamente per i primi, senza tuttavia essere un elemento significativamente motivante per i secondi.

Al contrario, la sicurezza del posto di lavoro risulta essere un importante fattore di soddisfazione per i meno "entusiasti", per perdere in gran parte, via via che la soddisfazione complessiva cresce, tale funzione.

grafico n.4

Grafico 4 - Correlazione tra soddisfazione generale e soddisfazione verso alcuni aspetti del lavoro

 

L'importanza attribuita al lavoro

Oltre il 35% delle persone interpellate hanno dichiarato che il lavoro è importante soprattutto perché consente loro di disporre del reddito di cui hanno bisogno. In misura minore (per il 27,3% dei casi) l'importanza del lavoro è data dall'indipendenza che con esso è possibile acquisire. Meno interesse c'è per il lavoro come sede di affermazione delle proprie capacità (13,1%), come luogo dove sentirsi parte di un gruppo (6,1%) o come strumento per acquisire prestigio e autorevolezza (5,1%). La popolazione femminile attribuisce, rispetto a quella maschile, minore importanza all'aspetto retributivo, a vantaggio della possibilità di accrescere l'indipendenza e affermare le proprie capacità. E' interessante notare come vi sia, sempre da parte delle donne, un interesse più elevato di quello indicato dagli uomini verso il lavoro come fonte di prestigio e autorevolezza. (Tab. 16 )

Lo stato civile pare influenzare in misura notevole l'orientamento verso il lavoro. L'importanza ad esso attribuita come fonte di reddito è assai più elevata per le persone coniugate che per nubili, celibi, separate/i e vedove/i. Con essa cresce l'attenzione verso il lavoro come luogo dove sentirsi parte di un gruppo e dove acquisire prestigio e autorevolezza. Meno importante, sempre per le/i coniugati e le/i conviventi, pare essere la ricerca dell'affermazione delle proprie capacità e dell'indipendenza. Quest'ultima, ben presente, soprattutto tra le donne, pare essere orientata a segnare il distacco verso la famiglia di origine - per nubili e celibi - e altri soggetti - nel caso di separate/i e vedove/e - piuttosto che a ricercare uno spazio individuale nell'ambito della propria famiglia. E' soprattutto tra le persone separate o vedove, e, in misura meno marcata, tra celibi e nubili, che viene attribuita importanza al lavoro come fonte di indipendenza; mentre è da notarsi anche il forte investimento di nubili e celibi verso il lavoro come sede di affermazione delle proprie capacità.

L'orientamento verso il lavoro come fonte di reddito pare ridursi con il crescere dell'età, mentre cresce l'attenzione verso l'acquisizione di prestigio e autorevolezza e verso la conquista di una posizione indipendente. Il lavoro come mezzo per affermare le proprie capacità è importante soprattutto per la fascia di età fino a 39 anni, mentre per le altre acquisisce importanza la possibilità di sentirsi parte di un gruppo.

Per quanto riguarda l'atteggiamento delle differenti figure professionali, le/gli addette/i sono prevalentemente orientate/i al lavoro come fonte di reddito e di identificazione con un gruppo, mentre le/gli assistenti uniscono all'attenzione per gli aspetti retributivi, quella per l'acquisizione dell'indipendenza. E' molto marcato l'orientamento delle/dei bibliotecarie/i verso la dimensione sociale del lavoro, unitamente all'interesse per l'acquisizione di prestigio e autorevolezza. Tratto, quest'ultimo, che li accomuna ai dirigenti ed ai funzionari, che uniscono ad esso l'interesse per il lavoro come sede di affermazione delle proprie capacità; affermazione che orienta anche collaboratrici e collaboratori. (Tab. 17 )

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SODDISFAZIONE, ORIENTAMENTO VERSO IL LAVORO E SCELTA DELL'ORARIO

Sia la correlazione tra orientamento verso il lavoro e orario che quella tra soddisfazione e orario paiono deboli.

Le lavoratrici e i lavoratori interessati al lavoro come sede di affermazione delle loro capacità tendono, in misura maggiore degli altri, a preferire alcuni cambiamenti che comportano la riduzione del loro impegno lavorativo, come il part time verticale o personalizzato e il term time. Sono poco interessati, per contro, alla flessibilità, ai turni, ai permessi non retribuiti ed alla riduzione dell'orario. (Tab. 18 )

Dal canto loro, le persone orientate alla retribuzione privilegiano alcune forme di riduzione dell'impegno lavorativo - term time e part time personalizzato - e, soprattutto, alcune forme di flessibilità: banca ore e flessibilità settimanale. Elevato è anche il loro interesse per il job sharing.

Coloro che apprezzano il lavoro soprattutto come fonte di indipendenza manifestano un particolare interesse verso la possibilità di avere un maggior numero di permessi non retribuiti, mentre sono raramente attratti dalla banca ore, dal job sharing, dal part time personalizzato e dalla riduzione d'orario.

Circa la correlazione tra preferenze in merito all'orario e soddisfazione, si evidenzia come le lavoratrici ed i lavoratori che danno un giudizio non positivo del loro lavoro tendono ad essere più innovativi dei loro colleghi. La flessibilità giornaliera e settimanale, i turni, il part time verticale, il telelavoro, la banca ore e la riduzione dell'orario sono i cambiamenti che essi indicano più frequentemente dell'insieme della popolazione. Dal canto loro, le persone che giudicano con soddisfazione il loro lavoro si limitano a indicare con maggiore frequenza il term time e il job sharing. (Tab. 19 )

Nel correlare la soddisfazione e l'orientamento verso il lavoro con le scelte d'orario emerge, tuttavia, qualche elemento di contraddizione.

Che le lavoratrici e i lavoratori orientati alla retribuzione manifestino un particolare interesse per part time, term time e job sharing appare, almeno in linea teorica, difficilmente spiegabile; così come risultano difficili da comprendere le ragioni che possono spingere coloro che sono interessati ad affermare con il lavoro le proprie capacità a preferire la riduzione del loro impegno lavorativo.

In alcuni casi, gli scostamenti relativi alle preferenze in materia di orario delle persone soddisfatte e quelle insoddisfatte sono molto contenuti.

Quest'insieme di elementi fa ritenere che le variabili qui considerate - orientamento e soddisfazione verso il lavoro - non esercitino un'influenza significativa sulle scelte d'orario, che sono piuttosto da ricondursi a variabili esterne al contesto lavorativo.

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I SERVIZI PER LA FAMIGLIA E LA CONCILIAZIONE

L'utilizzo dei servizi I servizi più frequentemente utilizzati sono quelli commerciali: l'85% circa dalle lavoratrici e dei lavoratori interpellati vi ricorre almeno una volta alla settimana. Seguono, a breve distanza, i trasporti pubblici urbani ed extraurbani, utilizzati con la stessa frequenza dal oltre l'83% delle/gli interpellate/i e, più distaccati, i servizi di ristorazione (61,6%). Molto meno utilizzati sono, nell'ordine, le scuole elementari, i servizi sportivi, le banche e le assicurazioni, gli uffici postali e le scuole medie inferiori. Meno del 10% degli interpellati utilizza almeno una volta alla settimana i servizi culturali (biblioteche, musei, teatri, cinema, etc.), gli sportelli comunali e di altri enti pubblici, i servizi sanitari, le scuole materne e i servizi socio-assistenziali. Nessuna delle persone interpellate si rivolge ai servizi per la prima infanzia (nidi e micronidi). (Tab. 20 )

Ai servizi commerciali si rivolgono più frequentemente gli uomini (anche se di poco), le persone appartenenti alla fascia di età più elevata (oltre 50 anni), quelle con figli e quelle che non sono impegnate nell'assistere parenti bisognosi di cura.

Sempre gli uomini sono i più assidui frequentatori dei servizi di ristorazione, utilizzati in maggiore misura dalle/dai coniugate/i, dalle persone senza figli e senza parenti bisognosi di assistenza. Dati che sono forse indicatori anche di una differenziazione della struttura dei consumi: le famiglie con figli e parenti non autosufficienti sono verosimilmente meno propense delle altre a orientare i loro consumi verso i servizi di ristorazione.

I servizi pubblici non scolastici (sanitari, socio-assistenziali, comunali e di altri entri pubblici) sono utilizzati con maggiore frequenza dagli uomini, dalle persone della fascia di età più giovane (fino a 39 anni) e dalle persone che non hanno figli. Si tratta di dati inattesi, poichè l'assistenza sanitaria e sociale è solitamente più richiesta da bambini e anziani. Il fatto che ad essa si rivolgano, al contrario, con maggiore frequenza, adulti e persone senza figli può essere interpretato come effetto della funzione di assistenza da questi assolta verso la popolazione più fragile. Molto frequente, in rapporto alle altre fasce della popolazione, è invece il ricorso ai servizi sanitari e socio-assistenziali da parte delle persone impegnate nell'assistenza di parenti.

I servizi postali vedono un utilizzo relativamente più frequente da parte degli uomini, delle persone con non più di 39 anni e da quelle senza figli. Molto frequente è il ricorso a questi servizi da parte di lavoratrici e lavoratori con parenti bisognosi di assistenza, che devono spesso farsi carico delle pratiche postali, bancarie e assicurative riguardanti i loro congiunti.

Sono le donne, le persone più giovani e quelle con figli che utilizzano più frequentemente banche e assicurazioni, alle quali si rivolgono più spesso anche le persone con famigliari da assistere.

Sono sempre le donne che si rivolgono più frequentemente dei loro colleghi ai servizi scolastici: scuola materna, elementare e media dell'obbligo. Evidenti ragioni demografiche fanno sì che il ricorso a questi servizi sia più intenso per le persone con figli e per quelle con meno di 49 anni.

I servizi culturali sono utilizzati più spesso dalle donne, dalle persone con non più di 39 anni e da quelle senza figli; mentre i servizi sportivi - frequentati anch'essi in maggiore misura dalle donne e dalle persone della medesima fascia di età - sono utilizzati maggiormente da chi ha figli. L'accesso frequente ai servizi sportivi da parte delle donne e delle persone con figli rende peraltro verosimile l'ipotesi che ad esse sia spesso riservato il ruolo di accompagnatrici piuttosto che quello di sportive praticanti. I trasporti pubblici urbani e interurbani sono utilizzati con frequenza lievemente superiore dalle donne. Più assidui utilizzatori di treni, metropolitana e autobus sono inoltre le persone con più di 50 anni, quelle con figli e quelle che assistono parenti bisognosi di aiuto.

 

Le richieste di miglioramento dei servizi

Tra i fattori di insoddisfazione verso i servizi, quello meno percepito pare essere la lontananza dal luogo di residenza. In relazione ai servizi sportivi ed a quelli commerciali, il 15,8% e il12,5% delle persone interpellate hanno dichiarato che li vorrebbe più vicini a casa; mentre per tutti gli altri servizi la distanza dall'abitazione è giudicata eccessiva da meno del 10% delle lavoratrici e dei lavoratori. (Tab. 21 )

Più inadeguati paiono essere gli orari di erogazione dei servizi: verso banche e assicurazioni, enti locali e statali, servizi sanitari e trasporti pubblici sono rivolte, nell'ordine, richieste di miglioramento dell'orario da parte del 25-30% degli interpellati. Seguono i servizi postali e quelli commerciali. I servizi scolastici, sportivi, socio-assistenziali e culturali non hanno un orario adeguato per una quota di utenti di poco superiore - o inferiore - al 10%.

I tempi di attesa sono ritenuti eccessivi, per quanto riguarda i servizi sanitari, da oltre il 60% degli interpellati. Attese troppo lunghe hanno anche i servizi postali (per il 51,5%), i trasporti pubblici (51,2%) e gli sportelli degli enti locali e statali (43,8%). Meglio rispondono alle esigenze degli utenti, nell'ordine, banche e assicurazioni, servizi commerciali, servizi di ristorazione e servizi socio-assistenziali.

Una riduzione dei costi è richiesta ai servizi di ristorazione (dal 72,9%), a quelli commerciali (64,8%), a quelli culturali (50,6%), ai trasporti pubblici (39,8%) e ai servizi sportivi (26,3%). Meno importante sembra essere il problema dei costi per quanto riguarda i servizi scolastici, i servizi sanitari e socio-assistenziali, i servizi postali e quelli degli enti locali e di altri enti pubblici.

Quando si consideri, insieme, il tasso di utilizzazione dei diversi servizi e le richieste di miglioramento avanzate per ciascuno di essi è possibile disegnare una sorta di "mappa delle criticità" dei servizi stessi. I successivo grafico 5 rappresenta tale "mappa": sono in esso indicati quattro quadranti, ciascuno rappresentante un'area di miglioramento (vicinanza, orari, tempi di attesa e costi). I servizi indicati in ciascun quadrante sono quelli oggetto di richieste di miglioramento da parte di almeno il 25% delle persone interpellate. I cerchi concentrici contengono, quello esterno, i servizi utilizzati almeno una volta alla settimana dal 25% degli interpellati, e quello interno i servizi utilizzati con minore frequenza. Si evidenzia, attraverso il grafico, un tasso elevato di criticità percepita per quanto riguarda i costi dei servizi commerciali e di ristorazione ed i costi, i tempi di attesa e gli orari dei servizi pubblici di trasporto. Criticità più contenute - per la minore frequenza d'utilizzo - evidenziano i servizi culturali e sportivi (costi), i servizi sanitari e gli uffici pubblici (orari e tempi di attesa), le banche e le assicurazioni (orari e costi) ed i servizi postali (tempi di attesa).

grafico n.5

Grafico 5 - "Mappa" della frequenza di utilizzo dei servizi e delle richieste di miglioramento

 

La richiesta di disporre di servizi più vicini alla propria abitazione viene avanzata con maggiore frequenza dalla popolazione maschile.

Molto più insoddisfatte sono invece le donne degli orari di apertura e dei costi dei servizi. Relativamente ai primi, le lavoratrici mostrano, in particolare, insoddisfazione verso le banche e le assicurazioni, gli sportelli comunali e degli altri enti pubblici ed i servizi sanitari. I costi ritenuti troppo elevati sono soprattutto quelli dei servizi di ristorazione, dei servizi commerciali e di quelli culturali.

Tempi di attesa eccessivi hanno, per le donne, i servizi sanitari e i trasporti pubblici; mentre gli uomini segnalano, a questo proposito, i servizi postali e gli sportelli dei comuni e degli altri enti pubblici.

Il segmento di popolazione che avanza il più alto numero di richieste di miglioramento dei servizi è quello compreso tra 40 e 49 anni. In misura particolare sono da esso evidenziati l'alto costo dei servizi, la loro lontananza dal luogo di abitazione ed i tempi di attesa eccessivi. (Tab. 22 )

Le lavoratrici ed i lavoratori con meno di 39 anni mostrano maggiore disagio per gli orari di apertura dei servizi, immediatamente seguiti, in questa critica, dai colleghi della fascia di età successiva.

Il minore numero di criticità è invece evidenziato dalle persone con oltre 50 anni, per le quali le maggiori difficoltà discendono dalla lontananza dei servizi e dai tempi di attesa.

Per le persone con figli alcuni servizi - e alcune modalità di erogazione - assumono particolare importanza. L'assenza di trasporti pubblici vicino alla propria abitazione diventa, in presenza di figli, un fattore importante di criticità. (Tab. 23 )

Gli orari dei servizi sanitari e di quelli scolastici, culturali e sportivi sono meno rispondenti alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con figli di quanto non lo siano per i loro colleghi.

I tempi di attesa presso i servizi postali, le banche, i servizi sanitari e socio-assistenziali sono causa di un più forte disagio.

I costi dei servizi sono ritenuti eccessivi più frequentemente dalle persone con figli che dall'insieme della popolazione.

Sono gli orari ed i tempi di attesa a generare maggiori difficoltà alle persone che devono assistere un parente. In particolare, sono gli orari degli sportelli pubblici, degli uffici postali, delle banche e dei trasporti pubblici, ma anche quelli dei servizi socio assistenziali, a risultare inadeguati.

Risultano inoltre eccessivi i tempi di attesa dei servizi sanitari, seguiti da quelli postali e di trasporto, dai servizi socio-assistenziali e da quelli bancari e assicurativi.

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ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI

 

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I FOCUS GROUP

LA SCELTA METODOLOGICA

Come si è cercato di evidenziare nella parte teorica, uno dei concetti più rilevanti a definire il rapporto tempi di vita e tempi di lavoro è quello di doppia presenza - concetto introdotto da Laura Balbo nel 1977 - perché si riferisce ad una struttura di vita in cui tendenzialmente la partecipazione sia nei percorsi familiari sia in quelli lavorativi ha un uguale peso, «piuttosto che rifarsi al modello di gerarchizzazione insito nella concezione tradizionale del doppio lavoro femminile, che vede cioè aggiungere al lavoro e responsabilità familiari quelle lavorative, ma in modo subordinato, o anche integrativo alle prime» [Saraceno 1987 p. 37: ma doppia presenza, per la Saraceno, è anche presenza nel settore dei servizi come cliente familiare, presenza nella cura nella rete familiare ristretta e allargata, nelle varie traiettorie di moglie, madre, figlia, nipote, e viceversa assenza - spesso - dai luoghi deputati della partecipazione politica, dalle opportunità di formazione e dalle traiettorie che queste consentono, dal tempo libero o per sé].

Proprio partendo da questi presupposti è stata impostata questa fase di rilevazione; con il fine di approfondire le suggestioni emerse nella rilevazione quantitativa ma anche di esplorare ulteriormente gli aspetti sopra evidenziati..

La tecnica del focus group è sembrata ideale per far emergere particolari immagini, altrimenti difficilmente estrinsecabili. Il focus group, infatti, è un intervista rivolta ad un gruppo omogeneo di persone per approfondire un tema o particolari aspetti di un argomento. Si svolge come un'intervista di gruppo guidata da un moderatore che, seguendo una traccia (griglia) più o meno strutturata di intervista, propone degli "stimoli" ai partecipanti. Dalle risposte a questi stimoli scaturisce (o dovrebbe scaturire) di volta in volta la discussione. La caratteristica, che poi è anche il grande pregio, del Focus group sta proprio nell'interazione che si crea tra i partecipanti che produce idee in misura assai maggiore rispetto all'intervista singola, sia a livello di quantità sia a livello della qualità di approfondimento. Secondo alcuni autori (cfr da ultimo Corrao, 2000) l'interazione riproduce inoltre in modo più "realistico" il processo che presiede alla formazione delle opinioni, al contrario di quanto presuppone la tecnica classica dell'intervista "faccia a faccia" o del questionario.

L'obiettivo è stato quindi quello di far emergere il "dato per scontato", la motivazione, ma anche il dubbio o la consapevolezza rispetto alle scelte di vita; proprio perché sono terreni difficili da indagare, si è cercato, sfruttando al massimo la potenzialità del focus, di porre gli argomenti di discussione in modo da superare il problema del "luogo comune" o della risposta "indotta".

I partecipanti e la traccia di intervista

In entrambi i focus group hanno partecipato: 5 donne e 1 uomo. La composizione del gruppo è risultata dunque sproporzionata rispetto alla variabile genere, tuttavia, questa combinazione non ha provocato particolari dinamiche inibitorie verso la variabile meno rappresentata ma, invece, è risultata strumentale ad evidenziare bene sia le dinamiche interne, sia le differenze rispetto al genere. I partecipanti come avvio della discussione sono stati invitati a scrivere su post-it un'associazione concettuale rispetto al termine "tempo", dovendo in pratica completare la frase "il tempo è?.". Questo stimolo iniziale si è rilevato molto efficace come volano di tutta la discussione, rendendo possibile inserire in seguito tutti gli altri stimoli in modo poco direttivo e mantenendo l'organicità della discussione.

LA BIBLIOTECA UNIVERSITARIA

La discussione si è sviluppata su tre assi principali: la gerarchizzazione dei tempi, il clima e il cambiamento organizzativo.

La gerarchizzazione dei tempi e degli ambiti di vita

In particolare, quello che si è evidenziato molto chiaramente fin dall'avvio è la diversa percezione di genere rispetto al significato e al valore del lavoro nella costruzione della propria soggettività. L'unica persona che ha parlato di lavoro e della centralità di esso nella declinazione degli "altri tempi" di vita, infatti, è stato il partecipante di genere maschile. Tutte le altre posizioni si sono articolate in modo più o meno diversificato nel considerare il tempo di lavoro come qualcosa di poco significativo. Certamente, all'interno della gamma di queste posizioni, si riscontrano alcune differenze significative: da chi ha affermato in modo deciso che il lavoro non ha nessuna importanza nella vita e che se potesse non lavorerebbe, a chi non lo ritiene importante rispetto al resto, ma comunque ne riconosce il valore rispetto alla propria costruzione di soggettività, a chi, infine, ha contestualizzato il suo "malcontento" -rispetto al lavoro - ad una situazione più di tipo contingente riferita al cambiamento organizzativo che ha subito la biblioteca negli ultimi anni.

Il cambiamento organizzativo

Proprio il cambiamento organizzativo è risultato un fattore molto rilevante nel dibattito: un cambiamento che è stato vissuto come "imposto" e "poco condiviso". Ciò ha generato un generale malcontento (solo una persona ha definito la sua posizione migliorata rispetto a prima): i cambiamenti hanno portato, infatti, ad un generale peggioramento della qualità del lavoro e soprattutto della qualità del servizio al cliente, perché fondamentalmente "si ha meno tempo da dedicare proprio al servizio". Anche il cambiamento spaziale (la nuova suddivisione) ancorché positiva per l'utente - che non deve più percorrere molto spazio e compilare infiniti moduli - non è stata condivisa da tutti e ciò ha generato schieramenti e divisioni interne. Inoltre, questo aspetto ha provocato un aumento del lavoro senza che a questo corrispondesse un relativo aumento delle "risorse umane".

Il clima

Sul concetto di "risorse umane" il gruppo ha discusso molto trovandosi d'accordo - in modo piuttosto omogeneo - sull'idea che sono proprio tali termini che inducono all'errore concettuale: una risorsa è qualcosa che è a disposizione e di cui si può disporre a piacimento. A detta dei partecipanti, è un po' il clima che si respira nella loro organizzazione e che fa vivere male. Il gruppo ha dimostrato una buona capacità di autoanalisi anche rispetto alla propria capacità di cambiamento e di adattamento: la maggior parte dei dipendenti sono coetanei e sente di vivere un' impasse che deriva proprio dal basso turn over che il personale ha avuto in questi anni: i pochi giovani che erano stati assunti se ne sono subito andati (trasferiti nel paese di origine) e da allora non è più stato assunto nessuno.

Riguardo ai giovani che hanno un tipo di rapporto di precario (volontariato, tirocini e altri tipi di rapporti a tempo determinato) è emerso un grande rispetto per il loro lavoro e il riconoscimento che grazie al loro contributo è possibile ottenere una certa flessibilità dell'orario di lavoro; tuttavia, spesso per vincoli amministrativo-burocratici, essi non possono essere utilizzati nel mondo che, invece, potrebbe risultare più efficace per loro stessi e per l'organizzazione. Il loro apporto, infatti, è spesso limitato ad alcuni compiti di base e invece spesso sono proprio i giovani ad avere competenze e capacità che potrebbero rappresentare un grande valore aggiunto per l'organizzazione.

1.

Il tempo è ? RITROVATO

"cerco di non rendermi indispensabile"

Donna con 3 figli

E' stata a casa fino al terzo figlio

Ha un marito che aiuta

2.

Il tempo è ? UN OROLOGIO

"Il lavoro mi sta rendendo prigioniero"

Uomo

Ha perso il controllo dei ritmi di lavoro

Non vuole tornare alla situazione lavorativa precedente

3

Il tempo è ? POCO

"non si riesce a finire mai"

Donna

I ritmi attuali non sono quelli che vorrebbe avere

Non riesce a finire le cose

La causa della tensione non è il lavoro (che la rilassa).

Ha un figlio solo, ma è "senza rete"

Le priorità sono figli, compagno e lavoro

Il lavoro è importante perché rappresenta una "cesura": se il figlio sta male all'asilo non abbandona il lavoro per andare a prenderlo, ma ci manda un altro

 

4.

Il tempo è ?ANSIA? qualcosa che non si può trattenere?che corre troppo rispetto ai miei tempi

Donna

"La mia priorità sono io"

Dal 1° luglio, tutti gli anni, faccio il part time. Me lo posso permettere: il figlio è grande e il marito vive da solo

Sono in ansia per l'esame, che ha "disturbato" un equilibrio consolidato.

Il tempo è come una grande freccia che va verso l'alto, dove ci sono io

Elogio dell'ozio

5

Il tempo e ? RICCHIEZZA

Donna

Vorrei essere ricca per permettermi di non lavorare

Il lavoro per me non è importante - il lavoro in generale. Mi porta via il mio tempo

Non ho sensi di colpa verso la casa, anche se la trascuro (mentre sento che spesso ci sono)

Ho una figlia abbastanza piccole e a lei dò la priorità, come a me stessa

Non posso fare tutto solamente perché non ho abbastanza ricchezza

Faccio il part time

A 50 anni non me ne frega niente di dimostrare qualcosa a qualcuno

Il problema non sono i contenuti del lavoro

Il telelavoro non va bene perché si viene sommersi. Il tempo è mio

6

Il tempo è ? INESORABILE E BREVE

Donna

Il tempo è inesorabile e breve non in senso negativo: sono in debito verso la vita

Sono assorbita dalla gestione familiare, e adesso che sono meno impegnata, il tempo lo "devo riempire"

Mi piace lavorare e mi piace quello che faccio, anche se ultimamente mi dà un po' di ansia

 

LA BIBLIOTECA "BERIO"

In questo contesto le opinioni rispetto al rapporto tra tempi di vita e tempi di lavoro sono state più articolate. Sicuramente si è evidenziata una differente posizione tra i generi, ma nella gerarchizzazione dei valori il "tempo di lavoro" ha una posizione complementare o paritaria rispetto alle altre sfere o ambiti della vita, e in generale, si delinea una prospettiva di pari importanza. La conciliazione dei diversi ruoli appare come qualcosa di imprescindibile, dalla quale, tuttavia, si riesce a prendere le distanze come qualcosa che è inevitabile, ma che non necessariamente deve portare a soccombere per uno o l'altro degli aspetti. Anzi, si potrebbe affermare che viene percepita come una "sfida" in termini positivi.

Il tipo di percezione rispetto alla flessibilità dei tempi varia in funzione del tipo di orario dei partecipanti: chi fa i turni o chi ha i rientri o chi fa "la settimana lunga".

Anche in questo caso è stato vissuto un cambiamento organizzativo che non ha portato grandi miglioramenti: il cambiamento ha riguardato le mansioni dei ruoli più operativi che sono stati sostituiti da personale precario. L'introduzione di questo ausilio esterno ha quindi portato soltanto un cambiamento di mansioni e non di orari, ma le condizioni lavorative di queste persone sono così sfavorevoli da provocare quasi un senso di colpa tra i dipendenti "normali" e nessun beneficio dal punto di vista della flessibilità dell'orario.

1.

Il tempo è ? TROPPO POCO, sia a casa sia sul lavoro

Donna

Ho tre bambini e faccio il part time

Il tempo è troppo poco per fare qualcosa di tuo

Sul lavoro l'impegno è più concentrato

Casa = lavoro

2

Il tempo è ?POCO

Donna

Ha un bimbo con la baby sitter e fa i turni

Il tempo è poco per fare le cose bene

Sul lavoro e a casa non "corro" più per non farmi venire l'esaurimento

Ora vivo meglio: il tempo è poco, ma non me la prendo più

3

Il tempo è ?BELLO/POCO/TROPPO/TANTO

Donna

Vive sola

Bello è il tempo atmosferico, ma il tempo è anche poco

Non deve essere sempre misurato

Per chi vive da solo il tempo è una "questione più vaga"

"Utilizzare il tempo", i vincoli ce li creiamo noi

4

Il tempo è ? IMPORTANTE

Donna

Non bisogna diventare vittime del tempo

Lavoro, famiglia e sé sono sullo stesso piano

Non bisogna vivere il tempo in modo rigido

Siamo noi che ci diamo dei vincoli e delle rigidità eccessive

5.

Il tempo è ? L'ESPRESSIONE DI SÉ LEGATA AD UN VINCOLO

Donna

Occorre utilizzare il tempo, non farsi trascinare

Occorre "sfruttare il tempo"

6

Il tempo è ? PREZIOSO, ma facilmente sperperabile e sperimentabile

Uomo

Il tempo

Il tempo del lavoro è importante e non lo sento quasi mai come perduto


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TABELLE


TAB 1:
Campione per genere, stato civile, età titolo di studio, presenza di figli, di parenti bisognosi di assistenza e reddito familiare

 

Valore assoluto

% sul campione

% sulle risposte

       

Uomini

21

21,2

22,3

Donne

73

73,7

77,7

Mancata risposta

5

5,1

 
       

Nubili e celibi

18

18,2

19,1

Coniugate/i e conviventi

62

62,6

66,0

Separate/i e vedove/i

14

14,1

14,9

Mancata risposta

5

5,1

 
       

Meno di 40 anni

25

25,3

26,6

Tra 40 e 49 anni

42

42,4

44,7

Più di 49 anni

27

27,2

28,7

Mancata risposta

5

5,1

 
       

Scuola dell'obbligo

12

12,1

12,8

Diplomate/i e qualificate/i

45

45,4

47,8

Laureate/i

37

37,4

39,4

Mancata risposta

5

5,1

 
       

Con figli

55

55,5

58,5

Senza figli

39

39,4

41,5

Mancata risposta

5

5,1

 
       

Con parenti bisognosi di assistenza

20

20,0

23,8

Senza parenti bisognosi di assistenza

64

64,7

76,2

Mancata risposta

15

15,3

 
       

Reddito familiare basso o medio-basso

68

68,6

81,0

Reddito familiare alto o medio-alto

16

16,1

19,0

Mancata risposta

15

15,3

 
       

Totale campione

99

   



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TAB 2:
Campione per profili professionali

 

Valore assoluto

% sul campione

% sulle risposte

       

Addette/i

23

23,2

24,0

Assistenti e operatrici/operatori

25

25,3

26,0

Bibliotecarie/i e istruttrici/istruttori

14

14,1

14,6

Dirigenti e funzionarie/funzionari

16

16,2

16,7

Collaboratrici/collaboratori

18

18,2

18,8

Mancata risposta

3

3,0

 
       

Totale campione

99

100

 



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TAB 3:
Ore dedicate settimanalmente alla casa e alla famiglia per genere, stato civile, presenza di figli e parenti bisognosi di assistenza

 

Uomini

Donne

Celibi e nubili

Coniugate/i e conviventi

Separate/i e vedove/i

Con figli

Con figli minori di 15 anni

Con parenti bisognosi di assistenza

     

u

d

u

d

u*

d

u*

d

u*

d

u*

d

Pulire e ordinale la casa

5,0

8,1

5,6

5,3

4,8

8,4

 

9,4

 

9,3

 

9,1

 

8,0

Manutenzione della casa

3,7

4,0

6,3

3,0

2,8

4,8

 

2,8

 

4,6

 

4,1

 

3,6

Lavare e stirare

3,8

5,6

3,0

2,2

3,9

6,3

 

6,1

 

6,7

 

6,6

 

6,5

Fare la spesa

6,1

5,6

7,0

4,6

5,7

5,7

 

5,9

 

5,9

 

5,9

 

6,0

Cucinare e lavare i piatti

6,9

8,6

7,3

6,9

7,0

9,4

 

7,2

 

9,7

 

10,7

 

10,8

Accudire i bambini

5,2

12,0

0,7

0,5

7,5

14,9

 

11,7

 

17,6

 

25,7

 

13,6

Commissioni burocratiche

3,6

3,2

6,3

4,3

2,7

3,1

 

2,9

 

3,3

 

3,0

 

4,5

Accudire parenti

5,0

4,8

6,2

7,3

4,2

5,0

 

2,1

 

5,1

 

4,8

 

16,5

Accudire animali

2,1

3,2

1,0

2,7

2,6

3,0

 

4,3

 

3,4

 

2,4

 

4,5

TOTALE

41,4

55,1

43,4

36,8

41,2

60,6

 

52,4

 

66,1

 

72,3

 

74,0


* statisticamente non significativo

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TAB 4:
Orario di lavoro (%) per genere, stato civile, presenza di figli e parenti bisognosi di assistenza

 

Uomini

Donne

Celibi e nubili

Coniugate/i e conviventi

Separate/i e vedove/i

Con figli

Con figli minori di 15 anni

Con parenti bisognosi di assistenza

     

u

d

u

d

u

d

u

d

u

d

u

d

Tempo pieno

95,2

72,6

83,3

75,0

100

68,8

100

84,6

100

66,7

100

53,6

100

66,7

Part time

4,8

27,4

16,7

25,0

0,0

31,3

0,0

15,4

0,0

33,3

0,0

46,4

0,0

33,3


* statisticamente non significativo

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TAB 5:
Motivazioni della scelta del part time (in % sul totale del personale con orario part time

 

Uomini*

Donne

Con figli

Con parenti bisognosi di assistenza

         

Per dedicarmi maggiormente ai figli

 

35,1

43,3

22,2

Per dedicarmi alla cura di parenti

 

13,5

10,0

33,4

Per dedicarmi maggiormente alla cura della casa

 

10,8

13,3

11,1

Per avere più tempo libero

 

18,9

16,7

0,0

Per dedicarmi ad altre attività professionali o sociali

 

5,4

3,3

11,1

Per ragioni di salute

 

2,7

3,3

0,0

Per altre ragioni

 

13,6

10,1

22,2


* statisticamente non significativo

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TAB 6:
Mezzi di trasporto utilizzati per recarsi e tornare dal lavoro

 

V.A.

%

     

Nessuno

12

12,5

Motociclo

2

2,1

Autobus

45

46,9

Treno

10

10,4

Treno e trasporti pubblici urbani

8

8,3

Auto come conduttore

10

10,4

Auto come passeggero

1

1,0

Auto e mezzi di trasporto pubblici

7

7,3

Altro

1

1,0



 

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TAB 7:
Ore dedicate settimanalmente al lavoro ed ai viaggi per recarsi e tornare dal lavoro per genere, stato civile, presenza di figli e parenti bisognosi di assistenza

 

Uomini

Donne

Celibi e nubili

Coniugate/i e conviventi

Separate/i e vedove/i

Con figli

Con figli minori di 15 anni

Con parenti bisognosi di assistenza

     

u

d

u

d

u*

d

u*

d

u*

d

u*

d

Lavoro domestico

41,1

55,1

43,4

36,8

41,2

60,6

 

52,4

 

66,1

 

72,3

 

74,0

Lavoro extradomestico

35,1

31,6

33,3

32,0

36,0

31,0

 

33,5

 

30,7

 

28,6

 

30,7

Viaggio

3,5

4,0

3,5

3,5

3,5

4,0

 

4,0

 

4,0

 

4,0

 

4,5

TOTALE

79,7

90,7

80,2

72,3

80,7

95,6

 

89,9

 

100,8

 

104,9

 

109,2


* statisticamente non significativo

Torna indietro

 



TAB 8:
Percezione della disponibilità di tempo (%) per genere e stato civile, presenza di figli minori di 15 anni e parenti bisognosi di assistenza

 

Uomini

Donne

Celibi e nubili

Coniugate/i e conviventi

Separate/i e vedove/i

Con figli minori di 15 anni

Con parenti bisognosi di assistenza

     

u*

d

u*

d

u*

d

u*

d

u*

d

Mi resta una discreta quantità di tempo

30,0

20,0

 

50,0

 

13,3

 

15,4

 

3,7

 

0,0

Ho poco tempo libero

30,0

14,3

 

8,3

 

13,3

 

23,1

 

7,4

 

13,3

Non ho affatto tempo libero

0,0

8,6

 

0,0

 

13,3

 

0,0

 

7,4

 

26,7

A volte non riesco a fare tutto

40,0

57,1

 

41,7

 

60,0

 

61,5

 

81,5

 

60,0


* statisticamente non significativo

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TAB 9: Preferenze d'orario per genere
 

uomini

donne

uomini e donne

 

v.a.

% degli uomini

v.a.

% delle donne

v.a.

% di uomini e donne

Riduzione d'orario

1

5,6

7

10,4

8

9,4

Incremento d'orario

5

27,8

11

16,4

16

18,8

Flessibilità giornaliera

8

44,4

20

29,9

28

32,9

Flessibilità settimanale

7

38,9

22

32,8

29

34,1

Flessibilità mensile

4

22,2

9

13,4

13

15,3

Part time verticale

4

22,2

21

31,3

25

29,4

Telelavoro

8

44,4

16

23,9

24

28,2

Banca ore

2

11,1

15

22,4

17

20,0

Turni

1

5,6

4

6,0

5

5,9

Job sharing

4

22,2

5

7,5

9

10,6

Permessi non retribuiti

4

22,2

16

23,9

20

23,5

Term time

1

5,6

8

11,9

9

10,6

Part time personalizzato

1

5,6

10

14,9

11

12,9

       

1

   

Nessun cambiamento

3

16,7

12

17,9

15

17,6



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TAB 10:
Preferenze d'orario in % per genere e carico di cura
 

Carico di cura basso

Carico di cura alto

 

u/d

d

u/d

d

Riduzione d'orario

3,8

2,8

16,2

19,4

Incremento d'orario

23,1

22,2

10,8

9,7

Flessibilità giornaliera

26,9

19,4

37,8

41,9

Flessibilità settimanale

36,5

30,6

37,8

35,5

Flessibilità mensile

15,4

13,9

13,5

12,9

Part time verticale

36,5

38,9

24,3

22,6

Telelavoro

28,5

22,2

29,7

25,8

Banca ore

19,2

22,2

21,6

22,6

Turni

5,8

5,6

5,4

6,5

Job sharing

7,7

8,3

16,2

6,5

Permessi non retribuiti

21,2

19,4

24,3

29,0

Term time

5,8

8,3

16,2

16,1

Part time personalizzato

9,6

11,1

16,2

19,4

         

Nessun cambiamento

19,2

19,4

13,5

16,1


(in neretto le percentuali che superano in misura significativa quelle medie del campione)

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TAB 11:
Preferenze d'orario in % per genere e stato civile
 

Celibi e nubili

Coniugate/i e conviventi

Seprate/i e vedove/i

 

u/d

d

u/d

d

u/d

d

Riduzione d'orario

6,3

0,0

10,7

13,3

7,7

8,3

Incremento d'orario

31,3

20,0

12,5

11,1

30,8

33,3

Flessibilità giornaliera

25,0

10,0

35,7

33,3

30,8

33,3

Flessibilità settimanale

37,5

40,0

33,9

31,1

30,8

33,3

Flessibilità mensile

12,5

20,0

17,9

13,3

7,7

8,3

Part time verticale

18,8

20,0

33,9

35,6

23,1

25,0

Telelavoro

25,0

20,0

32,1

28,9

15,4

8,3

Banca ore

18,8

30,0

19,8

20,0

23,1

25,0

Turni

0,0

0,0

7,1

6,7

7,7

8,3

Job sharing

12,5

10,0

8,9

4,4

15,4

16,7

Permessi non retribuiti

18,8

20,0

26,8

26,7

15,4

16,7

Term time

6,3

10,0

14,3

15,6

0,0

0,0

Part time personalizzato

25,0

30,0

10,7

13,3

7,7

8,3

             

Nessun cambiamento

31,3

30,0

14,3

15,6

15,4

16,7


(in neretto le percentuali che superano in misura significativa quelle medie del campione)

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TAB 12:
Preferenze d?orario in % per genere e reddito familiare

 

Reddito basso e medio-basso

Reddito alto e medio-alto

 

u/d

d

u/d

d

Riduzione d'orario

11,3

13,0

0,0

0,0

Incremento d'orario

19,4

19,6

15,4

0,0

Flessibilità giornaliera

32,3

30,4

30,8

20,0

Flessibilità settimanale

33,9

32,6

61,5

50,0

Flessibilità mensile

16,1

15,2

15,4

20,0

Part time verticale

25,8

28,3

30,8

20,0

Telelavoro

25,8

21,7

30,8

30,0

Banca ore

24,2

26,1

7,7

10,0

Turni

6,5

6,5

0,0

0,0

Job sharing

9,7

8,7

23,1

10,0

Permessi non retribuiti

21,0

21,7

46,2

50,0

Term time

8,1

8,7

15,4

20,0

Part time personalizzato

9,7

10,9

7,7

10,0

         

Nessun cambiamento

19,4

19,6

7,7

10,0


(in neretto le percentuali che superano in misura significativa quelle medie del campione)

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TAB 13:
Soddisfazione complessiva verso il lavoro per genere e stato civile, presenza di figli, figli minori di 15 anni e parenti bisognosi di assistenza

 

Soddisfazione complessiva verso il lavoro (0 - 10)

 

donne

uomini

donne e uomini

       

Totale

6,7

7,4

6,8

       

Persone con meno di 40 anni

   

6,4

Persone tra 40 e 49 anni

   

6,7

Persone con 50 anni o più

   

7,5

       

Celibi e nubili

   

7,7

Coniugate/i e conviventi

   

6,6

Separate/i e vedove/i

   

6,6

       

Persone senza figli

   

7,2

Persone con figli

   

6,5

Persone con figli minori di 15 anni

   

6,4

       

Persone senza parenti bisognosi di aiuto

   

7,0

Persone con parenti bisognosi di aiuto

   

6,1



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TAB 14:
Soddisfazione complessiva verso il lavoro per ruolo professionale
 

Soddisfazione complessiva verso il lavoro (0 - 10)

 

donne e uomini

   

Addette/i

6,1

Operatrici/operatori e assistenti

6,6

Istruttrici/istruttori e bibliotecarie/i

7,0

Dirigenti e funzionarie/i

8,2

Collaboratrici/collaboratori

6,5



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TAB 15:
Soddisfazione verso alcuni fattori del lavoro per genere

 

Soddisfazione per singoli fattori (% di persone soddisfatte o parzialmente soddisfatte)

 

donne

uomini

donne e uomini

       

Rapporti con i colleghi

86,1

78,9

84,2

Contenuti del lavoro

81,4

76,5

79,1

Orario di lavoro

75,0

72,2

74,5

Possibilità di carriera

34,3

27,8

32,6

Possibilità di crescita professionale

44,3

27,8

40,2

Retribuzione

37,1

47,1

38,5

Clima dell'ambiente lavorativo

60,6

76,5

62,0

Modalità di lavoro

63,4

88,9

66,7

Sicurezza del posto di lavoro

81,7

94,4

83,7



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TAB 16:
Importanza attribuita al lavoro per genere età e stato civile

 

Il lavoro è importante perché (% risposte):

 

Sentirsi parte di un gruppo

Affermare le proprie capacità

Avere una retribuzione

Acquisire prestigio e autorevolezza

Essere indipendente

           

Uomini

9,5

9,5

42,9

0,0

23,8

Donne

5,5

13,7

32,9

6,8

28,8

Uomini e donne

6,1

13,1

35,4

5,1

27,3

           

Persone con meno di 40 anni

0,0

20,0

48,0

0,0

12,0

Persone tra 40 e 49 anni

9,5

9,5

33,3

4,8

33,3

Persone con 50 anni o più

7,4

11,1

25,9

11,1

33,3

           

Celibi e nubili

5,6

27,8

16,7

5,6

33,3

Coniugate/i e conviventi

8,1

8,1

41,9

6,5

22,9

Separate/i e vedove/i

0,0

14,3

28,6

0,0

42,9



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TAB 17:
Importanza attribuita al lavoro per profilo professionale

 

Il lavoro è importante perché (% risposte):

 

Sentirsi parte di un gruppo

Affermare le proprie capacità

Avere una retribuzione

Acquisire prestigio e autorevolezza

Essere indipendente

           

Addette/i

8,7

4,3

43,5

4,3

21,7

Operatrici/operatori e assistenti

0,0

0,0

48,0

4,0

36,0

Istruttrici/istruttori e bibliotecarie/i

21,4

7,1

21,4

7,1

28,6

Dirigenti e funzionarie/i

0,0

37,5

25,0

6,3

18,8

Collaboratrici/collaboratori

5,6

22,2

33,3

5,6

27,5



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TAB 18:
Preferenze d?orario (in %) per importanza attribuita al lavoro

 

Il lavoro è importante perché (% risposte):

 

Sentirsi parte di un gruppo *

Affermare le proprie capacità

Avere una retribuzione

Acquisire prestigio e autorevolezza *

Essere indipendente

Riduzione d'orario

 

0,0

6,1

 

3,8

Incremento d'orario

 

16,7

18,2

 

19,2

Flessibilità giornaliera

 

8,3

30,3

 

30,8

Flessibilità settimanale

 

25,0

45,5

 

34,6

Flessibilità mensile

 

0,0

12,1

 

15,4

Part time verticale

 

41,7

21,2

 

30,4

Telelavoro

 

25,0

30,3

 

30,8

Banca ore

 

16,7

36,4

 

11,5

Turni

 

0,0

6,1

 

3,8

Job sharing

 

8,3

15,2

 

7,7

Permessi non retribuiti

 

8,3

24,2

 

26,9

Term time

 

16,7

12,1

 

7,7

Part time personalizzato

 

16,7

15,2

 

7,7

           

Nessun cambiamento

 

25,0

12,1

 

23,1


* statisticamente non significativo

(in neretto le percentuali che superano in misura significativa quelle medie del campione)

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TAB 19:
Preferenze d?orario (in %) per soddisfazione verso il lavoro

 

Soddisfazione complessiva verso il lavoro (% risposte):

 

Personale soddisfatto

Personale non soddisfatto

Riduzione d'orario

7,8

13,6

Incremento d'orario

18,8

18,2

Flessibilità giornaliera

25,0

50,0

Flessibilità settimanale

35,9

40,9

Flessibilità mensile

12,5

13,6

Part time verticale

25,0

50,0

Telelavoro

25,0

36,4

Banca ore

18,8

22,7

Turni

4,7

9,1

Job sharing

12,5

4,5

Permessi non retribuiti

21,9

22,7

Term time

12,5

4,5

Part time personalizzato

12,5

13,6

     

Nessun cambiamento

18,8

9,1


* statisticamente non significativo

(in neretto le percentuali che superano in misura significativa quelle medie del campione)

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TAB 20:
Persone che utilizzano i servizi almeno una volta alla settimana (in %) per genere, età, presenza di figli e parenti bisognosi di assistenza

 

Servizi

 

Commerciali

Ristorazione

Enti Locali e Statali

Postali

Bancari e assicurativi

Sanitari

Socio-assistenziali

Asili nido

Scuole materne

Scuole elementari

Scuole medie inferiori

Culturali

Sportivi

Trasporti pubblici

                             

Uomini

85,7

65,0

10,5

15,0

10,6

10,5

10,6

0,0

0,0

12,5

6,7

5,9

12,5

85,0

Donne

84,3

60,6

7,9

8,8

13,6

7,5

1,7

0,0

9,4

14,3

10,9

10,6

13,7

82,8

Uomini e donne

84,6

61,6

8,5

10,2

13,0

8,1

3,8

0,0

7,4

18,7

10,0

9,6

13,4

83,3

                             

Persone con meno di 40 anni

84,0

56,5

12,5

12,5

20,9

12,5

9,0

0,0

20,0

19,0

9,6

12,5

16,6

83,3

Persone tra 40 e 49 anni

82,5

67,5

5,2

10,3

10,5

10,3

2,7

0,0

3,1

17,1

12,1

8,1

13,5

80,0

Persone con 50 anni o più

88,4

56,5

10,0

8,0

8,7

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

6,3

9,1

9,6

88,4

                             

Persone senza figli

80,0

75,0

8,6

15,8

11,5

8,2

6,2

0,0

0,0

0,0

3,3

17,1

3,0

78,4

Persone con figli

87,3

53,7

7,8

5,6

16,7

7,6

2,0

0,0

12,2

24,4

14,0

3,8

21,1

86,0

                             

Senza parenti da assistere

87,1

63,4

6,7

5,0

13,1

6,6

0,0

0,0

5,8

16,1

9,3

6,7

18,4

82,5

Con parenti da assistere

79,0

55,6

6,3

16,7

20,0

18,8

21,4

0,0

20,0

20,0

20,0

5,9

6,7

84,2



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TAB 21:
Richieste di miglioramento dei servizi (in % sulla popolazione) per genere

   

Servizi

   

Commerciali

Ristorazione

Enti Locali e Statali

Postali

Bancari e assicurativi

Sanitari

Socio-assistenziali

Asili nido

Scuole materne

Scuole elementari

Scuole medie inferiori

Culturali

Sportivi

Trasporti pubblici

                               

Più vicini a casa

Uomini

15,8

5,6

5,6

10,5

5,9

11,1

17,6

0,0

0,0

0,0

0,0

11,8

20,0

11,8

 

Donne

11,6

1,5

7,9

7,2

4,5

6,0

1,8

0,0

0,0

0,0

3,8

6,5

14,8

6,1

 

Uomini e donne

12,5

2,4

7,4

8,0

4,8

7,1

5,4

0,0

0,0

0,0

3,0

7,6

15,8

7,2

                               

Orari più accessibili

Uomini

15,6

11,1

22,2

21,1

23,5

22,2

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

5,9

13,3

38,9

 

Donne

20,3

0,0

31,7

24,6

34,3

31,3

3,5

0,0

11,5

0,0

11,3

1,6

11,5

22,7

 

Uomini e donne

19,3

2,4

29,6

23,9

32,1

29,4

2,7

0,0

9,2

6,1

9,0

2,5

11,8

26,2

                               

Attese più brevi

Uomini

15,8

5,6

50,0

52,6

5,9

33,3

5,9

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

33,3

 

Donne

7,2

6,0

41,3

50,7

22,4

68,7

1,8

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

56,1

 

Uomini e donne

9,1

5,9

43,2

51,5

19,0

61,2

2,7

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

51,2

                               

Costi più contenuti

Uomini

47,4

61,1

0,0

0,0

41,2

0,0

5,9

0,0

0,0

0,0

0,0

47,1

13,3

35,3



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TAB 22:
Richieste di miglioramento dei servizi (in % sulla popolazione) per età

   

Servizi

   

Commerciali

Ristorazione

Enti Locali e Statali

Postali

Bancari e assicurativi

Sanitari

Socio-assistenziali

Asili nido

Scuole materne

Scuole elementari

Scuole medie inferiori

Culturali

Sportivi

Trasporti pubblici

                               

Più vicini a casa

< di 40 anni

8,0

4,0

4,3

4,2

4,0

8,3

9,1

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

17,4

0,0

 

da 40 a 49 anni

17,9

2,6

8,3

12,5

8,6

8,1

3,2

0,0

0,0

0,0

8,0

8,6

12,5

8,3

 

> di 49 anni

7,7

0,0

9,1

4,2

0,0

4,2

4,8

0,0

0,0

0,0

0,0

13,6

19,0

12,5

                               

Orari più accessibili

< di 40 anni

24,0

4,0

26,1

24,2

44,0

29,2

4,5

0,0

17,2

8,7

9,1

4,5

17,4

17,4

 

da 40 a 49 anni

16,2

0,0

33,3

22,5

31,4

43,2

3,2

0,0

4,3

11,5

8,0

0,0

15,6

30,6

 

> di 49 anni

19,2

4,5

27,3

20,8

20,8

8,3

0,0

0,0

5,0

5,0

10,0

4,5

0,0

28,0

                               

Attese più brevi

< di 40 anni

4,0

0,0

34,8

37,5

20,0

58,3

18,2

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

52,2

 

da 40 a 49 anni

10,8

10,5

47,2

60,0

17,1

59,5

16,1

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

44,0

 

> di 49 anni

11,5

4,5

45,5

50,0

20,8

66,7

9,5

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

44,1

                               

Costi più contenuti

< di 40 anni

64,0

68,0

4,3

4,2

20,0

12,5

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

50,0

30,4

43,5



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TAB 23:
Richieste di miglioramento dei servizi (in % sulla popolazione) per presenza di figli e parenti bisognosi di assistenza

   

Servizi

   

Commerciali

Ristorazione

Enti Locali e Statali

Postali

Bancari e assicurativi

Sanitari

Socio-assistenziali

Asili nido

Scuole materne

Scuole elementari

Scuole medie inferiori

Culturali

Sportivi

Trasporti pubblici

                               

Più vicini a casa

Con figli

12,7

1,8

7,5

8,9

3,8

9,4

0,0

0,0

0,0

0,0

5,0

10,4

14,6

18,6

 

Con parenti da assistere

5,6

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

6,7

13,3

17,5

                               

Orari più accessibili

Con figli

16,4

1,8

26,4

17,9

26,9

35,8

4,3

0,0

16,2

14,6

15,0

6,3

10,8

27,5

 

Con parenti da assistere

16,7

0,0

56,3

35,3

38,9

23,5

11,8

0,0

15,4

0,0

7,1

6,7

20,0

33,3

                               

Attese più brevi

Con figli

7,3

3,5

4,3

57,1

23,1

67,9

15,2

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

48,1

 

Con parenti da assistere

5,6

0,0

37,5

64,7

22,2

82,4

35,3

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

0,0

64,7

                               

Costi più contenuti

Con figli

76,4

80,0

0,0

1,8

25,0

17,2

4,3

0,0

2,7

2,4

7,5

54,2

29,2

45,1



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