Nacque nel borgo di São Luís, oggi quartiere della
città brasiliana di Mostardas, stato del Rio Grande do Sul,
primogenito di Giuseppe e Anita Garibaldi. Venne battezzato con il
nome di Domenico, in onore del padre di Garibaldi, ma il Generale
volle soprannominarlo Menotti, in onore del patriota Ciro
Menotti.
Rimase in America Latina fino all'età di sette anni e
rientrò in Italia insieme ai due fratelli, Teresita e
Ricciotti e alla madre. Il Re gli offrì un posto nel
Collegio di Racconigi dove vi ricevette un'eccellente educazione
finchè il padre non decise di assumerne direttamente
l'educazione, tenendolo con se a Caprera.
Menotti iniziò la sua carriera militare da semplice soldato
nel 1859 a fianco del padre nei cacciatori delle Alpi (nello
squadrone Guide dei Cacciatori) a Varese, Como, San Martino, San
Fermo. Partecipò poi alla spedizione dei Mille, nella quale
si distinse nel grado di maggiore. Combattè con il padre a
Calatafimi, dove vnne ferito, a Palermo, a Reggio, sul Volturno poi
il trionfo di Napoli. E' il solo figlio di Garibaldi a dividere con
lui questa straordinaria esperienza.
Nel 1866 durante la terza guerra di indipendenza comandò,
con il grado di colonnello, il 9° reggimento di volontari
garibaldini e fu l'artefice della vittoria nella battaglia di
Bezzecca meritandosi la medaglia d'oro al Valor Militare. Nel 1870
durante la guerra franco-prussiana comandò un reggimento di
truppe franco-italiane, combattendo a Digione e sui Vosgi,
meritandosi la Legion d'Onore conferitagli dal governo
francese.
Divenne deputato di Velletri e Roma dal 1876 al 1897. A Velletri
è ancora ricordato per aver dato importanza alla cittadina
facendovi spostare o riuscendo a mantenervi sedi di organi statali
e per aver fondato la "Cantina sperimentale del vino di Velletri".
Inoltre riuscì a far finanziare dal governo una vasta tenuta
dell'Agro Romano, idea che anni prima era stata proposta dal padre
ma che non aveva trovato seguito, divenendo un apprezzato
imprenditore agricolo.
Si sposò con Italia Bidischini dall'Oglio e ne ebbe sei
figli. Morì per aver contratto la malaria, all'età di
63 anni, e fu sepolto nel mausoleo della famiglia Garibaldi, da lui
fatto costruire nell'odierna frazione Carano Garibaldi, all'epoca
in territorio di Velletri, oggi nel comune di Aprilia. Gli furono
tributati solenni funerali di Stato ai quali si associò
ufficialmente il governo francese. Fu Gabriele D'Annunzio a
pronunciare l'orazione funebre con un bel discorso, il cui testo
è affisso all'interno della tomba.
Bibliografia: R. Garibaldo, I fratelli Garibaldi
dalle Argonne all'intervento, Milano, 1933; A. Fappani, La Campagna
garibaldina del 1866 in Valle Sabbia e nelle Giudicarie, Brescia,
1970; E. Sant'Ana, Menotti il Garibaldi Brasileiro, Aprilia, 1996;
G. Zeni, La guerra delle Sette Settimane. La campagna garibaldina
del 1866 sul fronte di Magasa e Val Vestino, Magasa,
2006; Menotti Garibaldi (1840-1903) : giornata di
studio, Museo delle Culture, Villa Garibaldi, Riofreddo 23
settembre 2006, a cura di Franca Fedeli Bernardini, Annita
Garibaldi Jallet, Matteo Stefanori, [S.l.], stampa 2008; Menotti
Garibaldi, Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Menotti_Garibaldi>
(ultima consultazione: 23.08.2010)
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