Domenico Menotti GARIBALDI (Mostardas 1840 - Roma 1903)

 

Nacque nel borgo di São Luís, oggi quartiere della città brasiliana di Mostardas, stato del Rio Grande do Sul, primogenito di Giuseppe e Anita Garibaldi. Venne battezzato con il nome di Domenico, in onore del padre di Garibaldi, ma il Generale volle soprannominarlo Menotti, in onore del patriota Ciro Menotti.
Rimase in America Latina fino all'età di sette anni e rientrò in Italia insieme ai due fratelli, Teresita e Ricciotti e alla madre. Il Re gli offrì un posto nel Collegio di Racconigi dove vi ricevette un'eccellente educazione finchè il padre non decise di assumerne direttamente l'educazione, tenendolo con se a Caprera.
 
Menotti iniziò la sua carriera militare da semplice soldato nel 1859 a fianco del padre nei cacciatori delle Alpi (nello squadrone Guide dei Cacciatori) a Varese, Como, San Martino, San Fermo. Partecipò poi alla spedizione dei Mille, nella quale si distinse nel grado di maggiore. Combattè con il padre a Calatafimi, dove vnne ferito, a Palermo, a Reggio, sul Volturno poi il trionfo di Napoli. E' il solo figlio di Garibaldi a dividere con lui questa straordinaria esperienza.
Nel 1866 durante la terza guerra di indipendenza comandò, con il grado di colonnello, il 9° reggimento di volontari garibaldini e fu l'artefice della vittoria nella battaglia di Bezzecca meritandosi la medaglia d'oro al Valor Militare. Nel 1870 durante la guerra franco-prussiana comandò un reggimento di truppe franco-italiane, combattendo a Digione e sui Vosgi, meritandosi la Legion d'Onore conferitagli dal governo francese.

Divenne deputato di Velletri e Roma dal 1876 al 1897. A Velletri è ancora ricordato per aver dato importanza alla cittadina facendovi spostare o riuscendo a mantenervi sedi di organi statali e per aver fondato la "Cantina sperimentale del vino di Velletri". Inoltre riuscì a far finanziare dal governo una vasta tenuta dell'Agro Romano, idea che anni prima era stata proposta dal padre ma che non aveva trovato seguito, divenendo un apprezzato imprenditore agricolo.

Si sposò con Italia Bidischini dall'Oglio e ne ebbe sei figli. Morì per aver contratto la malaria, all'età di 63 anni, e fu sepolto nel mausoleo della famiglia Garibaldi, da lui fatto costruire nell'odierna frazione Carano Garibaldi, all'epoca in territorio di Velletri, oggi nel comune di Aprilia. Gli furono tributati solenni funerali di Stato ai quali si associò ufficialmente il governo francese. Fu Gabriele D'Annunzio a pronunciare l'orazione funebre con un bel discorso, il cui testo è affisso all'interno della tomba.


Bibliografia: R. Garibaldo, I fratelli Garibaldi dalle Argonne all'intervento, Milano, 1933; A. Fappani, La Campagna garibaldina del 1866 in Valle Sabbia e nelle Giudicarie, Brescia, 1970; E. Sant'Ana, Menotti il Garibaldi Brasileiro, Aprilia, 1996; G. Zeni, La guerra delle Sette Settimane. La campagna garibaldina del 1866 sul fronte di Magasa e Val Vestino, Magasa, 2006;   Menotti Garibaldi (1840-1903) : giornata di studio, Museo delle Culture, Villa Garibaldi, Riofreddo 23 settembre 2006, a cura di Franca Fedeli Bernardini, Annita Garibaldi Jallet, Matteo Stefanori, [S.l.], stampa 2008; Menotti Garibaldi, Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Menotti_Garibaldi> (ultima consultazione: 23.08.2010)

ritratto di Menotti Garibaldi