Carlo CATTANEO (Villastanza 1801 - Castagnola-Lugano 1869)
Ricordato per le sue idee federaliste improntate su un forte liberalismo e laicismo, all'alba dell'Unificazione italiana, Cattaneo fu fautore di un sistema politico basato su una confederazione di stati italiani sullo stile della Svizzera. Per Cattaneo il progresso non doveva avvenire per forza, ma compatibilmente con i tempi poiché a suo parere sta agli uomini scandire le tappe del progresso. Egli negava l'idea di contratto sociale e pensava che gli uomini si sono associati per istinto: "la società è un fatto naturale, primitivo, necessario, permanente, universale..."; è sempre esistito un "federalismo delle intelligenze umane" che è sorto perché è un elemento necessario delle menti individuali. Ancora oggi Cattaneo viene visto come l'iniziatore della corrente di pensiero federalista in Italia. Figlio di Melchiorre, un orefice, e di Maria Antonia Sangiorgio, trascorse gran parte della sua infanzia dividendosi tra la vita milanese e i lunghi e frequenti soggiorni a Casorate, oggi Lugano, ospite di parenti paterni. Approfittando della biblioteca del prozio Giacomo Antonio, un
sacerdote di Casorate, Cattaneo si appassionò alla lettura
dei classici tanto che decise di intraprendere gli studi per
avviarsi alla carriera ecclesiastica. Ma a diciassette anni
abbandonò il seminario per continuare la sua formazione a
Milano ove si diplomò nel 1820. Assunto nel dicembre del 1820 dalla Congregazione Municipale di
Milano come insegnante di grammatica latina e poi di scienze umane
nel ginnasio comunale di Santa Marta, ove restò per ben
quindici anni, entrò a far parte della cerchia di Vincenzo
Monti e di sua figlia Costanza. Di questi stessi anni sono le sue
amicizie con Stefano Franscini e Giuseppe Montani e la
frequentazione alle lezioni di diritto tenute da Gian Domenico
Romagnosi. Intanto nel 1825, morto il padre, suo fratello maggiore Filippo, il primogenito, gli succedette nel negozio di oreficeria e nello stesso anno Cattaneo conobbe Anna Woodcock, una giovane anglosassone con la quale iniziò ad allacciare una relazione sempre più profonda. |
Nel 1848 Cattaneo ottenne alcune concessioni dal vicegovernatore austriaco a Milano, subito annullate dal generale austriaco Josef Radetzky. Cattaneo e i suoi insorsero, iniziando le cinque giornate di Milano, al termine delle quali, rifiutò l'intervento piemontese, perché considerava lo Stato sabaudo meno sviluppato della Lombardia e ben distante dall'essere democratico.
Dopo una serie di moti popolari, il 9 febbraio 1849 venne proclamata la Repubblica Romana, guidata da un triumvirato costituito da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. In seguito ai moti del 1848-49 Cattaneo riparò in Svizzera e tenne dimora a Castagnola. Ebbe dunque modo di stringere maggiormente la sua amicizia con Stefano Franscini, potente politico ticinese, e di partecipare alla vita politica del Cantone e della città. Qui fu uno dei fondatori del Liceo di Lugano che volle fortemente per creare un'istruzione laica libera dal giogo della Chiesa, al fine di formare quella classe borghese liberale e laica che erano alla base dello sviluppo economico del resto della Svizzera.
Pur essendo più volte eletto in Italia come deputato del Parlamento dell'Italia unificata, rifiutò sempre di giurare fedeltà ai Savoia.
Numerose le sue pubblicazioni a partire dalla fondazione nel 1839 de "Il Politecnico. Repertorio mensile di studi applicati alla prosperità e coltura sociale". Tra le opere più note: Psicologia delle menti associate, Notizie naturali e civili su la Lombardia, Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra. Memorie, La politica di Carlo Alberto nella guerra d'indipendenza del 1848, Della pena di morte nella futura legislazione italiana, Memorie di economia pubblica dal 1833 al 1860, Ugo Foscolo e l'Italia e Sul riordinamento degli studi scientifici in Italia.
Bibliografia: M. Fubini, Gli scritti letterari
di Carlo Cattaneo, in Romanticismo italiano, Bari,
1953; N. Bobbio, Una filosofia militante: studi su Carlo
Cattaneo, Torino, 1971; C. Lacaita (a cura di), L' opera e
l'eredità di Carlo Cattaneo, Milano, 1974; U. Puccio,
Introduzione a Cattaneo, Torino, 1977; A. Colombo - C.
Montaleone, Carlo Cattaneo e il "Politecnico", Milano,
1993; G. Armani, Carlo Cattaneo una biografia. Il padre del
Federalismo italiano, Milano, 1997; R. Bracalini, Cattaneo
: un federalista per gli italiani, Milano, 1997; C. Cattaneo,
Carlo Cattaneo e il federalismo, scelta e introduzione di
Luigi Ambrosoli, Roma, 1999; L. Ambrosoli, La scoperta di
Carlo Cattaneo : storia e cronaca dei suoi scritti, Azzate,
[2000]; Atti di intelligenza e sviluppo economico : saggi per
il bicentenario della nascita di Carlo Cattaneo, a cura di
Luciano Cafagna e Nicola Crepax. Bologna, 2001; F. Della Peruta,
Carlo Cattaneo politico, Milano, 2001; L. Colucci,
Carlo Cattaneo nella storiografia : studi su Risorgimento e
federalismo dal 1869 al 2002, Milano, [2004]; Cattaneo e
Garibaldi : federalismo e Mezzogiorno, a cura di Assunta Trova
e Giuseppe Zichi, Roma, 2004; G. Armani, Cattaneo riformista :
la linea del Politecnico, Venezia, 2004; M. C. Fugazza,
Cattaneo, Milano e la Lombardia : filosofia e scienze umane
intorno ad alcuni autografi di Cattaneo, Milano, 2005; C. G.
Lacaita, Mazzini e Cattaneo, "Nuova antologia", n.
2240 (ott.-dic. 2006), pp. 138-151; Riflessioni su
Cattaneo, a cura di Giuseppe Galasso, Napoli,
2006; G. Armani - R. Gobbo, Gli scritti su Carlo
Cattaneo: Bibliografia, aggiornamento 2001-2005, Lugano,
c2008; C. Galligani, Cattaneo e il federalismo, Roma,
2010; Carlo Cattaneo, Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Cattaneo>
(ultima consultazione: 22.08.2010).