Stefano CANZIO (Genova 1837 - Genova 1909)
Il padre Michele Canzio, pittore, scenografo del Teatro Carlo Felice, era membro dell'Accademia Ligustica di Belle Arti. Nella primavera del 1859, a 22 anni, Stefano Canzio lasciò gli studi classici ed entrò in un gruppo di volenterosi che si offrivano al governo per la guerra imminente. Con i Carabinieri Genovesi fece parte dei Cacciatori delle Alpi. Tornò dalla guerra soldato formato ed animato da entusiasmo per Garibaldi, del quale andò sempre più conquistandosi la stima e la fiducia, lavorò alla preparazione della spedizione dei Mille e quando fu deliberata la formazione, tornò a far parte del drappello dei carabinieri genovesi e sbarcò con essi a Marsala. Durante la spedizione curò una corrispondenza con il "Movimento", il giornale genovese mazziniano. Il 27 maggio nell'entrare in Palermo venne ferito. Si recò dunque a Genova per guarire dalle ferite riportate, ma ben presto tornò in campo, militando fino alla fine della guerra, ottenendo il grado di maggiore. Nel novembre accompagnò il generale a Caprera e di
lì a un anno, ne sposò alla Maddalena la figlia
Teresita. Da questo momento in poi partecipò a tutte le
azioni garibaldine. Ritiratosi a vita privata, con una sola parentesi come deputato nel 1891, successivamente venne nominato il 25 giugno 1903 primo presidente del Consorzio Autonomo del Porto di Genova, costituito con la legge del 12 febbraio 1903, con mandato di provvedere con speciali fondi attribuitigli all'esecuzione delle opere necessarie, alla gestione ed al coordinamento dei servizi nel Porto di Genova. Sotto la guida di Canzio si consolidò il potere del
Consorzio, con nuovi regolamenti riuiscì a disciplinare il
lavoro portuale, i lavoratori vennero iscritti nei "Ruoli"
consortili, ricondusse il lavoro in una dialettica sindacale. Con la costruzione di nuovi magazzini e la collocazione di nuove gru, sotto la presidenza di Stefano Canzio, il porto si arricchì poi di preziose infrastrutture, rendendo possibile l'aumento degli accosti attrezzati di circa mille metri. |
A seguito di un incendio scoppiato su alcune chiatte, Stefano
Canzio fu svegliato nel cuore di una notte gelida, accorse in porto
in pieno inverno, per collaborare allo spegnimento. Fu in
quell'occasione che venne colpito da una polmonite che gli fu
fatale.
Canzio morì il 14 gennaio 1909. Imponente fu il suo funerale
che il 17 gennaio coinvolse tutta la città: cariche
politiche cittadine, personale del Consorzio, associazioni
commerciali, confederazioni ed associazioni operaie, caravana,
Camera del Lavoro e Garibaldini.
Bibliografia: Ministero della Guerra. Decreto
che accorda la medaglia commemorativa italiana a tutti coloro che
fecero la guerra del 1866. Firenze, 1866; C. Corsi, La
campagna del 1866 in Italia. Opera in cinque volumi, Roma,
1875; M. Rosi, Il dizionario del Risorgimento Italiano.
Vol. I° Personaggi, Vol. IV° I fatti.
Milano, 1931; G. Giacchero, Genova e Liguria nell'età
contemporanea, Genova, 1980; Dizionario delle strade di
Genova. Terza edizione a cura di Bianca Maria Vigliero, sei
volumi, Genova, 1986; Dizionario Biografico dei
Liguri, ; Consorzio Autonomo del Porto di
Genova - Archivio storico, a cura di Danilo Cabona, Genova -
Milano, 1988-2003; O. D'Almeida, Canzio Stefano,
Dizionario biografico dei liguri : dalle origini ai nostri
giorni, v. II, Genova, 1994, pp. 509-510 (e bibliografia
citata ); Stefano Canzio, Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Canzio>
(ultima consultazione 24.08.2010).