Un testo prezioso  per la storia dell’antiquaria è l’opera di Ulisse Aldrovandi Delle statue antiche che per tutta Roma, in diversi luoghi et case si veggono (1550); essa  fornisce elenchi delle statue e dettagliate descrizioni degli ambienti –giardini, cortili, interni- dove erano custodite le collezioni  che da alcuni decenni  si andavano formando.

A proposito del palazzo  del cardinale Federico Cesi “in Borgo”, si legge: «Tutte le statue antiche, che in questa casa e giardino sono, sono bellissime e rare; per che il gentilissimo spirito del Reverendissimo di Cesis innamorato forte delle cose antiche,senza perdonare à spesa alcuna ha sempre da varij luoghi havute e raccolte le più belle cose… per ornare poi, come ha fatto questo suo così bel palagio, e giardino; nei quali luoghi chi entra resta attonito, e pieno di meraviglia, e di piacere, e li pare di entrare in paradiso». Nello studio erano raccolte numerose teste ritratto di celebri personaggi tra cui l’imperatore Costantino, Giulio Cesare, Catone e «Dirimpetto à la finestra, si vede un luogo da sedere fatto à colonne con tre nicchi… e nel suo mezzo si vede una testa di Scipione Aphricano di paragone con tutto il petto».

 

Nel testo dell’Aldrovandi troviamo per la prima volta associato il nome di Publio Cornelio Scipione con la testa ritratto, oggi nota come testa Rospigliosi, caratterizzata dalla calvizie e da una cicatrice sulla parte alta della fronte.   Il materiale  in cui è scolpita, basalto di colore verde scuro, rende certa la sua identificazione, si legge infatti in margine al disegno dello spagnolo A Chacón che la riproduce: «Scipionis Africani majoris effigies ex marmorea statua basalthis qua est apud ill.mo cardinalem Cesium Romae».

Di fatto le numerose teste calve nella ritrattistica romana, associate  alla presenza della caratteristica cicatrice sulla fronte, sono state da tempo riconosciute come  appartenenti ad una classe di sacerdoti di Iside. Tuttavia, poiché la figura di Scipione fu precocemente idealizzata, grazie anche al ruolo  preminente a lui assegnato da Valerio Massimo negli  Exempla virtutis, la testa Rospigliosi, in cui l’eroe repubblicano era stato identificato, finì col divenire il tipo di riferimento per  chi ambiva possederne il ritratto ed  il modello per gli artisti che, in mancanza di pezzi antichi, li riproducevano su richiesta dei collezionisti.

Una immagine di Scipione derivata dal celebre prototipo è visibile anche a Genova, sulla statua di togato nell’atrio di un palazzo di via del Campo (n.10) in cui le guide della città, del XVIII e XIX secolo, segnalavano la presenza di non poche opere d’arte.

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