Nel 1227 Michael Scotus (1175-1235), filosofo, matematico e mago – colui che veramente/ de le magiche frode seppe il gioco (Dante, Inferno XX, vv. 115-117), giunse alla corte di Federico II di Svevia, dove fu nominato astrologo e alchimista di corte.

Traduttore di numerose opere dall’arabo, lingua appresa durante gli anni trascorsi a Toledo, conobbe gli scritti di Averroè ed Avicenna, ma anche quelli di Aristotele: tali opere esercitarono su di lui una notevole influenza quando, pochi anni dopo, l’imperatore gli ordinò di inserire nella sua opera (Liber Introductorius) uno studio sulla fisiognomica, scienza che studia le caratteristiche somatiche dell’individuo. Il suo Liber  Physionomie si rivelerà un manuale di consigli pratici indirizzati  allo stesso Federico II, in cui i singoli fenomeni fisionomici vengono analizzati secondo l’interpretazione dei segni fisici che configurano il sistema del corpo umano.

I segni del corpo rappresentano e sono dunque i vizi e le virtù dell’individuo: nella physiognomia ogni particolare fisico sarà scrutato alla ricerca dei segni indicatori dell’indole profonda. La forma degli occhi, del naso, della fronte, delle orecchie, la conformazione di ogni parte e del tutto, rivelano, a chi sa leggere  questa scienza, il carattere e il genio.

Compito del sovrano sarà dunque quello di individuare, attraverso i lineamenti umani, il carattere più intimo e nascosto di chi lo circonda per potersi guardare da eventuali possibili nemici

Qualche volta gli stessi lineamenti umani sono paragonati alle forme degli animali di cui si crede conoscere meglio le attitudini e gli istinti: i tratti più caratterizzanti, per delineare il coraggio e la determinazione, virtù indispensabili ad un sovrano, sono i lunghi e folti capelli sul collo, segno di forza e potere sovrannaturale. Coloro che hanno i capelli folti sul collo sono magnanimi e saggi, e la saggezza è infatti propria del leone, animale regale per eccellenza.

Così una frons multa elevata et rotunda significat holem amicis & notis:laetu:boni intellectu: alti tractabile & multis gratiis virtuoso:…bene rotunda in angulis tempore ut ossa quasi appareat & nuda piliis significat homine bioni ingenii & clari intelectus, mulatae audaciae. La struttura del capo magnum:bene rotundum rivela un uomo sagace e ingegnoso, mentre il collo ed il petto robusto connotano l’uomo forte, audace, tenace, intelligente e amante della pace.
Ed ancora il naso punctam deorsum declinata, le labbra convenienter subtilia, le orecchie parvae et subtilis, sono indizio di uomo ingegnoso, fedele, intelligente, sapiente, onesto.

Il rinnovato interesse per gli studi fisiognomici, manifestatosi alla corte imperiale, promosse, di conseguenza, anche la rinascita del ritratto realistico. Dal V al XII secolo ci si era infatti limitati a rappresentare il tipo ideale, la categoria di appartenenza del soggetto ritratto (imperatore, santo, profeta, clerico o soldato) senza ricercarne dati veristici individuali, ma solo una generica  caratterizzazione.

Il nuovo ritratto voluto dall’imperatore, in parte documentato dall’immagine riprodotta sugli Augustales (attraverso i quali Federico II, come ebbe a dichiarare, intendeva riportare“gli antichi Cesari alla memoria attraverso il modello della nostra persona”), sarà dunque modellato su rare descrizioni letterarie che ritraggono il puer Apuliae (…) forma quidem venusti decoris, leta fronte conspicus, latioribus oculis (…)

Alcuni particolari fisionomici denotano la regalità dell’imperatore: la faccia glabra, l’occhio ceruleo, il biondo crine che scende lungo il collo (caratteristiche già celebrate dalle cronache contemporanee), la bocca ferma e sottile, le orecchie piccole, ben proporzionate, il turgido volume delle arcate sopraccigliari, segno di terribilità e potenza.

 

Tali caratteristiche sono proprie dell’amatissimo puer Apuliae di ascendenza virgiliana, portatore di pace e giustizia: il suo ritratto sembra riprodotto in alcuni clipei marmorei, nella monetazione e nella glittica coeva, come il cammeo del Museo di Lione.

Esse si ritrovano in questo busto ritratto da Genova, autorevolmente definito “uno dei maggiori capolavori della prima arte italiana”. L’artista, certo persona eminente della corte imperiale, intagliò (quasi fosse un grande cammeo) puntigliosamente un vero ritratto fisionomico, riproducendo sotto “il turgido volume capuano delle arcate sopraccigliari” l’allineamento “un po’ sbilenco degli occhi” dovuto a una paresi facciale.

Altri ritratti di età federiciana sono conservati a Genova nei Musei comunali.

 

Bibliografia

Schede correlate:  Scoto    Augustales      Coppia clipei     Busto ritratto di Federico II      Ritratto federiciano